Trenitalia, seppur più lentamente, per via dell’emergenza sanitaria in corso causata dalla pandemia di coronavirus, sta proseguendo nell’opera di demolizione dei vecchi mezzi.
Ad ottobre dello scorso anno, invece, avevano preso la strada della demolizione più di 20 mezzi in 4 giorni. Il sito internet ferrovie.info si occupa di fornire con regolarità informazioni e aggiornamenti sulle demolizioni dei vecchi mezzi. Lo smaltimento dei vecchi vagoni è scaglionato nel tempo ma prosegue da anni con una certa regolarità. Le attività riguardano svariati mezzi di Trenitalia, tra cui vagoni passeggeri e locomotive che, sostituiti dai più recenti mezzi, percorrono come ultima tratta quella che li separa dalle aziende che li devono smaltire.
Le aziende specializzate nella demolizione dei vagoni
Tra le aziende che si occupano nel pratico di demolizione c’è la Vico di Cairo Montenotte (SV) e la SI.DE.COM. di Frassinelle Polesine (RO), alle quali Trenitalia affida con gare d’appalto lo smantellamento del materiale rotabile dismesso. Con più di cento dipendenti e oltre 20 milioni di fatturato. L’azienda di Cairo Montenotte è responsabile della demolizione di 60-70 mila tonnellate di materiali all’anno, trattati fra bonifiche, demolizioni e smaltimenti in Italia e all’estero. Dopo la demolizione, il ferro riparte sui binari verso le acciaierie a forno elettrico del bresciano. Le fonderie, poi, potranno dare una nuova possibilità ai frammenti dei treni.
Differenziare per aiutare l’economia circolare
Per quanto possibile, si cerca di differenziare i materiali di scarto provenienti dai vagoni ferroviari e, in un’ottica di economia circolare, mandarli nella filiera di recupero adeguata. I finestrini sono avviati al riciclo del vetro, così come i sedili in tessuto sono raccolti separatamente: alluminio da una parte, selleria verso i termovalorizzatori o in discarica. I frammenti metallici vengono separati da una macchina che distingue i colori e separa bronzo, rame e acciaio perché tutto possa trovare la sua via verso il riciclaggio.