Il risultato, come si può vedere laddove questa politica è rigorosamente perseguita dalle autorità e dai gestori degli impianti industriali, è una progressiva riduzione del contributo derivante dalle emissioni fisse per i principali inquinanti in atmosfera.
In questo procedimento, l’apporto dei sistemi di trattamento è estremamente importante, in quanto consentono di eliminare una rilevante quota relativa alle sostanze inquinanti che vengono prodotte nei processi di combustione. Nonostante le ricerche più innovative sui combustibili e sulle promettenti tecniche di combustione, senza i sistemi efficienti di trattamento dei fumi non è ancora possibile raggiungere i target di riduzione necessari ad assicurare un’elevata qualità dell’aria. Non in tutti gli impianti, infatti, è possibile ridurre sensibilmente alla fonte il contenuto di sostanze indesiderate, come avviene, ad esempio, negli impianti di termovalorizzazione o trattamento termico dei rifiuti dove il combustibile, seppur selezionato e vagliato, mantiene un’elevata eterogeneità nella sua composizione. Altre volte, invece, è economicamente vantaggioso utilizzare come combustile gli scarti di lavorazione altrimenti difficili da smaltire (come i rifiuti sanitari), piuttosto che trattarli a freddo con un conseguenterischio per l’ambiente e la salute.
La ricerca sui sistemi di abbattimento continua ad offrire nuove opportunità per ridurre il più possibile l’impatto dell’operatività dell’impianto e i costi di gestione. La garanzia dell’efficienza e dell’efficacia di questi sistemi è molto spesso legata all’utilizzo di analizzatori che a monte dei sistemi di abbattimento rilevano in modo repentino l’aumento di concentrazione dell’inquinante da ridimensionare, mentre a valle verificano l’effettiva funzionalità dell’abbattimento.
Più nello specifico, la misura a monte con un analizzatore permette di controllare le reazioni per ridurre i consumi dei reagenti legati alla modalità di conduzione del sistema. Ad esempio, nel caso di un impianto DeNOx SCR per la riduzione degli NOx con la misura di NO a monte catalizzatore, è possibile dosare stechiometricamente l’iniezione di urea, minimizzandone il consumo rispetto ad un assetto fisso non legato alla reale concentrazione di inquinante in ingresso, con un consistente risparmio per il gestore dell’impianto. Questo profitto sarà direttamente proporzionale alla rapidità delle analisi con conseguente regolazione.
Anche la misura a valle è importante, in quanto consente di verificare l’efficienza del processo e, nel caso sempre del sistema DeNOx, permette di rilevare se effettivamente è stato raggiunto il target di abbattimento di NO. Inoltre, segnala la necessità di manutenzioni preventive e monitora un eventuale “slip” di ammoniaca nei fumi in uscita dovuta a un’eccessiva iniezione di urea o ad un inquinamento/esaurimento del catalizzatore che, se segnalato e gestito prontamente, permette minori rischi di superamenti dei limiti e di inefficienze del sistema.
Considerazioni analoghe possono essere fatte anche per le altre tipologie di impianto di abbattimento in cui una misura monte/valle consente di garantire un corretto mix di efficacia ed efficienza. Di conseguenza, questo sistema di misura evita un inutile aggravio di costi legati sia alla gestione del sistema che agli oneri per lo smaltimento di rifiuti non semplici da trattare, come ad esempio la calce in uscita DeSOx contaminata con un eccesso di ammoniaca proveniente dal DeNOx.
Un ulteriore vantaggio derivante da questa tipologia di misura è la possibilità di prevenire rischi legati al danneggiamento degli impianti, ad esempio nel caso di filtro ai carboni attivi in cui è possibile anticipare un fenomeno di combustione interna dei carboni attivi stessi. Anche nel caso dei filtri per l’abbattimento delle polveri è fondamentale l’utilizzo di una misura monte/valle sia per il controllo dell’efficienza del sistema sia per rilevare prontamente l’eventuale inefficienza/intasamento o rottura dei filtri.
È importante sottolineare che la misura, sebbene importante, massimizza i benefici solo se è sufficientemente rapida, adeguatamente robusta e con minima attività di manutenzione. Capita spesso che nel campo del monitoraggio emissioni vengano utilizzate tecnologie molto performanti con elevata sensibilità e precisione, quali i sistemi multiparametrici FTIR, per applicazioni di processo in cui analizzatori più robusti (fotometri a caldo) o più veloci (analizzatori in linea) sarebbero preferibili, perché più economici e meno impegnativi da un punto di vista manutentivo. Altre volte, invece, nel controllo dei filtri di abbattimento polveri si usano tecnologie ritenute esenti da manutenzione che, però, richiedono frequenti attività di pulizia e vanno così ad annullare i benefici della misura, facendo crescere la frustrazione di chi deve garantire l’operatività dell’impianto.
È quindi di fondamentale importanza valutare i costi di gestione delle singole tecnologie affidandosi a chi, con una vasta gamma di soluzioni tecnologiche, può suggerire la tecnologia più corretta in funzione della tipologia di impianto e dei parametri di processo.