Quale futuro per il Green New Deal Italiano? Nella settimana di apertura della COP25 di Madrid Legambiente presenta la Roadmap per anticipare la completa decarbonizzazione dell’Italia entro il 2040 e rendere il Piano Energia e Clima davvero ambizioso e all’altezza della sfida climatica.
Legambiente: “Il Governo sbaglia sul PNIEC, già entro il 2030 si possono ridurre le emissioni climalteranti del 60% per arrivare a zero emissioni al 2040. Ecco le azioni da mettere in campo per rilanciare gli investimenti e creare lavoro nei diversi settori attraverso rinnovabili e efficienza”.
Anticipare la completa decarbonizzazione dell’economia italiana entro il 2040 non è una sfida impossibile. Quello che serve è un drastico cambio di passo rispetto all’attuale Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) proposto dal governo. Un Piano poco ambizioso negli obiettivi – che incredibilmente il nuovo Esecutivo non vuole rivedere – con una riduzione delle emissioni al 2030 di solo il 37%, al di sotto del traguardo europeo fissato al 40%, e con una proiezione al 2050 di appena il 64%. Eppure l’Italia avrebbe tutto da guadagnare, in termini di riduzione di importazioni e consumi di petrolio e gas, anticipando già entro il 2030 una riduzione delle emissioni climalteranti del 60% e arrivare al 2040 a zero emissioni. Per farlo è indispensabile definire una nuova roadmap della decarbonizzazione con obiettivi e misure coraggiose e praticabili riguardanti il settore dell’efficienza energetica, dei trasporti, dell’industria e il settore civile. Solo così si potrà rendere il piano energia e clima davvero all’altezza di quella sfida climatica che l’Italia si trova oggi ad affrontare, creando occupazione e vantaggi tangibili per l’ambiente, l’innovazione, la qualità della vita e l’economia.
A dimostrarlo è lo studio realizzato da Elemens per Legambiente e presentato oggi nella giornata di apertura del XII Forum QUALENERGIA organizzato a Roma dall’associazione ambientalista, dall’editoriale Nuova Ecologia, dal Kyoto Club, in partenariato con Cobat. Un appuntamento che si inserisce nella settimana di inizio della Cop25 di Madrid. Adottando obiettivi di decarbonizzazione indicati da Legambiente, e coerenti con il contenimento del riscaldamento globale entro 1,5°C, lo studio sviluppa due scenari – zero@2040 e zero@2050 – in grado di raggiungere emissioni nette zero al 2040 (zero@2040 – scenario virtuoso) anticipando, così, gli impegni di riduzione delle emissioni secondo quanto previsto dall’Accordo di Parigi per i paesi industrializzati ed emissioni nette zero nel 2050 (zero@2050) secondo quanto previsto dalla Strategia climatica europea di lungo termine proposta dalla Commissione Europea – in entrambi i casi l’obiettivo si raggiunge grazie anche al contributo degli assorbimenti di CO2 del settore forestale.
In particolare lo scenario Zero@2040 consente di raggiungere zero emissioni nette entro il 2040 inclusi gli assorbimenti del settore agro-forestale. In questo modo sarà possibile colmare il ritardo degli anni passati e raggiungere una riduzione delle emissioni del 60% già entro il 2030, grazie al fondamentale contributo degli assorbimenti per compensare le emissioni del settore industriale che presenta le maggiori difficoltà per una rapida decarbonizzazione.
Per raggiungere i livelli di decarbonizzazione prospettati in questo scenario, è però indispensabile accelerare in 8 campi di azione descritti nello studio: semplificare le autorizzazioni, aprire alle comunità energetiche e all’integrazione del fotovoltaico in agricoltura, spingere sistemi di accumulo, efficienza energetica, elettrificazione delle città, potenziare di reti e interconnessioni, spingere biometano e l’eolico galleggiante. Queste nuove policy sono indispensabili per dare un massiccio impulso all’efficienza energetica, incrementare l’uso delle rinnovabili in tutti i settori, soprattutto nel mix elettrico e far decollare l’elettrico nel settore trasporti. E prevedere una cabina di regia che coordini e verifichi l’efficacia degli strumenti adottati e monitori i risultati ottenuti in termini di aderenza con la roadmap di decarbonizzazione. Oggi, infatti, gli investimenti sono fermi sia nelle rinnovabili che nell’efficienza energetica. Per questo Legambiente lancia di nuovo un appello al Governo affinché il Piano energia e clima venga rivisto e migliorato prevedendo obiettivi più ambiziosi e scelte nette per ridurre le emissioni climalteranti e tener fede agli impegni presi con l’Accordo di Parigi. Senza contare i benefici che arriverebbero sul fronte occupazionale: con 640mila nuovi addetti tra diretti e indiretti attraverso il ciclo di investimenti, in particolare nell’efficienza energetica, ma anche nelle rinnovabili elettriche e termiche e nelle reti.
