Via al bando per il secondo lotto della bonifica dell’ex Flucosit, il vecchio petrolchimico che funzionò per 40 anni a Castelnuovo causando un profondo inquinamento di terreni e falde. La pubblicazione sul sito del Comune dà il via alla gara europea, valore 10 milioni di euro e interamente finanziata dalla Regione. I lavori dureranno 30 mesi ai quali occorrerà aggiungere un anno di gestione della barriera idraulica. Il vincitore della gara dovrà anche monitorare per 10 anni la discarica creata all’interno dell’ex azienda per ospitare i terreni meno inquinati.
Si avvia quindi alla conclusione un iter di risanamento che era iniziato nel 1996. Allora, dopo aver raccolto le segnalazioni dei residenti che lamentavano forte odore di solventi uscire dall’acqua dei rubinetti domestici ed avere eseguito le prime sconcertanti prove sui terreni che classificarono Castelnuovo di Asola fra i dieci si avviò una ingente opera di bonifica. Il primo tentativo fu fatto dalla napoletana Castalia, seguirono altre aziende, come la Daneco, sino all’ultima, l’Ambiethesis che ha chiuso un anno fa il primo lotto da 10 milioni della bonifica finale.
Il budget a disposizione per il secondo lotto è sempre di 10 milioni di euro, dei quali circa 8,5 serviranno a base d’asta per le opere di pulizia dagli inquinanti e il resto per spese tecniche e imprevisti. Con questa cifra si provvederà a bonificare 86mila metri quadri di terreno e completare l’abbattimento dei serbatoi che contenevano le sostanza chimiche.
Si tratta di una previsione di spesa, poiché il tipo di lavorazione è soggetta a continui aggiornamenti in base alla situazione di inquinamento che concretamente viene trovata. «Anche se l’esperienza accumulata nel primo lotto – spiega l’assessore all’ambiente Giovanni Sarzi – dovrebbe consentire senz’altro di sveltire le procedure, considerando che i problemi maggiori, quelli di avvio e di scelta delle modalità, sono stati risolti».
La fase uno, che doveva costare circa 7 milioni di euro, nelle previsioni era destinata a bonificare 27mila metri cubi di terreno. In realtà ne sono stati lavorati quasi 40mila che oggi costituiscono la prima delle due collinette dove saranno confinanti i terreni inquinati, ma non pericolosi.
Questo sistema, il tombamento sul posto, è stato adottato per far diminuire i costi, inizialmente stimati in 30 milioni e poi ridotti a 20 in due tranche da dieci.
I partecipanti alla gara avranno tempo fra il 14 ed il 18 settembre per presentare le loro offerte. La valutazione prenderà poi il mese successivo e fra novembre e fine anno sarà consegnato il cantiere.
Il disinquinamento attraverso l’asportazione dei terreni sarà proseguito anche nel secondo lotto, il più vasto, dei due che scaverà i rimanenti 90mila metri quadri con una previsione di trattamento di circa 100mila metri cubi. Gli scavi avranno profondità variabile dai 2 ai 5 metri a seconda della penetrazione dei solventi nel terreno. Dopo questa fase, si procederà alla demolizione dei fabbricati e delle cisterne fuori terra.
Da ultimo si procederà all’insufflazione forzata di ossigeno nelle falde per accelerare la degradazione organica del benzene.