Con l’allontanamento degli ultimi 11 nuclei familiari che vivevano nella Vela Rossa si è concluso in questi giorni, lo sgombero delle Vele di Scampia. L’area sarà ora interessata dalle demolizioni e dalla costruzione dei nuovi alloggi, come previsto dal progetto “ReStart Scampia” rimodulato nei tempi rispetto alle fasi inizialmente previste. Il progetto prevede l’abbattimento della Vela Rossa e della Vela Gialla per far spazio alle nuove costruzioni, mentre la Celeste verrà profondamente ristrutturata e destinata ad accogliere principalmente servizi pubblici.
Le operazioni hanno subito un’accelerazione a seguito del crollo verificatosi il 22 luglio scorso nella Vela Celeste nel quale persero la vita tre persone e altre 11 rimasero ferite. La Vela Verde è stata abbattuta nel febbraio 2020, aprendo la strada alla demolizione delle ultime tre.
La direzione dei lavori è stata affidata al RTI costituito da Servizi Integrati S.r.l. (mandataria) e 3TI Progetti Italia – Ingegneria Integrata S.p.A. (mandante), con un contratto originario da circa 400 mila euro. La demolizione è eseguita da D&D Costruzioni Generali S.r.l., che ha curato anche le precedenti operazioni sull’area.
“Siamo partiti circa due anni fa con un censimento dei nuclei familiari interessati dal progetto di Scampia – ha ricordato il sindaco Manfredi nel corso di una conferenza stampa congiunta con il prefetto Michele di Bari – In questo momento il pensiero va alle vittime del crollo di luglio e ai loro familiari perché quella tragedia ha rappresentato un rafforzamento del nostro proposito di dare nuova dignità al quartiere. Inoltre, quanto accaduto ci ha spinto a rivedere il cronoprogramma, d’intesa con la Prefettura e le altre istituzioni coinvolte, per procedere allo sgombero di tutte le Vele, viste anche le condizioni di pericolo, e avviare in parallelo la costruzione di tutti gli edifici, riducendo la tempistica”.
La storia
Le Vele di Scampia, complesso di edilizia popolare costruito tra gli anni ’60 e ’70 a Napoli, sono state a lungo simbolo di degrado e disagio sociale. Nel corso degli anni, diverse demolizioni hanno interessato il complesso, con l’obiettivo di riqualificare l’area e offrire nuove soluzioni abitative.
Il complesso originario era composto da sette edifici, noti come “vele” per la loro forma. Tra il 1997 e il 2003 furono demolite le vele F, G e H. Le restanti quattro assunsero denominazioni cromatiche: Verde, Gialla, Rossa e Celeste.
Complessivamente, sono circa duemila le persone che hanno lasciato le abitazioni in attesa della realizzazione delle nuove case. Durante questa fase transitoria, i nuclei familiari beneficeranno del contributo di autonoma sistemazione finanziato inizialmente con risorse comunali e, successivamente, con fondi del Governo, fino all’assegnazione degli alloggi.
La demolizione
Le Vele, strutture in cemento armato, richiedono un approccio di demolizione controllata per garantire la sicurezza e minimizzare l’impatto ambientale. Mentre le prime (F, G e H) furono demolite con esplosivo, per le successive le tecniche previste includono l’uso di macchinari specifici per il taglio e la frantumazione del cemento, con l’obiettivo di ridurre al minimo la dispersione di polveri e detriti.
Un aspetto cruciale del progetto riguarda la gestione dei materiali derivanti dalla demolizione. È previsto il riciclo dei materiali inerti, come il calcestruzzo e l’acciaio, per essere riutilizzati nelle nuove costruzioni, in linea con i principi di economia circolare e sostenibilità ambientale.
La riqualificazione
La demolizione apre la strada alla costruzione di un quartiere totalmente rinnovato: 433 nuovi alloggi autosufficienti dal punto di vista energetico e la realizzazione di spazi destinati all’agricoltura urbana, un parco pubblico, una fattoria didattica, un mercato di prossimità e un complesso scolastico. La Vela Celeste (B), unica a non essere demolita, sarà trasformata in un complesso residenziale e terziario, con un investimento complessivo di 8 milioni di euro.
Il costo totale del progetto è pari a 17 milioni cofinanziato dal PNRR Per realizzare l’intervento, il Comune attingerà al PNRR, da fondi PON, e da risorse del Fondo Periferie precedentemente stanziato e non utilizzato.