
ISPRA ha pubblicato il terzo rapporto sulle bonifiche dei siti regionali in cui viene presentato il quadro dei procedimenti di bonifica regionali aggiornato al 31/12/2021 sulla base dei dati trasmessi dalle Regioni/Province Autonome/Agenzie per la protezione dell’Ambiente nell’ambito del popolamento 2022 di MOSAICO, la banca dati nazionale sui procedimenti di bonifica. Le elaborazioni riguardano 17.340 procedimenti in corso e 19.474 procedimenti conclusi.
Nel rapporto sono analizzati gli stati di avanzamento e di contaminazione dei procedimenti in corso, le modalità di chiusura di quelli conclusi, l’età dei procedimenti e la loro durata. Sono esaminate altresì le superfici interessate da procedimenti di bonifica, le procedure adottate, i soggetti titolari del procedimento, i siti orfani e infine la distribuzione territoriale dei procedimenti.
Quadro generale e fonti dei dati
Il Rapporto presenta la terza edizione dello stato dei procedimenti di bonifica regionali in Italia, aggiornato al 31/12/2021 ed elaborato sulla base dei dati trasmessi dalle Regioni/Province Autonome/Agenzie per la protezione dell’Ambiente nell’ambito del popolamento 2022 di MOSAICO. Tale popolamento è avvenuto con copertura nazionale, ad eccezione della Sardegna, i cui dati risalenti al 2019 sono stati parzialmente utilizzati nello sviluppo di alcune elaborazioni.
Il quadro nazionale rappresentato è relativo esclusivamente ai procedimenti di competenza delle Regioni o di altri Enti da esse delegati, non riguarda pertanto i procedimenti relativi ai Siti di Interesse Nazionale (SIN).
Distribuzione territoriale dei procedimenti
Al 31/12/2021 il numero totale dei siti oggetto di procedimento di bonifica è 36.814 di cui 17.340 con procedimento in corso (47% dei procedimenti totali) e 19.474 con procedimento concluso (53% dei procedimenti totali).
I procedimenti di bonifica risultano distribuiti in modo eterogeneo nelle diverse regioni: quelli in corso sono maggiormente concentrati in Campania (18% dei procedimenti in corso nazionali) e Lombardia (17%), cui seguono Toscana e Veneto (rispettivamente 12% e 10%); i procedimenti conclusi sono concentrati in Lombardia, con il 44% di procedimenti nazionali conclusi e, secondariamente, in Toscana (14%).
Fasi dei procedimenti in corso
Tre procedimenti in corso su cinque (10.326 procedimenti, pari al 60%) si trovano in fase di notifica; di cui 2.773 procedimenti (pari al 27%) sono riconducibili ai 17 ex SIN, per i quali la competenza amministrativa delle procedure di bonifica è stata trasferita dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica alle Regioni, e 536 (pari al 5%) sono stati avviati ai sensi del D.M. 471/99 e risultano “congelati” in una fase iniziale da almeno 15 anni.
I procedimenti in corso che si trovano nella fase di modello concettuale sono 3.356, quelli in fase di intervento sono 3.066, pari rispettivamente al 19% e al 18% dei procedimenti in corso.
Modalità di conclusione dei procedimenti
L’analisi della modalità di conclusione dei procedimenti conferma quanto emerso nel secondo rapporto, cioè che:
– quasi la metà (49%) dei procedimenti conclusi sono stati chiusi con autocertificazione a seguito delle sole indagini preliminari;
– nel 67% dei procedimenti conclusi non è stato necessario alcun intervento di bonifica/messa in sicurezza;
– solo per un procedimento su tre (33%) è stato necessario effettuare un intervento.
Tali evidenze confermano la necessità di ridurre la tempistica tra la fase di notifica e quella delle indagini, per consentire la restituzione agli usi legittimi delle aree attualmente gravate da vincoli amministrativi.
Stato della contaminazione nei procedimenti in corso
Per quanto riguarda la distribuzione dello stato della contaminazione per i procedimenti in corso, il quadro conferma quanto emerso nel secondo Rapporto:
– 32% siti in attesa di accertamenti analitici;
– 33% siti potenzialmente contaminati;
– 21% siti contaminati;
– 14% siti con stato di contaminazione non noto o incoerente con quello del procedimento.
