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UE: l’attuazione della normativa sui rifiuti negli Stati membri

Due report della Commissione Europea fanno il punto sull'attuazione della normativa europea in materia di rifiuti nei vari paesi membri dell'Unione Europea

Il 1° marzo 2017 la Commissione Europea ha inoltrato al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni due relazioni sull’attuazione delle direttive in materia di rifiuti e di gestione di taluni flussi di rifiuti.

La prima relazione fornisce informazioni sull’attuazione nei singoli paesi membri di una serie di direttive sui rifiuti, con riferimento al periodo 2010-2012; si tratta, in particolare, delle direttive su:

  • rifiuti (direttiva quadro)
  • fanghi di depurazione
  • discariche
  • imballaggi e rifiuti di imballaggio
  • RAEE
  • batterie

Il rapporto si basa sulle informazioni fornite dagli Stati membri che hanno risposto a precisi questionari; nel caso in cui questi non abbiano fornito le informazioni richieste, la relazione si fonda su altre fonti disponibili, come i report dell’Agenzia europea dell’ambiente, le notizie contenute nei siti web dei vari Stati membri ed altro materiale riferito a periodi pregressi.

Il rapporto ha concluso che le relazioni di attuazione triennali predisposte dagli Stati membri non sono efficaci per verificare il rispetto delle direttive, la loro implementazione ed il loro impatto nei singoli Paesi.

L’esercizio di reporting richiede molte risorse e può essere vissuto come un inutile onere amministrativo, pertanto, la Commissione è giunta alla conclusione che le informazioni più obiettive e precise, per la valutazione delle prestazioni in materia di gestione dei rifiuti negli Stati membri, sono rappresentate dai dati che gli stessi sono tenuti a fornire, ogni anno, in merito a:

  • quantità di rifiuti prodotti
  • modalità di raccolta dei rifiuti
  • riciclaggio dei rifiuti e loro recupero
  • discariche
  • acque reflue e produzione ed uso dei fanghi di depurazione.

La Commissione rimane consapevole del fatto che i singoli Stati dovrebbero fare di più per migliorare la qualità, l’affidabilità e la comparabilità dei dati, anche attraverso il raffronto tra le metodologie di reporting e l’introduzione di un rapporto di verifica della qualità delle informazioni fornite.

Queste conclusioni hanno influenzato anche la recente revisione della normativa in materia di rifiuti, tanto che la Commissione ha proposto di abrogare le disposizioni che obbligano gli Stati membri a produrre relazioni di attuazione triennali e siano tenute, invece, al rispetto del monitoraggio dei dati statistici di base e di qualità da fornire, annualmente, alla Commissione Europea.

Il secondo documento riguarda la relazione sull’attuazione della direttiva 2000/53/CE in materia di veicoli fuori uso (cd direttiva ELV). L’articolo 9 della direttiva sui veicoli fuori uso obbliga gli Stati membri a riferire alla Commissione, a intervalli triennali, sull’attuazione della direttiva, tenendo conto di un questionario, che si compone di due parti:

  • la prima parte riguarda i dettagli sulla trasposizione della direttiva nel diritto nazionale
  • la seconda contiene le informazioni sull’effettiva attuazione della direttiva.
    Sulla base delle informazioni fornite dagli Stati membri, per ciascun periodo di riferimento, la Commissione redige una relazione di attuazione.

La relazione conclude che la direttiva sui veicoli fuori uso è stata recepita dagli Stati membri. Alcuni casi di non conformità sono stati assoggettati alle procedure di infrazione e sono stati risolti. L’attuazione della direttiva sui veicoli fuori uso può considerarsi complessivamente positiva anche se rimangono delle criticità.

Gli Stati membri hanno riferito di buone pratiche di lavoro con i produttori sulla composizione dei materiali e il riutilizzo degli stessi e dei componenti; al tempo stesso, la progettazione ecocompatibile risulta in continuo miglioramento, le sostanze pericolose utilizzate nelle automobili sono quasi del tutto eliminate e gli obiettivi per il riutilizzo / riciclo / recupero sono in gran parte soddisfatti, anche gli impianti per il trattamento dei veicoli a fine vita sono migliorati e molti più Stati membri dispongono di strutture di post-triturazione, infatti, il numero complessivo di impianti di trattamento autorizzati è in aumento.

Alcune criticità, come detto, permangono, in particolare, si punta l’attenzione su due questioni:

  • la prima riguarda il traffico illegale dei veicoli fuori uso che rimane una sfida per l’efficacia della direttiva,
  • la seconda ha a che fare con il trattamento al di sotto degli standard dei veicoli fuori uso che impatta in modo negativo sulla salute e l’ambiente e porta ad una perdita di risorse preziose.

A questo proposito, la Commissione si impegna a collaborare con gli Stati membri per risolvere questi problemi a diversi livelli; preme ricordare che, a livello europeo, sono state definite le linee guida che riguardano le spedizioni di rifiuti rappresentati da scarti di veicoli fuori uso, queste, concordate in data 8 luglio 2011, rappresentano uno strumento utile per le autorità nazionali.

Tuttavia, possono essere necessarie ulteriori misure, come ad esempio, la revisione della decisione della Commissione 2005/293 / CE per rafforzare il monitoraggio del mercato nazionale dei veicoli.