Dalla (prossima) pubblicazione del bando passeranno 6-8 mesi per gara e verifiche, poi 15 mesi per demolizione e riqualificazione dell’area ora in degrado. Obiettivo: fine cantiere entro il 2019. Costo dell’operazione 9,9 milioni di euro, stanziati dal Comune
Il bando di gara è pronto, la pubblicazione è prossima: «Lavori di demolizione del tratto in elevazione e dei relativi svincoli della Circonvallazione Nomentana prospicienti alla Stazione Tiburtina e sistemazioni superficiali». Ciò significa che serviranno 6-8 mesi per la gara più le opportune verifiche, dopodiché partiranno i lavori per la demolizione dei 460 metri di tangenziale in prossimità della stazione Tiburtina, ma anche per la riqualificazione dell’area sottostante. In pratica, se tutto filerà liscio, il cantiere sarà aperto prima della prossima estate, poi serviranno 15 mesi dallo smantellamento alla completa restaurazione della zona che adesso è dimora del degrado. E fonte di protesta dei vari comitati cittadini che, da anni, si lamentano per l’invasione di topi e ratti e per i rischi legati ai balordi che bivaccano sotto la tangenziale. Ma, soprattutto, i residenti protestano perché non possono più aprire le finestre delle abitazioni a causa dello smog.
Soprelevata e piloni saranno smantellati pezzo per pezzo con l’ausilio di una gru, poi si provvederà a tagliare a fette i blocchi di cemento armato per trasportarli altrove. Durante tutto il tempo del cantiere sarà prevista una viabilità alternativa. L’obiettivo è di restituire l’area alla città nella entro la fine del 2019 o inizio 2020. Costo dei lavori 9,9 milioni di euro, già stanziati dal Campidoglio con la manovra di assestamento di luglio, uno degli ultimi atti varati dall’ex assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo, prima che venisse cacciato dalla giunta Raggi. Il budget copre demolizione, bonifica e riqualificazione del piazzale ovest della stazione Tiburtina, fino alla realizzazione della nuova stazione Atac e di nuove aree verdi. In più dovrà essere realizzata una nuova viabilità locale a raso e nuovi collegamenti, sempre a raso, tra il piazzale Ovest e la via Tiburtina.
Qualche perplessità ancora resiste sul destino del piazzale del consorzio privato Tibus – la bus station più grande d’Italia: traffico annuo da 8 milioni di passeggeri – la cui concessione è scaduta da un anno e mezzo dopo ben 9 proroghe: l’infrastruttura è proprietà del privato che, se costretto al trasloco, dovrebbe smontarla pezzo per pezzo; però c’è un servizio pubblico che non si può interrompere. In più, il consorzio ha presentato un progetto senza oneri pubblici, ma il Campidoglio pensa allo sfratto per stabilire lì il quartier generale di Roma Servizi per la Mobilità. Così, in teoria al posto della bus station era prevista una piazza, ma il limbo amministrativo rende tutto più complicato.