I siti contaminati in Italia al 31/12/2021 sono 3.568, in lieve aumento rispetto al 2020.
Superfici interessate dai procedimenti di bonifica
La superficie nazionale interessata da procedimenti di bonifica è di 49.851 ettari, con un incremento di 3.674 ettari rispetto al 2021.
Le superfici sono distinte in “amministrative” e “tecniche”. Nel 2022, il dato di superficie è stato fornito per il 56% dei procedimenti (54% nel 2021). Le Regioni Lombardia e Toscana rappresentano rispettivamente il 75% delle superfici amministrative e il 90% di quelle tecniche.
Un quarto delle superfici sottoposte a vincolo amministrativo è inferiore ai 1.000 mq, la metà è inferiore ai 3.000 mq. Le superfici amministrative nei procedimenti in corso sono generalmente più grandi di quelle nei procedimenti conclusi.
Attivazione e durata dei procedimenti
Tra il 2007 e il 2021 il numero medio di attivazioni annuali è 1.149, con scarti contenuti tra gli anni.
È stato possibile valutare la durata per 8.980 procedimenti conclusi (83% relativi alla Lombardia).
Per quelli chiusi dopo indagini preliminari, uno su quattro ha avuto durata < 4 mesi; il 10% ha superato i 3 anni e 8 mesi.
Per quelli chiusi dopo intervento, uno su quattro < 1 anno e 11 mesi; il 10% ha superato gli 11 anni e 8 mesi.
Tuttavia, le date di chiusura spesso risultano comunicate in ritardo, limitando l’affidabilità dei dati.
Tipologie procedurali adottate
La procedura ordinaria è stata applicata nel 42% dei procedimenti; le semplificate nel 17%.
Il 25% dei procedimenti è privo di specificazione sulla procedura. La percentuale sale al 34% per quelli in corso e scende al 16% per quelli conclusi.
Le procedure legate a norme non più vigenti rappresentano il 17% del totale, il 9% dei procedimenti in corso e il 24% di quelli conclusi.
Soggetti attivatori dei procedimenti
I procedimenti attivati dai soggetti responsabili della contaminazione si sono conclusi più frequentemente.
Quelli attivati a seguito di deperimetrazione o riperimetrazione di SIN si concludono raramente, spesso per assenza di titolari.
I procedimenti avviati dai responsabili o soggetti interessati seguono perlopiù la procedura ordinaria e, in misura minore, quella semplificata.
Per quelli avviati da controlli pubblici, l’uso delle procedure semplificate è marginale. Nei casi di deperimetrazione/riperimetrazione dei SIN, il tipo di procedura è spesso ignoto.
Siti orfani: stato e interventi
Al 31/12/2021 sono censiti 444 “siti orfani”, di cui 179 finanziati. Solo 12 di questi con intervento concluso.
La gestione di questi siti spetta alla pubblica amministrazione, quando il responsabile è assente o inattivo.
Il calo del numero di siti orfani rispetto al secondo rapporto è legato alla revisione delle banche dati durante le ricognizioni regionali.
Stato dell’arte e prospettive future
Il presente Rapporto aggiorna le elaborazioni precedenti grazie al consolidamento del sistema MOSAICO, strumento operativo per il monitoraggio dei siti da bonificare.
Permangono criticità: molti procedimenti restano “congelati”, spesso da anni. Serve individuare soluzioni, anche normative, per sbloccare le procedure.
Obiettivi futuri:
– migliorare l’uniformità dei dati;
– colmare i gap informativi (es. Sardegna);
– includere i dati relativi ai procedimenti in aree SIN;
– approfondire le informazioni su siti orfani e procedimenti FOCUS;
– raccogliere dati su tecnologie e costi delle bonifiche.
Per realizzare questi obiettivi è necessario rafforzare il personale tecnico dedicato (ambientali, informatici, esperti di bonifica) e promuovere una semplificazione amministrativa, ad esempio tramite la compilazione a carico dei proponenti o normative specifiche.
Infine, si auspica un’evoluzione culturale: dalle anagrafi come obbligo normativo a strumenti di governo del territorio, utili per pianificare interventi e migliorare la qualità dei dati.