Simex ha concluso il 2019 affermandosi in tutti i mercati mondiali, rafforzando la propria rete commerciale e continuando nella messa a punto di nuove attrezzature in grado di dare risposte adeguate alle esigenze degli utilizzatori.
Questo impegno continuo nella ricerca e sviluppo, oltre ad aver portato all’introduzione di nuovi prodotti della gamma, ha visto la costruzione di una nuova struttura 7500 metri quadrati che renderà ancora più rapidi i tempi di consegna, facendo così fronte alla crescente domanda.
Così ha commentato Mirco Risi, Amministratore delegato dell’azienda: “Anche in considerazione dell’espansione sul mercato nordamericano, ci stiamo strutturando per riuscire ad evadere gli ordini in tempi ancora più rapidi. Questo è necessario per la combinazione di due fattori; da una parte l’allungamento dei tempi di consegna dei fornitori, specie di quelli di componenti oleodinamici, e dall’altra le condizioni di mercato degli utilizzatori, che ordinano le attrezzature solo dopo aver avuto la certezza di aver ottenuto la commessa, quindi all’ultimo momento utile prima di poterle utilizzare. Per dare risposta a questa condizione abbiamo investito nel nuovo magazzino con una capacità di contenimento molto elevata, la struttura entrerà in funzione nei primi mesi di quest’anno”.
TFC 400 E TFC 600 due colpi “di testa” da premio
Allo stand Simex fra gli altri prodotti esposti, i visitatori potranno osservare le nuove teste fresanti a taglio continuo TFC 400 e TFC 600 che faranno parte dell’ormai grande famiglia di teste fresanti Simex, oggi composta da undici modelli della serie TF, TFC e TFV.
Le teste fresanti a taglio continuo offrono il vantaggio di consentire una scarifica omogenea del materiale che deve essere profilato o scavato senza lasciare eccedenze fra i due tamburi e non richiedendo il movimento laterale del braccio dell’escavatore per fresare le superfici residue, a tutto vantaggio dei tempi e delle modalità di lavoro.
Il TFC 400 e il TFC 600 sono teste fresanti pensate rispettivamente per escavatori tra le 6 e le 10 tonnellate e le 9 e le 12 tonnellate. Il TFC 400, con i suoi 18,5 kN di forza al dente è un’attrezzatura in grado di realizzare piccoli scavi per sottoservizi, profilare superfici in calcestruzzo e rimuovere agilmente ceppi di alberi nell’ambito di applicazioni agricolo-forestali. Le sue dimensioni relativamente contenute, in combinazione con l’utilizzo di macchine motrici in sagoma, permettono poi all’utilizzatore di disporre di un’attrezzatura molto produttiva anche quando si deve operare in spazi ristretti, quali quelli nell’ambito della demolizione di piccole fondazioni.
Il TFC 600 è la più potente delle due attrezzature ed è pensata per applicazioni più gravose rispetto a quelle del TFC 400. Con una forza al dente di 24,5 kN questa testa fresante può infatti essere utilizzata per scarifiche degli strati ammalorati del calcestruzzo di manufatti, quali i piedritti e le volte di gallerie, i muri di contenimento in ambito stradale e autostradale. Il TFC 600 è inoltre ideale per la profilatura di paratie e grazie alle sue dimensioni e quelle della macchina motrice con cui è accoppiato può essere impiegato anche in ambito urbano per la realizzazione di scavi destinati ad accogliere sottoservizi, quali le derivazioni delle reti fognarie o gli acquedotti.
Non è dunque un caso se la qualità e le prestazioni del TFC 400 e del TFC 600 sono state riconosciute nell’ambito ed in particolare il TFC 400 abbia vinto il Concorso Internazionale Novità Tecniche Samoter 2020 per la categoria attrezzature.
VSE allarga gli orizzonti della vagliatura
Da quando le benne vagliatrici hanno fatto la loro apparizione, molti utilizzatori hanno optato per queste attrezzature accoppiate all’escavatore, una soluzione che presenta indubbi vantaggi da molti punti vista.
Le prime benne vagliatrici introdotte sul mercato avevano tuttavia dimostrato dei limiti, in particolare per quanto si riguarda il cambio di pezzatura del materiale perché, o non lo consentivano o, se lo consentivano, la sostituzione dei sistemi vaglianti richiedeva lunghi fermi macchina, un intenso apporto di manodopera e l’impiego di molti attrezzi specifici.
Con il lancio della serie VSE, avvenuto all’inizio del 2014, Simex ha messo a punto una soluzione che ha radicalmente cambiato l’utilizzo di queste attrezzature, creando nuovi parametri di produttività e di redditività.
Oggi la gamma è composta da quattro benne (VSE 10, VSE 20, VSE 30 E VSE 40) pensate per escavatori da 8 a 45 tonnellate e con capacità di carico che vanno da. 0,40 a 1,80 metri cubi. Indipendentemente dal modello, tutte le benne vagliatrici Simex si distinguono per il facile caricamento, la grande semplicità d’uso e l’elevata produttività. L’esclusivo brevetto Simex consente inoltre la variazione rapida della pezzatura del materiale vagliato in pochi secondi, tramite un comando presente nella cabina dell’operatore.
Le benne vagliatrici Simex, sono quindi le uniche che, in virtù di un sistema brevettato, permettono di cambiare la pezzatura anche nell’evacuazione del materiale caricato nella stessa “bennata” senza lunghi tempi morti e i complicati interventi di tipo meccanico; una caratteristica che ha anche un riflesso importante sulla loro produttività e redditività.
La gamma VSE offre del resto eccellenti livelli di produzione, grazie agli elementi romboidali con dischi di diverso diametro che compongono gli alberi. Questa particolare conformazione degli utensili permette infatti di ottenere un’elevata vorticosità del materiale che deve essere vagliato, a tutto vantaggio della produttività oraria.
Per migliorare ulteriormente le prestazioni Simex offre inoltre utensili specificamente studiati per diverse tipologie applicative (materiale lapideo, riciclato,organico ecc.) che rendono l’attrezzatura ideale per applicazioni non necessariamente legate al mondo delle demolizioni, quali ad esempio il florovivaismo e il trattamento dei rifiuti.
Fra i molti campi applicativi in cui le benne vagliatrici Simex possono essere utilizzate ce ne uno che finalmente ha dato risposta ad un’esigenza molto specifica di alcuni utilizzatori che operano in ambito stradale. Quando si tratta infatti di provvedere alla riduzione volumetrica delle lastre di conglomerato bituminoso di spessori fino a 10 centimetri, in alternativa al frantoio mobile, si usano solitamente le benne frantumatrici delle serie CB e CBE. Queste attrezzature, grazie alla loro potenza, sono perfettamente in grado di assolvere al compito, ma riducono il conglomerato ad una pezzatura troppo grande per il processo di riciclaggio. Grazie ai nuovi dischi studiati per questa applicazione, le benne vagliatrici VSE oggi sono invece in grado di portare il materiale ad una pezzatura consona al riutilizzo. La soluzione permette inoltre di vagliare anche il conglomerato che è già di una pezzatura ideale, ma che essendo accumulato per lungo tempo, si è nuovamente compattato per effetto della compressione e/o della temperatura.