Il senatore: «Il piano terra è il luogo di scambio con la città; il tetto è il luogo della libertà dove “si incontra” il cielo»
Una scuola-modello che instaura un rapporto osmotico con il territorio. Una struttura a prova di sisma, di legno, da costruire off-site. Diventa realtà la scuola di Sora che Renzo Piano e il G124, il gruppo di lavoro messo in piedi dall’architetto e senatore a vita per riqualificare le periferie, hanno progettato per la cittadina in provincia di Frosinone.
Una scuola-modello che instaura un rapporto osmotico con il territorio. Una struttura a prova di sisma, ancorata ad una zattera di cemento. Un’architettura in legno di abete, da assemblare a secco. Diventa realtà la scuola di Sora che Renzo Piano e il G124, il gruppo di lavoro messo in piedi dall’architetto e senatore a vita per riqualificare le periferie, hanno progettato per la cittadina della provincia di Frosinone. Mercoledì 27 novembre – alla presenza del senatore Piano, del sindaco Roberto De Donatis, del prefetto Ignazio Portelli, dell’intera squadra del G124 che ha lavorato al progetto, e di una folta schiera di cittadini – è iniziata la demolizione dell’ex mattatoio, azione propedeutica alla costruzione della nuova scuola.
Ormai archiviati i ricorsi al giudice amministrativo, che hanno riconosciuto il buon operato del Comune, le ruspe sono entrate in azione. «L’iter è stato lungo e non sono mancate difficoltà, ma le buone idee hanno gambe solide che superano lacci e lacciuoli della burocrazia», sottolinea il primo cittadino. «Questo progetto – continua De Donatis – ha l’ambizione di diventare un modello per l’edilizia scolastica», e «fulcro in grado di generare processi virtuosi». «Oggi – aggiunge – è il tempo dell’operatività. Inizia la fase propedeutica alla costruzione della scuola: demoliamo il mattatoio che era già fatiscente trenta anni fa». La bonifica dall’amianto degli irrecuperabili capannoni è avvenuta (erano in condizioni di forte degrado). «Entro dicembre tutta l’area sarà pulita», assicura il sindaco in riferimento ai tempi della demolizione. «E nel frattempo – aggiunge – approviamo l’esecutivo per avviare la gara per l’affidamento dei lavori di costruzione della scuola».
«L’idea è di una piccola scuola, semplice, di legno, che deve essere innanzitutto un luogo sicuro. Non accadrà qui un altro sisma, ma se dovesse succedere bisogna pensare alla sicurezza dei bambini. È una scuola che insegna ai bambini che la fragilità della terra è una realtà acquisita», sottolinea Renzo Piano parlando ai presenti raccolti davanti al mattatoio prima dell’attivazione delle ruspe. «Non è a consumo zero – continua il senatore -, ma si avvicina molto. Poggia su una zattera che la rende sicura. Da sempre la scuola è un luogo di incontro, di aggregazione e in questo caso il piano terra è destinato a comunicare con la città. Il primo piano ospita le aule. Il tetto, invece, è il giardino della scuola: è il luogo della libertà dove “si incontra” il cielo». «La bellezza che ne deriva – chiosa il senatore – non è una bellezza frivola, ma scaturisce dallo stare insieme».
La scuola porta il sigillo del G124. Per il progetto Renzo Piano ha fatto affidamento su Massimo Alvisi e Maurizio Milan, che a loro volta hanno guidato il lavoro di due giovani progettisti, selezionati per il programma 2018 del G124: Maria Paola Persico e Roberto Fioretti. Un progetto avvalorato dal contributo dello psichiatra, sociologo e scrittore Paolo Crepet e di Franco Lorenzoni, maestro e visionario pedagogista, co-fondatore della casa-laboratorio di Cenci (Terni).
La scuola sarà quasi interamente realizzata in legno e, simbolicamente, sarà piantato sulle alture della cittadina un numero di alberi che in 25 anni riprodurrà il legno consumato per costruirla. Il costo parametrico si aggira intorno ai 1.425 euro al metro quadro. Un’architettura, dunque, dai costi contenuti e a basso impatto ambientale.