“Il Green new deal di cui abbiamo sentito parlare in questi mesi dal nuovo Governo Conte – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente – ancora non si vede in campo energetico. Eppure l’Italia può svolgere un ruolo da protagonista mettendo in campo un’azione climatica ambiziosa, coerente con l’obiettivo di fermare l’aumento delle emissioni entro 1.5°C, a partire da una revisione entro dicembre del Piano Energia e clima. Lo studio che abbiamo presentato oggi dimostra che non esistono ragioni tecniche o economiche per rinviare ancora le scelte per uno scenario davvero ambizioso, perché abbiamo la fortuna di godere di risorse naturali che possono permetterci di arrivare a emissioni neutrali già al 2040. Il Governo deve rivedere gli obiettivi del Pniec, perché tra poco l’Europa ci chiederà di farlo visto l’impegno della nuova presidente della commissione Von der Leyen, e perché avremmo tutto da guadagnarne in termini di uscita dalla crisi e di rilancio industriale e occupazionale. Su questi campi di intervento chiediamo da subito un impegno perché l’Italia e il clima non possono più aspettare”.
“Siamo in una fase di emergenza climatica che non ammette incertezze. Non solo l’Italia deve alzare il suo obbiettivo al 2030 in coerenza con le nuove ambizioni europee, ma le politiche industriali, della mobilità, dell’edilizia, dell’agricoltura andranno riviste, in alcuni casi profondamente, per allinearle con un percorso di neutralità carbonica nell’arco di soli trent’anni. Temo che la nostra politica non abbia capito il messaggio”, spiega Gianni Silvestrini Direttore Scientifico QualEnergia e Kyoto Club.
Il Forum QUALENERGIA, come da tradizione, si conferma appuntamento annuale di confronto tra imprese e istituzioni sulle sfide che il nostro Paese ha di fronte nella lotta ai cambiamenti climatici. Nella sua prima giornata ha visto alternarsi quattro sessioni: la prima, dal titolo “Energia e clima: un piano all’altezza della sfida?”, introdotta da Klemens Moemkes Vice Capo Missione Ambasciata di Germania in Italia e Tommaso Barbetti, eLeMeNS e moderata dal giornalista del Tg1 Marco Frittella, ha visto la partecipazione di Luigi Michi Responsabile Strategie, Sviluppo e Dispacciamento Terna, Gianni Silvestrini Direttore Scientifico QualEnergia e Kyoto Club, Andrea Zaghi Direttore Generale Elettricità Futura, Edoardo Zanchini Vice Presidente Legambiente, Carlo Zorzoli Head of Business Developement Enel Green Power. La sessione successiva, “L’elettricità del futuro tra ricerca, innovazione e decarbonizzazione” moderata sempre dal giornalista Marco Frittella, ha visto intervenire: Fabrizio Bernini Vice Presidente Confindustria Toscana Sud, Francesco Ferrante Vice Presidente Kyoto Club, Agostino Re Rebaudengo Presidente Asja Ambiente Italia, Paolo Ricci Presidente Umbria Energy, Fabio Roggiolani Vice Presidente GIGA, Simone Togni Presidente ANEV, Alessandra Toschi Managing Director BayWa r.e. Italia.
La terza sessione, “La valutazione e il monitoraggio degli impatti ambientali legati all’utilizzo di risorse geotermiche profonde: metodologie scientifiche e falsi miti”, a cura di CoSviG – Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche e moderata da Sergio Ferraris Direttore di QualEnergia, ha coinvolto Loredana Torsello Responsabile Progetti Internazionali di CoSviG, Referente italiano Set Plan IWG Deep Geothermal e Maria Laura Parisi Assistant Professor Università di Siena.
L’ultima sessione della giornata “Imprese e mercati: dove va la transizione”, moderata sempre da Ferraris, ha visto la partecipazione di Gianni Girotto Presidente Commissione Attività Produttive Senato della Repubblica, Massimo Beccarello Vice Direttore Area Politiche Industriali Confindustria, Annalisa Corrado Responsabile Tecnica AzzeroCO2, Riccardo Filosa Direttore Commerciale Zucchetti Centro Sistemi, Gaetano Iaquaniello Presidente NextChem, Mirko Menecali Presidente ASM Tern, Roberto Moneta Amministratore Delegato GSE, Diego Righini Direttore Generale Geotermia italia, Chicco Testa Presidente Sorgenia, GB Zorzoli Presidente FREE.