Le 10.20 di mercoledì 6 dicembre. Le pinze d’acciaio del «dinosauro», la ruspa utilizzata per le demolizioni, stringono e sbriciolano il primo muro e il primo tetto di uno dei tanti capannoni addossati all’ex Ceramica. È l’inizio della rinascita di un intero quartiere, Fiera Catena, e la fine di decenni di polemiche. Davanti al sindaco Mattia Palazzi, all’assessore Andrea Murari, all’architetto Paolo Vincenzi in rappresentanza della proprietà, la società Vecchia ceramica che ha ceduto l’ex fabbrica al Comune, ai giornalisti e al capogruppo del Pd Pasetti comincia ciò che centinaia di amministratori hanno finora solo immaginato.
Fine di quel luogo visto finora come emblema di degrado e di insicurezza, ricovero di disperati e discarica a cielo aperto a due passi dalle case. Vanno in soffitta le polemiche politiche e i sogni, infrantisi nel giro di poco, di rigenerare il quartiere prima attraverso la costruzione del nuovo palagiustizia e poi con la cittadella dei servizi. Dopo quasi vent’anni, da quando cioè dalle parole si era passati più concretamente ai progetti anche se mai del tutto condivisi dalla città, sarà una scuola il volano della rinascita di una parte di Mantova a ridosso del centro storico. Là, dove dai primi del 900 e fino al 1951 si producevano laterizi, sorgerà la nuova sede dell’istituto Mantegna. A realizzarla sarà il Comune nell’ambito del più ampio e ambizioso progetto di Mantova hub che prevede il recupero della vicina area di San Nicolò attraverso la realizzazione del centro ricerche sulle piante da impiegare nelle bonifiche ambientali e della comunità per disabili di Aspef.
Mentre i lavori di demolizione proseguono (la pinza frantumatrice aggancia e sradica una vecchia caldaia Belleli che ai presenti fa sussultare il cuore per la testimonianza muta che quell’impianto conserva), i tecnici parlano della tempistica per completare l’intervento. Dice l’architetto Vincenzi: «Entro fine anno finiremo le demolizioni per poi rimuovere le macerie entro gennaio». Ad essere spazzate via saranno tutte quelle «superfettazioni» che nei decenni sono sorte attorno al corpo centrale della ex Ceramica, che rimarrà in piedi e, con le due ciminiere, diventerà il cuore della futura scuola in grado di ospitare fino a 800 studenti.
Oltre alle costruzioni che danno su via Santa Marta, andranno giù anche i ruderi dei capannoni che si vedono dal parcheggio del Conad. Da via Greyson a via Santa Marta, davanti alla nuova scuola a tre piani, sorgerà una piazza che collegherà il quartiere con il centro; a realizzarla, assieme alle opere di sistemazione delle aree esterne, sarà la stessa società Vecchia ceramica (500mila euro investiti tra demolizioni e il resto). Appena sgomberata l’area dai detriti, il Comune bandirà l’appalto per la ristrutturazione dell’ex ceramica (costo previsto, 8 milioni di euro). Quella di Fiera Catena è stata una delle prime uscite pubbliche del sindaco dopo la bufera giudiziaria che l’ha investito.
Sono passate ormai due settimane dall’avviso di garanzia per la tentata concussione continuata a luci rosse e Palazzi appare aver superato il trauma. Guarda attentamente i lavori in corso e si lascia andare a qualche battuta. «E se la mettessimo anche in consiglio comunale?» dice riferendosi alla pinza che aggancia oggetti e li sposta di peso e che in aula potrebbe fare altrettanto con le opposizioni petulanti…
È stato, però, quando i tecnici hanno dato il semaforo verde alla ruspa che il primo cittadino si supera: «Ho un po’ di tensione da sfogare, potrei andare io». Ai giornalisti che gli chiedono un commento sulla storica giornata che sta vivendo, Palazzi non nasconde la sua soddisfazione: «Questo cantiere è un messaggio di grande fiducia per tutta la città e che le restituisce, con San Nicolò, una zona che i mantovani non conoscevano. Qui – aggiunge – ci sarà l’ingresso della scuola che dovrà lavorare con il centro ricerche sui vegetali e diventare un istituto superiore scientifico di eccellenza».
E i privati partner del Comune? «Investiremo 3 milioni di euro – spiega Vincenzi – per recuperare gli edifici in fregio alle vie Santa Marta, San Nicolò e Argine Maestro e trasformarle in venti case mantovane. Poi, a seconda di come andrà il mercato, vedremo cosa fare dell’immobile che allunga l’ex Ceramica e dà sul Gradaro. Nel piano attuativo prevedevamo di realizzarvi nuove case per circa 150 abitanti, negozi e uffici. Visto il clima economico, ci siamo fermati per capire quale sia la destinazione migliore da dare a quell’edificio».