Inter e Milan hanno un progetto per la demolizione dello stadio Giuseppe Meazza di San Siro. L’obiettivo è costruire un impianto sportivo nuovo nell’area
Nonostante il sindaco Giuseppe Sala abbia proposto l’acquisto del Giuseppe Meazza, Inter e Milan intendono costruire un nuovo stadio. La volontà è stata espressa chiaramente e l’area designata è quella di San Siro.
Realizzare una nuova struttura comporterà l’abbattimento della Scala del Calcio. Non sono pochi ad essersi espressi in maniera contraria a tale ipotesi, ma i club non intendono tornare indietro. Dispiace demolire un momento della storia calcistica milanese e internazionale, però la linea è ormai tracciata.
Inter e Milan, il piano per la demolizione di San Siro
Il Corriere della Sera spiega che, se il progetto di Inter e Milan verrà approvato, la demolizione del Giuseppe Meazza avverrà in 235 giorni. Otto mesi di lavoro nei quali scompariranno prima il primo anello, poi il secondo, il terzo, le torri e le coperture. Infine verranno estirpate le fondamenta.
Il piano è presente nel dossier che i due club hanno presentato al Comune di Milano. I lavori partirebbero il giorno dopo la costruzione del nuovo stadio. Si partirebbe dal soft trip out, ovvero la rimozione degli elementi non strutturali. Poi si passerebbe alle parti che costituiscono lo scheletro dell’impianto.
Ovviamente bisogna lavorare in maniera tale da ridurre al minimo le emissioni di polveri e rumori. E’ previsto l’utilizzo di lance nebulizzatrici, capaci di ridurre fino al 90% l’abbattimento delle polveri. Non dovessero essere sufficiente si userebbero i Cannon fog, veri e propri cannoni che sparano acqua e aria. Per il rumore verranno utilizzati dei pannelli fonoassorbenti. Per velocizzare i tempi verranno messe in campo molte macchine frantumatrici.
Il primo anello, realizzato tra il 1925 e il 1926, sarà il primo a sparire. Quattro tribune da 35-40 mila posti. Si passerà successivamente al secondo anello, costruito nel 1954. Poi toccherà al terzo anello (realizzato nel 1990), alle undici torri (4 principali, 7 secondarie) e alle coperture. Infine le fondamenta che verranno demolite con dei macchinari dotati di grossi «martelloni» per «picchiare» i dadi di fondazione. E così lo stadio Giuseppe Meazza di San Siro scomparirà per sempre.