La demolizione dell’ex Stilgrafica di Roma rappresenta un perfetto esempio di rigenerazione urbana e di innovazione tecnologica applicata a un contesto complesso come quello di Roma. Grazie alla partnership con VTN e all’esperienza pluridecennale di Tanningher, il progetto prosegue secondo i piani, contribuendo a trasformare un’area dismessa in un nuovo spazio abitativo all’avanguardia.
La città di Roma è spesso teatro di demolizioni delicate, dove l’impatto sulla cittadinanza e il rispetto per l’ambiente urbano giocano un ruolo cruciale. Tra queste, la demolizione dell’ex tipografia Stilgrafica, situata in via Ignazio Pettinengo 33, a circa cinque chilometri dal Colosseo, rappresenta un esempio significativo. L’intervento è stato eseguito dall’azienda Tanningher, specializzata nel settore da oltre 40 anni, con l’utilizzo di attrezzature fornite da VTN, partner tecnologico di lunga data.
Il contesto
L’ex Stilgrafica, un tempo operativa su tutto il territorio nazionale, si occupava principalmente di lavorazioni per enti pubblici, inclusi il Vaticano e l’aeronautica, con uno staff di circa 150 dipendenti. Dismessa da anni, la struttura occupava un’area di grande valore urbanistico, grazie alla sua eccellente connessione con il tessuto cittadino. L’abbattimento di un tratto della tangenziale ha reso possibile la sua demolizione, inserita in un più ampio piano di rigenerazione urbana che prevede lo sviluppo di un nuovo edificio residenziale e la creazione di un bosco urbano.
Il progetto “Pettinengo 33” prevede la costruzione di un edificio residenziale di sei piani, con 42 appartamenti e posti auto, per un totale di circa 4.187 m² commerciali. Il progetto aderisce al protocollo “Condominio sette stelle”, che garantisce standard abitativi elevati e innovativi servizi condominiali.
La demolizione
Considerata la vicinanza con altri edifici, tra cui quello che ospita la nota emittente Radio Rock, la demolizione è stata eseguita con tecniche di decostruzione controllata, utilizzando escavatori e il taglio a filo diamantato per minimizzare vibrazioni e disturbi. La separazione tra i fabbricati è stata effettuata con precisione per evitare impatti sulla struttura adiacente.
La demolizione, che ha riguardato circa 22 mila metri cubi di volume, è stata preceduta da uno strip out, ovvero la rimozione dei materiali interni, tra cui macchinari di stampa e altri elementi come guaina, eternit, plastica, legno e metalli. I materiali sono stati smaltiti negli impianti di recupero preposti. Successivamente, l’azienda ha proceduto alla demolizione delle fondazioni e alla preparazione del sito per gli scavi.
“La tecnica del taglio a filo diamantato si è rivelata essenziale per isolare strutturalmente i fabbricati senza trasmettere vibrazioni” ha dichiarato XXX Tanningher. La decostruzione ha richiesto l’uso di macchine come l’escavatore CAT 340, il CAT 325 e il New Holland 245, con un equipaggiamento VTN progettato appositamente per le esigenze del cantiere.
Le fasi demolizione primaria dell’edificio
L’intervento è stato suddiviso cosi:
- Strip out interno ed esterno del fabbricato (arredo, guaina, eternit, legno, ferro, plastica e carta) tutto destinato ad impianti di recupero e smaltimento.
- Taglio con filo e dischi diamantati su solaio del locale esterno adiacente a Radio Rock per distacco fabbricato e non trasmettere vibrazioni.
- Demolizione stabilimento mc 22.000 con escavatore CAT 340 – CAT 325 – New Holland 245 (unico in Italia pensato dal sig.re Tanningher Giuseppe e assemblato insieme alla collaborazione di Romana Diesel)
- Carico e trasporto materiale inerte a impianto di recupero
- Demolizione pavimentazione e fondazioni con benna e pinza VTN PD 25 – FP 24
- Carico e trasporto materiale inerte a impianto di recupero
- Scavo e movimento terra per circa 3000 mc
Tempistiche e difficoltà
I lavori sono iniziati a luglio, con una breve pausa ad agosto, e dovrebbero concludersi entro un mese e mezzo dalla ripresa. Nonostante il cantiere si trovi in una zona urbana densa, non sono stati registrati particolari disagi se non per la gestione della polvere, tipico nelle operazioni di demolizione in contesti urbani.
“La sfida più grande a Roma è data da viabilità e controllo delle polveri – ha sottolineato il team operativo della Tanningher – Siamo stati costretti a occupare parte del suolo pubblico per poter gestire al meglio la logistica del cantiere, dato lo spazio ristretto in cui operavamo. Il cantiere quindi è mosso il più rapidamente possibile, nei limiti dello spazio e della tutela della salute, cercando di non bloccare troppo a lungo il quartiere”.
Le fasi finali del cantiere di demolizione
Mezzi e persone
La demolizione ha coinvolto un team di 6-7 persone, con 3-4 operatori sugli escavatori e il resto impegnato nella gestione delle polveri tramite idranti, in aggiunta al cannone per la nebulizzazione dell’acqua. Le macchine impiegate, tutte dotate di attrezzature VTN, hanno giocato un ruolo centrale nella riuscita dell’intervento. La pinza primaria PD è stata utilizzata per le operazioni in altezza, mentre per le fondazioni e i pilastri è stata impiegata la pinza FP.
“Il rapporto con VTN è nato nel 2013 e da allora ci supportano con attrezzature su misura per le nostre esigenze. Questa collaborazione è stata fondamentale per affrontare con successo le complesse demolizioni che ci vengono affidate”.
Il progetto “Pettinengo 33”
Tanningher: una storia di successo
Fondata nel 1979 da Giuseppe Tanningher, l’azienda ha inizialmente operato nel settore ferroviario, eseguendo lavori di scavo e demolizione. Nel 2007, la svolta: la demolizione di un grande stabile alla stazione Tiburtina ha segnato l’inizio di una nuova fase di specializzazione nelle demolizioni. Oggi, l’azienda è gestita anche dalle figlie Claudia e Francesca Tanningher e conta un team giovane e dinamico, con operai di età compresa tra i 25 e i 40 anni, animati da una forte passione per il loro lavoro.
Con numerosi progetti già all’attivo, tra cui recenti demolizioni a Cesena, l’azienda continua a espandersi, confermandosi leader nel settore delle demolizioni in Italia.