Recupero delle strutture, condivisione di percorsi e progetti, sviluppo del territorio. Attraverso il progetto Futur-e, Enel mette in pratica i principi dell’economia circolare alla riqualificazione dei siti di 23 centrali termoelettriche che hanno concluso il loro ruolo nel sistema energetico o stanno per farlo attraverso soluzioni sostenibili e innovative.
Il progetto Futur-e “cerca di sfruttare le possibili sinergie che si hanno nelle riqualificazioni di diversi siti; si tenta anche di riutilizzare le strutture già esistenti, non si passa alla demolizione totale ma si cercano delle destinazioni d’uso che vanno a riqualificare il più possibile strutture già esistenti in un’ottica di economia circolare“, spiega all’Adnkronos Marco Fragale, responsabile progetto Futur-e di Enel. “Il punto fondamentale del progetto Futur-e – aggiunge – è la condivisione assoluta di tutto il processo e dei progetti con le comunità locali” (VIDEO).
“Abbiamo ricevuto più di 15 proposte progettuali concrete, più di 30 manifestazioni di interesse e pensiamo di concludere già quest’anno, nel 2017, la scelta progettuale almeno per il sito di Rossano e di portarci avanti con tutti gli altri siti. Lanceremo altri due concorsi di progetti nel 2017: il sito di Campomarino in Molise e di Portoscuso in Sardegna“, aggiunge Fragale annunciando per il 2018 il lancio di “altre procedure su tutti gli altri siti che rimangono“.
Visto il successo dell’operazione, il metodo Futur-e viene ora applicato a un contesto diverso, quello dell’ex miniera di Santa Barbara. “Abbiamo lanciato un nuovo progetto di riqualificazione che per la prima volta non è su una centrale termoelettrica ma su un’area ex mineraria – spiega il responsabile Futur-e – Santa Barbara è un’area favolosa, sono 1600 ettari tra il Chianti e Firenze, equidistante da Siena, Firenze e Arezzo, un’area che ha diverse potenzialità dal punto di vista della riqualificazione“.
“I progetti verrano scelti con le stesse modalità con cui vengono scelti i progetti di riqualificazione per le centrali: devono essere sostenibili e innovativi, devono anche stare nel contesto della miniera stessa: turistico-ricettivo, biotecnologico, agricolo… Queste le destinazioni d’uso che ci aspettiamo per la riqualificazione del sito“, aggiunge.
L’obiettivo è arrivare entro il prossimo anno ad avere i progetti da valutare.
“Il processo per la riqualificazione è già partito con un’analisi del contesto da parte del Politecnico di Milano, partner tecnico dell’iniziativa, per capire quali possono essere le destinazioni d’uso. Il Politecnico, poi, insieme a noi di Enel, proverà a disegnare alcuni potenziali scenari di sviluppo che verranno discussi e condivisi con le istituzioni e le comunità locali attraverso un workshop“, continua Fragale annunciando i prossimi step.
“A valle di questo workshop si creeranno degli scenari possibili di sviluppo sostenibile e innovativi che verranno messi all’interno di un concorso di progetti che partirà intorno a gennaio 2018. Ci aspettiamo nell’anno 2018 di avere già dei progetti che poi verranno valutati da una commissione di cui faranno parte anche in questo caso le istituzioni e le comunità locali“, conclude.