Arrivano sul territorio 23 milioni di euro di risorse del ministero dell’Ambiente, di cui dieci destinati al distretto conciario vicentino, che dovranno servire agli interventi sulle aziende, per quelli sugli scarichi delle fognature, il collettore e gli impianti di depurazione, oltre che per garantire acqua potabile di qualità’.
“L’accordo per il Fratta-Gorzone – spiega il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti – e’ un segno evidente dell’attenzione del governo per il Veneto e le sue criticità’ ambientali. Il Ministero – aggiunge – conferma l’impegno nell’ambito di un’intesa istituzionale aggiornata e integrata, chiedendo pero’ al territorio l’individuazione di interventi puntuali e tempistiche certe per la realizzazione, in una filiera di responsabilità’ che coinvolge tutti. Da qui inoltre lanciamo con ancora più’ forza la nostra sfida al problema Pfas: figurano infatti, a differenza del passato, tra gli obiettivi dell’Accordo, creando le premesse per dare giusta finalizzazione agli 80 milioni di euro di fondi Fsc contenuti nel Piano Operativo Ambiente deliberato dal Cipe lo scorso dicembre“.
“Oggi abbiamo compiuto un passo importante – evidenzia l’assessore all’Ambiente del Veneto, Gianpaolo Bottacin – verso la risoluzione di una problematica su cui ci stiamo muovendo da tempo. Inoltre con la firma odierna proseguiamo l’efficace collaborazione con il Ministero anche sul tema PFAS, argomento quanto mai delicato e di valenza nazionale interessando varie regioni, che stiamo analizzando in tutte le sue sfaccettature in sinergia con le diverse amministrazioni interessate“.
Il documento, che integra l’intesa raggiunta con l’accordo di programma quadro siglato nel dicembre 2005, porta la firma anche di Autorità’ e Consigli di Bacino, Province e Comuni interessati, Arpa Veneto, gestori di fognature e impianti di depurazione, associazioni rappresentative di industriali, artigiani e aziende conciarie operanti sul territorio.
“Le Parti – come si legge nell’intesa – ribadiscono che il risanamento della parte alta del bacino del Fratta-Gorzone costituisce una delle condizioni indispensabili per l’utilizzazione delle risorse idriche a valle“.
Il testo individua l’esecuzione di diverse attività’: il completamento e aggiornamento del censimento di tutte le fonti di inquinamento, il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, la prevenzione ed abbattimento degli inquinanti e delle sostanze pericolose, tra qui quelle perfluoro-alchiliche, sulle quali si prevedono non solo il monitoraggio e la prevenzione della diffusione nell’ambiente, ma anche interventi per il loro abbattimento ovvero per la sostituzione delle fonti di approvvigionamento per garantire l’utilizzo di acqua potabile. Sono previsti inoltre “interventi di miglioramento della depurazione degli scarichi, mediante il miglioramento delle reti fognarie e degli impianti di depurazione, razionalizzazione degli schemi fognario-depurativi, azioni di riqualificazione ambientale come la bonifica delle discariche per fanghi di depurazione, sperimentazione tecnologica, riduzione dell’utilizzo di acque di falda per uso industriale”.
All’inizio dello scorso anno il ministero dell’Ambiente, attraverso la direzione per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque, aveva presentato il testo dell’Accordo integrativo, impegnandosi a mantenere sul territorio tutti i 23 milioni precedentemente stanziati e fino a oggi non spesi. Le risorse saranno impegnate per il cofinanziamento degli interventi, in coerenza – dice il comunicato finale – con gli impegni assunti e attraverso un programma di lavoro da definire entro trenta giorni. E’ chiarito che in caso di mancato avvio degli interventi finanziati entro un anno, il Comitato di sorveglianza può’ proporre la risoluzione dell’accordo e dunque il ministero procederà’ alla revoca delle risorse di propria competenza, riprogrammandole d’intesa con la Regione.