«I tempi? Purtroppo sono quelli della burocrazia italiana». Se ad affermare questo è un sindaco, e nella fattispecie Amedeo Bottaro, primo cittadino di Trani, per le prospettive della «cava dei veleni bis», di contrada Monachelle, non c’è da stare particolarmente allegri. Infatti, appare evidente che l’attesa per i lavori strutturali di messa in sicurezza e bonifica di quel vecchio giacimento lapideo, nel quale sono stoccati oli minerali che fumano ininterrottamente da almeno tre mesi, è destinata a prolungarsi.
L’altra mattina, a margine della presentazione di «Trani to go», il progetto sperimentale di mobilità sostenibile su bus elettrico, il cronista non ha potuto non interpellare il sindaco di Trani sul perdurare del fenomeno dei fumi provenienti da quella cava dismessa nell’agro di Trani, che rilascia idrocarburi percepibili anche a molti chilometri di distanza, praticamente in pieno centro, in determinate condizioni di vento ed umidità.
La preoccupazione è direttamente proporzionale alla percezione della scarsa tenuta ed efficacia dei soffocamenti finora effettuati, tramite conferimento di materiale terroso sui vari focolai: nel momento in cui si chiude da qualche parte, la pressione fa deviare ed espellere i fumi da altre, e questo determina l’incessante rilascio di emissioni maleodoranti, e soprattutto nocive, nell’atmosfera.
Bottaro, annuendo nel momento in cui gli si descrive lo stato dei luoghi, manifestandogli soprattutto le preoccupazioni della popolazione, chiarisce a sua volta un altro stato, quello dell’arte: «L’attività in corso è monitorata direttamente dalla Procura della Repubblica, perché l’area è sotto sequestro. Noi abbiamo più volte chiesto alla Procura di attivarsi con la proprietà, ma lo faremo parallelamente anche noi, per eliminare al più presto ogni tipo di emissione di fumi, nell’attesa che gli organi competenti, Provincia, Regione ed Arpa, emanino le prescrizioni ai privati per la bonifica reale».
Dunque, anche il sindaco conviene sul fatto che «la vera soluzione al problema sarà solo la bonifica integrale, ma questa dovrà passare da un vero e proprio piano di caratterizzazione, così come noi stiamo facendo per la nostra ex discarica. Per questo i tempi si allungano, con la differenza che, in questa cava, la palla è passata in mano ad organi competenti che non siamo noi. Il Comune di Trani – conclude Bottaro – monitora la situazione e ha già chiesto di ripetere e rafforzare gli interventi per cercare di limitare il più possibile l’emissione di quei fumi».
Pochi giorni fa anche l’assessore all’ambiente, Michele di Gregorio, ha diffuso una breve nota per meglio chiarire la posizione dell’amministrazione comunale. «La situazione relativa alla cava in contrada Monachelle è troppo seria e, per questo, ne seguiamo quotidianamente e personalmente, sul posto e nelle sedi opportune, gli sviluppi. I contatti con l’amministratore giudiziario, che rappresenta la proprietà ed è stato nominato custode giudiziario dalla Procura della Repubblica, sono costanti e tuttora in corso. Le misure concrete, prescritte dalla Procura della Repubblica per affrontare l’emergenza, devono essere realizzare dalla proprietà della cava con la collaborazione di Arpa e Noe. Parallelamente, la Provincia ha avviato i procedimenti amministrativi che portano alla caratterizzazione del sito».
Secondo di Gregorio, «al contrario di quanto si legge, nessuna sottovalutazione della vicenda, ma grande concentrazione ed attenzione affinché non si commettano errori, in una vicenda troppo delicata per essere affrontata sui social».