In località Santa Caterina nel comune di Belmonte Calabro, in provincia di Cosenza, i terreni che negli anni Novanta ospitavano una discarica di rifiuti sono stati ufficialmente bonificati. Si è concluso, infatti, la scorsa settimana il procedimento tecnico-amministrativo curato dal Servizio tematico Suolo e rifiuti del Dipartimento provinciale di Cosenza dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) che, come prevede la normativa di settore (agli artt. 242 e successivi della Parte Quarta, Titolo V, del D.Lvo 152/2006) sulla base della relazione tecnica predisposta dai tecnici del Servizio, geol. Gaetano Osso e ing. Giuseppina Lepera , ha permesso al Dirigente del Settore Ambiente e Demanio della Provincia di Cosenza, con determinazione N. 17002339 del 30/11/2017, di rilasciare la Certificazione di Avvenuta Bonifica.
Il sito di Santa Caterina nel territorio di Belmonte Calabro fa parte dei 696 siti di discarica censiti nei 409 comuni calabresi, e già compreso nell’elenco dei siti potenzialmente inquinati oggetto di Procedura di infrazione comunitaria n. 2003/2077; è il primo in provincia di Cosenza, tra quelli classificati come non ad “alto rischio”, in cui è stato completato l’intervento di bonifica-messa in sicurezza permanente.
L’iter è stato lungo e complicato. Le attività di caratterizzazione ambientale sono state approvate dal comune di Belmonte nel 2009, a seguito degli esiti della conferenza dei servizi a cui è seguita l’approvazione dell’Analisi di Rischio sito-specifica nel 2012, sempre a seguito della relativa conferenza dei servizi.
L’Arpacal è intervenuta a più riprese. In particolare, oltre alle funzioni di controllo e al supporto tecnico, alle ispezioni e alla collaborazione con gli altri Enti di competenza, il servizio Suolo e rifiuti, diretto dall’ing. Eugenio Filice, ha riscontrato, a seguito di campionamenti di verifica, superamenti nel terreno superficiale per i parametri Arsenico, Cobalto ed Idrocarburi Pesanti (C > 12), nel perimetro della ex discarica.
Sono seguite le attività di bonifica tramite l’asportazione del volume di terreno e, quindi, le attività di verifica e collaudo delle pareti e del fondo scavo i cui risultati analitici, validati dal Servizio mediante prelievo ed analisi in doppio di una aliquota di campioni di terreno, hanno dato esito negativo, con conclusione del procedimento.
“L’efficacia delle scelte realizzative ai fini ambientali – fanno sapere dal Servizio Suolo e rifiuti – sarà comunque oggetto di monitoraggio attraverso i sistemi di controllo approntati (pozzi attrezzati a piezometro e per controllo esalazioni gas) nonché dal sistema di monitoraggio e controllo”.
Il report delle attività svolte è consultabile sul sito web dell’Arpacal (www.arpacal.it) nella sezione Suolo e Rifiuti.