“Siamo qui per aprire una nuova prospettiva, diciamolo ai romani”. E’ nel bel mezzo di un vero e proprio braccio di ferro mediatico con Governo e Regione sugli impianti necessari alla capitale per superare le difficoltà sulla gestione dei propri rifiuti che arriva l’annuncio del Campidoglio di Virginia Raggi: Ama ha firmato un Protocollo di Intesa per il potenziamento della raccolta differenziata con il Conai, il consorzio privato che si occupa del recupero e del riciclo dei materiali di imballaggio. Un accordo che prevede, entro la fine di febbraio, l’estensione del modello di raccolta domiciliare già sperimentato sulle circa 8 mila utenze del Ghetto, dove “la percentuale di differenziata è arrivata, in un mese, all’85 per cento”, al bacino di quasi mezzo milione di abitanti del VI e del X Municipio. Con l’obiettivo di arrivare entro la fine dell’anno “a 1 milione e 200 mila abitanti”.
Il documento è stato firmato questa mattina nella Sala della Piccola Protomoteca in Campidoglio dalla sindaca, dal presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, e dal presidente di Conai, Giorgio Quagliuolo. “Un ulteriore tassello del nostro piano di riduzione, recupero e riciclo dei rifiuti” ha commentato la sindaca. “Questo accordo implementerà il valore aggiunto della nostra differenziata, un valore economico, ambientale e sociale” le parole dell’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari. “Sarà una raccolta puntuale e non di facciata” la promessa del presidente della commissione capitolina Ambiente, Daniele Diaco.
Sacchetti ‘intelligenti’ con microchip da conferire presso punti mobili, con una raccolta “che verrà calibrata su un’attenta mappatura dell’utenza” ha spiegato Bagnacani. A febbraio nel VI e nel X municipio verranno distribuiti, da una società individuata da Ama tramite utenze, 107.000 kit per le utenze singole domestiche, 10.000 contenitori condominiali e 19.000 per le utenze non domestiche.
Parte integrante del Protocollo è anche la predisposizione di un Piano Esecutivo “che andrà a definire come verrà svolto il servizio strada per strada, calibrandolo sulle utenze mappate a differenza di quanto avveniva prima”. Il Conai offrirà il proprio supporto e la propria esperienza ad Ama mentre Roma Capitale, nelle fasi di avvio, metterà a disposizione “un numero adeguato di vigili urbani per il supporto agli operatori impiegati nell’avvio del servizio”. Il Conai inoltre, assicurerà il ritiro degli imballaggi e coordinerà la fase di start up del servizio e della progettazione della campagna di informazione e sensibilizzazione degli utenti. Perché “la collaborazione dei romani è essenziale per la riuscita di questo progetto ambizioso”.
“Il progetto più ambizioso mai tentato in Italia” ha voluto sottolineare Bagnacani. Per numero di utenti, ma anche “perché Roma non ha molto tempo” e nemmeno molti mezzi. “2400 mezzi datati, alcuni più da museo che nei prossimi mesi verranno però implementati con ulteriori 130 unità” ha continuato il presidente della municipalizzata, “al quale vanno aggiunte le due nuove officine mobili che ci aiuteranno a mantenere più efficaci e vecchi mezzi”.
Insomma “nessuno qui ha la bacchetta magica” ha voluto puntualizzare il presidente del Conai, che non ha nascosto “qualche travaglio interno” nella lunga definizione del piano. L’intervento su due municipi, inoltre, “non esclude che nasceranno altre aree di inefficienza”. Ma Quagliuolo si è detto “soddisfatto di essere stato chiamato ad aiutare Roma”. Se “l’amministrazione manterrà questa precisa volontà politica” ha concluso “sono sicuro che sarà un successo”.
Il 2018, quindi, “sarà un anno cruciale” ha spiegato ancora Bagnacani. Anno nel quale l’amministrazione Raggi proverà a dare una decisa sterzata a quelle percentuali di raccolta differenziata cresciute troppo timidamente per allontanare Roma da un continuo affanno: dal 41 per cento del 2015 al 44,5 attuali. Gli impianti per il trattamento della frazione organica “sono in fase di lavorazione e a giorni verrà avanzata la richiesta di Valutazione di impatto ambientale”. Intanto Roma dovrà sopravvivere ad una “fase di transizione” utilizzando impianti di trattamento per rifiuti indifferenziati fuori dalla capitale. “Stiamo finalizzando una serie di accordi e se tutto andrà al meglio la maggior parte della nostra immondizia verrà lavorata nel Lazio”. Le altre regioni? “Sono come una ruota di scorta, speriamo di non doverla utilizzare”. In quanto all’Abruzzo “venerdì si terrà una riunione. Andremo a vedere i dettagli per firmare gli ultimi accordi”.