L’Italia si posiziona al quarto posto nella lotta allo spreco alimentare, ma nel paese ogni anno si gettano nella spazzatura ancora 145 kg di cibo. Lo evidenzia il Food Sustainability Index, indice creato da Fondazione Barilla e The Economist Intelligence Unit, che analizza 34 Paesi in base alla sostenibilità del loro sistema alimentare. I passi avanti compiuti dall’Italia si devono alle politiche messe in campo per ridurre gli sprechi a livello industriale, come avvenuto con la Legge Gadda, che ha semplificato le procedure per le donazioni degli alimenti invenduti.
Secondo i dati dell’Index, presentati in vista della Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare del 5 febbraio, in Italia è stata la filiera alimentare a compiere i maggiori passi in avanti in questa battaglia: confrontando l’indice del 2016 con quello del 2017, si è passati dal 3,58% del cibo gettato rispetto a quello prodotto, al 2,3% del 2017.
“Se pensiamo che oggi in Europa circa il 42% di quello che compriamo finisce nella spazzatura perché andato a male o scaduto prima di essere consumato – fa notare Luca Virginio, Vice Presidente di BCFN -, è facile capire la necessità di un cambiamento culturale”. A questo proposito la Fondazione mette in campo diverse iniziative, non ultima una dedicata ai più piccoli con un libro didattico di fiabe.
In Italia, ricorda la Fondazione, frutta e ortaggi gettati via nei punti vendita comportano lo spreco di più di 73 milioni di metri cubi d’acqua quella usata per produrli, ovvero 36,5 miliardi di bottiglie da 2 litri. Ecco quindi che per ridurre gli sprechi domestici, la BCFN lancia una serie di suggerimenti utili, dal fare una spesa ragionata con una lista ben precisa, ricordando che sprecare cibo vuol dire buttare via dei soldi. Ma anche cucinare solo ciò che puoi consumare, fare attenzione alla scadenza dei prodotti, non buttare via avanzi e scarti alimentari.
Calati del 40% gli sprechi alimentari in famiglia. Gli italiani in famiglia sprecano meno cibo: nel 2017, il 40% in meno rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dai “Diari di Famiglia dello spreco”, i primi test sullo spreco reale condotti su 400 famiglie di tutta Italia e un campione di scuole, iper e supermercati italiani. Lo studio è stato realizzato nell’ambito del progetto “Reduce”, promosso dal Ministero dell’Ambiente con Università di Bologna, Università della Tuscia, Politecnico di Milano, Università di Udine e campagna “Spreco Zero” di Last Minute Market.
I risultati sono stati presentati ieri al Maxxi di Roma, in vista della 5/a Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, il 5 febbraio. Ogni giorno, fra ciò che rimane nel piatto, nel frigo e nella dispensa di casa, le famiglie gettano 100,1 grammi di cibo a testa: 36,92 kg di alimenti all’anno, per un costo di 250 euro annui. E’ il 40% in meno rispetto al 2016, quando nella pattumiera erano finiti 84 kg, con un risparmio di 110 euro in 365 giorni. Il cibo più gettato è la verdura (20g, pari al 25,6% del totale; 7,1 kg annui). La cena è il pasto più sprecone: si butta in media 1 volta e mezza che a pranzo. Ogni famiglia getta 84,9 kg di cibo, per uno spreco nazionale di circa 2,2 milioni di tonnellate e un costo di 8,5 miliardi euro, lo 0,6% del Pil. Nelle mense scolastiche quasi 1/3 dei pasti viene gettato (120 grammi di cibo per studente, ad ogni pasto). La grande distribuzione produce 2,89 kg annui di spreco alimentare per abitante, 55,6 gr a settimana e 7,9 gr al giorno. “Quello della lotta allo spreco è un caso che porto come fiore all’occhiello del mio mandato, – sottolinea Barbara Degani, sottosegretario al Ministero dell’Ambiente -. Una corretta campagna di sensibilizzazione concertata tra Istituzioni, in questo caso Ministero Parlamento e Università, il lavoro fatto e la stessa legge Antisprechi hanno prodotto grandi risultati”.