Il piano terra aperto alla città; il tetto per guardare il cielo
Il piano terra risponde alla moderna esigenza che conduce a considerare le scuole come civic center, aperte alla cittadinanza negli orari extra-scolastici. Tra l’altro l’attuale ingresso al mattatoio sarà trasformato in uno spazio pubblico, aperto alla città, in connessione con un nuovo parco urbano concepito come una sorta di piccolo bosco. All’occorrenza, la palestra potrà essere aperta verso il parco, funzionando da palcoscenico di un teatro open-air.
Il piano terra ha la forma di una “C” aperta sullo spazio pubblico esterno. È permeabile ed ospita la palestra, l’auditorium, una caffetteria, la mensa e lo spazio civico. Al centro, la corte quadrata è dominata da un grande albero, simbolo della vita. È proprio attorno a questa che sono distribuite le aule del primo piano. Se, dunque, il piano terra è il piano della città, il primo livello è invece lo spazio dell’apprendimento. Qui i corridoi non sono semplici disimpegni, ma si prestano al relax, all’incontro, allo studio individuale o di gruppo, sono dunque spazi informali e di relazione che si adattano allo svolgimento di svariate attività.
Il tetto è lo spazio innovativo della scuola, dal quale poter osservare il cielo e svolgere attività di gioco, una sorta di osservatorio astronomico e dei fenomeni della natura (è prevista la creazione di un orto in copertura). La trasparenza delle pareti perimetrali riduce al minimo il diaframma tra interno ed esterno, mettendo in diretta connessione gli ambienti e, dunque gli alunni, con il verde.
Costruzione off-site e antisismica
La scuola poggia su una zattera di cemento, una sorta di piattaforma che preserva l’integrità dell’architettura qualsiasi siano i movimenti del suolo sottostante. Funziona, dunque, da isolante strutturale tra il terreno e il volume fuori terra di legno, garantendo una risposta sismica omogenea dell’edificio in caso di terremoto. La leggerezza dei materiali consente, infine, di avere una piattaforma dalle dimensioni ridotte, tutto a vantaggio dei costi di realizzazione. A incidere positivamente sui costi è anche il ricorso alla prefabbricazione e dunque alla costruzione cosiddetta off-site.
La scuola parte di un ampio progetto di riqualificazione urbana
Il progetto per la scuola – va ricordato – si inserisce in un piano di riqualificazione urbana più vasto. Questo comprende la realizzazione di un parco verde attrezzato, connesso al plesso scolastico e il recupero e l’adeguamento sismico di un edificio residenziale di proprietà del Comune di Sora, che sorge a margine del lotto dell’ex mattatoio
Quest’ultimo è uno dei dieci cantieri sperimentali su cui lavora “Casa Italia“, il Dipartimento del Governo attualmente guidato da Roberto Marino (presente all’inaugurazione del cantiere di demolizione). Struttura che all’indomani del sisma che ad agosto 2016 devastò tragicamente il Centro Italia ebbe il compito di occuparsi della vulnerabilità del territorio italiano, delineando, tra l’altro, piani d’azione ad hoc per affrontare diverse tematiche: dal rischio idrogeologico a quello sismico, fino al fenomeno dello spopolamento delle aree interne. Un vasto piano, dunque, in cui si inserisce il progetto di dieci cantieri volti a rendere sicuri, dal punto di vista sismico, edifici residenziali pubblici. L’obiettivo: agire senza mandar via le persone che abitano nei fabbricati e basare gli interventi sulla diagnostica in modo da renderli ben mirati e poco invasivi.
Crediti del progetto della scuola-modello di Sora
Committente: Comune di Sora
Progetto architettonico: RPBW e G124, Alvisi Kirimoto Partners
Progetto strutture e sicurezza: Milan Ingegneria
Progetto impianti: Tekser Srl
Progetto antincendio: Gae Engineering Srl
Progetto acustico: Ing. Andreas Hoischen