Il National Institute of Standards and Technology (NIST) del Maryland sta potenziando la tecnologia di microscopia elettronica a scansione (SEM) per la rilevazione dell’amianto. Ne scrive in modo approfondito Il Giornale sull’amianto dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA).
Questo nuovo approccio si presenta come una soluzione più economica e pratica rispetto ai metodi tradizionali, promettendo di accelerare le operazioni di bonifica del pericoloso minerale. Tradizionalmente, la microscopia elettronica a trasmissione (TEM) era considerata la più affidabile per l’analisi delle fibre di amianto, ma i costi elevati e i tempi lunghi limitano la sua diffusione. Il SEM, al contrario, è meno costoso, più rapido e può essere utilizzato direttamente sul campo, rendendo questa tecnologia particolarmente interessante per le bonifiche.
L’innovazione, inoltre, potrebbe ridurre i costi complessivi delle operazioni, che negli Stati Uniti ammontano a circa 3 miliardi di dollari l’anno.
La gestione e bonifica dell’amianto è un tema complesso, regolato in Italia da normative stringenti e praticato da operatori altamente specializzati. I laboratori di analisi ambientale e sanitaria, come il Centro di Ricerca Energia e Ambiente (CREA), impiegano prevalentemente il SEM e il TEM per la rilevazione delle fibre di asbesto. Attualmente, quest’ultima rimane la tecnica preferita, sebbene sia utilizzata meno frequentemente a causa dei costi elevati e dei lunghi tempi di analisi.
I costi per la rimozione possono variare tra i 20 e i 30 euro al metro quadrato per superfici di dimensioni ridotte, come tetti o pannelli in Eternit. Tuttavia, il costo finale dipende dall’estensione dell’area contaminata, dalla presenza di fibre di amianto disperse nell’aria e dallo stato degli edifici coinvolti. Le imprese incaricate devono attenersi alle norme del Decreto Legislativo 81/2008, che garantisce la sicurezza dei lavoratori e delle aree circostanti. I finanziamenti per le operazioni di bonifica provengono sia da iniziative pubbliche, come piani regionali e fondi nazionali, sia da investimenti privati, specialmente in ambiti residenziali o industriali.
Il governo italiano, con il sostegno delle Regioni, ha attivato diversi piani di finanziamento per promuovere la rimozione dell’amianto. Tra le misure adottate, vi sono contributi pubblici e incentivi fiscali, come le detrazioni del Bonus Ristrutturazione, che consentono di coprire fino al 50% dei costi di bonifica. Inoltre, il Piano Nazionale Amianto prevede linee guida per la rimozione del minerale pericoloso da edifici pubblici, scuole e ospedali, stanziando fondi dedicati alla messa in sicurezza e all’adeguamento delle strutture contaminate.
L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), guidato dall’avvocato Ezio Bonanni, gioca un ruolo fondamentale in questo contesto. L’ONA si impegna nella protezione della salute pubblica, nella sensibilizzazione riguardo ai rischi dell’amianto e nel supporto legale per le vittime di esposizione.
«Confidiamo nelle innovazioni tecnologiche per la rilevazione dell’asbesto, poiché possono rappresentare una svolta decisiva nella lotta contro questo nemico silenzioso. La possibilità di identificare e rimuovere il pericoloso minerale in modo più rapido, sicuro ed economico offre nuove prospettive per accelerare le operazioni di bonifica, salvaguardando al tempo stesso la salute pubblica e l’ambiente. Con l’ausilio di queste innovazioni, il nostro obiettivo di liberare il Paese dall’amianto diventa sempre più vicino e concreto», afferma Bonanni.