“I 47 milioni di euro dedicati al Sito di interesse nazionale (SIN) di Bussi non si muoveranno dall’Abruzzo” lo conferma il ministero dell’Ambiente, che tuttavia ha deciso di revocare il bando per la bonifica del sito, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato che ha attribuito a Edison gli oneri per la bonifica delle aree 2A e 2B.
L’annullamento della gara preoccupa gli enti locali: Regione Abruzzo, Provincia di Pescara e sindaco di Bussi. “Dopo troppi anni si era arrivati, finalmente, ad avere una gara di appalto e un’impresa che, da almeno un anno, avrebbe potuto iniziare i lavori e portare alla bonifica di un pezzo di questo sito – afferma il governatore della Regione Abruzzo, Marco Marsilio – Ma il ministero ha annullato la gara e adesso ci dobbiamo affidare alla buona volontà di Edison di rispettare la legge e di presentare un progetto ugualmente valido e in tempi utili”.
Il timore – condiviso anche dalle associazioni ambientaliste – è che Edison, riconosciuta responsabile dell’inquinamento del sito, possa fare resistenza, col rischio di perdere altro tempo su una bonifica tanto urgente quanto attesa. Lo scorso 1° giugno, infatti, Edison ha presentato ricorso in Cassazione, contro la sentenza del Consiglio di Stato.
Le ragioni delle parti sulla bonifica contesa
“Insieme alla Provincia di Pescara e al Comune di Bussi andremo in giudizio – assicura ancora Marsilio – Chiederemo al ministero di annullare questa revoca della gara e di procedere all’assegnazione dell’appalto che consentirebbe, già domani, di iniziare i lavori e di farlo in danno di Edison, ovviamente”.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, tuttavia, ribadisce che l’annullamento della gara “consentirà di restituire alla collettività abruzzese 47 milioni di euro che saranno utilizzate per le aree pubbliche del SIN. Mentre Edison, sotto il vigile controllo del ministero, dovrà procedere, in quanto obbligato, a una rigorosa azione di bonifica”.
Edison, prosegue il ministero “ha già provveduto a ripristinare i teli danneggiati e ad assegnare l’appalto per il completamento della copertura superficiale delle aree e si è attivata per il ripristino del sistema di emungimento delle acque sotterranee. La stessa azienda ha trasmesso un Piano di indagine integrativa e procederà alla progettazione definitiva e all’attuazione dei necessari interventi di bonifica a fronte dei risultati delle indagini integrative e della loro validazione da parte di Arta Abruzzo”.
Durissimo il sindaco di Bussi, Salvatore Lagatta: “Edison per ora fa solo il capping di una parte del sito e non ha mai voluto parlare di bonifica, lo dicono loro stessi. E quindi a giorni io presenterò una denuncia per omessa bonifica presso la Procura di Pescara”.
Le preoccupazioni degli ambientalisti
Sulla destinazione finale dei 47 milioni di euro non è il ministero a decidere, ma una legge dello Stato. Si tratta infatti di fondi vincolati dal Parlamento con un articolo della Legge 10/2011 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225 Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e di interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie” che assegnava 50 milioni di euro (in parte già spesi) delle somme destinate alle aree terremotate per assicurare la bonifica a Bussi e la reindustrializzazione.
Nonostante questo, proprio per le diverse prese di posizione da parte delle istituzioni, gli ambientalisti del Forum H2O esprimono da tempo perplessità sulla reale possibilità di spendere la cifra per altre aree del SIN di Bussi: “Non essendoci aree contaminate direttamente dallo Stato nel SIN di Bussi ed essendo ormai individuato in Edison il responsabile della contaminazione su vaste porzioni del SIN, seguendo questa “logica” effettivamente si mette a rischio la destinazione dei fondi per le bonifiche a Bussi”.
Un documento del 2017 legittimava la gara
La stessa associazione, in questi giorni, ha bollato come “contraddittoria” la decisione di annullamento della gara da parte dello stesso ministero che “il 23 gennaio 2019 annunciava l’avvio in pochi giorni della bonifica smentendo in maniera addirittura sdegnata le ipotesi di annullamento della gara paventata da una sua dirigente”. La segreteria operativa del Forum H2O ha anche riesumato un documento del 2017 secondo il quale, davanti ai giudici del TAR Lazio, l’Avvocatura dello Stato sosteneva la legittimità della gara per la bonifica delle discariche 2A e2B a Bussi sul Tirino, ritenendo infondati gli argomenti che il ministero dell’Ambiente ha utilizzato per annullarla. Con questo documento, e altri che annuncia di rivelare a breve, Forum H2O chiederà alla Procura di Pescara di fare luce sulla vicenda.
La Commissione d’inchiesta a Piano d’Orta
Nel frattempo sono ripresi in questi giorni i lavori della Commissione d’inchiesta regionale sul SIN di Bussi, che ha effettuato un sopralluogo nel sito della ex Montecatini di Piano D’Orta.
“Un sopralluogo che serve a incontrare tutte le parti coinvolte in questa vicenda e a fotografare la situazione attuale di Piano d’Orta di Bolognano – ha dichiarato Antonio Blasioli, presidente della Commissione regionale d’inchiesta di Bussi – Ogni settimana ci riuniremo per portare avanti i lavori iniziati e terminarli il prima possibile. Abbiamo da riconvocare Edison, Solvay e il Ministero, che speriamo possa rassicurarci sui fondi stanziati nella legge per la ricostruzione del terremoto, auspicando che siano ancora utilizzabili all’interno del SIN. Chiederemo anche lo stato di quella famosa aggiudicazione a un’associazione temporanea d’impresa per le aree 2A e B, ma che in questo momento sembrerebbe oggetto di revoca a seguito dell’ormai nota sentenza del 6 aprile con cui il Consiglio di Stato ha riconosciuto in Edison il soggetto inquinatore delle discariche 2A e 2B”.
La bonifica dell’ex Montecatini
Sono ancora tanti i rifiuti nell’area dell’ex Montecatini, compresa nella perimetrazione del 2008 del SIN di Bussi; rifiuti superficiali e interrati, individuati dall’Arta, che continuano a inquinare, incidendo anche sulle falde, e per i quali sarà probabilmente necessaria una nuova riperimetrazione. Il sito in questione è un vecchio impianto industriale, con un’estensione di circa 35.000 mq, posto sotto sequestro nel 2007 da parte del Corpo forestale dello Stato e oggetto di una caratterizzazione ambientale per conto della Procura della Repubblica di Pescara. Nel 2018 venne approvato il progetto operativo di bonifica e il piano di rimozione dei rifiuti, ma l’avvio delle attività di risanamento è ancora appeso a un problema di stabilità degli edifici del vecchio sito industriale che dovrebbero essere abbattuti o restaurati.
“La bonifica di Bolognano è urgente, improcrastinabile – ha ribadito il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri che ha preso parte al sopralluogo della Commissione d’inchiesta su Bussi – Il progetto per la bonifica c’è ed è già stato approvato dal Ministero. La Regione Abruzzo metterà in campo tutti gli strumenti utili per fare massa critica con il Governo nazionale e bloccare il temporeggiamento dei privati che da mesi continuano a impugnare, con ricorsi su ricorsi, le sentenze che pure hanno stabilito il loro obbligo al ripristino delle aree”.