Sono online i dati della raccolta RAEE del I semestre 2023. Il report, curato dal CDC RAEE, evidenzia incrementi nella raccolta di tutti i tipi di rifiuti elettrici ed elettronici, tra quello relativo a tv e monitor, diretta conseguenza del venir meno della spinta data dal “Bonus Tv” erogato nel 2022.
Nei primi sei mesi del 2023 quattro raggruppamenti su cinque performano a segno più rispetto al pari periodo 2022: +5,9% per R5, seguito da R2 e R1 che registrano rispettivamente +4,8% e +4,4%, chiude R4 con +3,7%. R3, al contrario, perde 15.000 tonnellate (-38,7%).
Gli incrementi dei quantitativi di quasi tutte le tipologie di rifiuti elettronici non riescono a contrastare la contrazione nella raccolta di Tv e monitor, pertanto nel primo semestre 2023 i volumi complessivi, pari a 167.176 ton, calano del 5,1% rispetto al primo semestre 2022.
Il rallentamento maggiore è registrato nella macroarea Sud che perde il 9,7%. Più contenuto il calo nelle regioni del Nord e in quelle del Centro, che registrano rispettivamente il -4% e il -2,5%. Va sottolineato che se si escludesse l’impatto negativo di R3, tutte e tre le macroaree conseguirebbero un risultato positivo: +3,3% il Nord, +6,2% il Centro e +5,1% il Sud.
L’impatto di R3 regione per regione
Come già sottolineato, fin dall’inizio dell’anno l’andamento della raccolta è stato fortemente influenzato dal raggruppamento 3 – Tv e Monitor che, come illustrato nel grafico, manifesta risultati differenti regione per regione.
Se però si analizza la raccolta regionale complessiva al netto dell’effetto negativo di R3, emerge come nella maggior parte delle regioni l’incremento registrato dagli altri raggruppamenti è a doppia cifra (Molise +37,8%, Basilicata +33,4%, Abruzzo +17,7%, Umbria +11,6%, Emilia Romagna +11,3%, Marche + 10,8%,) mentre parte delle restanti evidenziano una situazione di sostanziale stabilità (Lombardia +0%, Toscana +0,9%, Sardegna +1,1%, Campania +1,7%) o addirittura di calo (Calabria -0,4%). Ci sono quindi ampi margini di miglioramento, che potranno andare a colmare – in parte o del tutto – il divario derivante dalla decrescita “forzata” di R3.
Andando poi ad analizzare quali sono i soggetti per i quali l’impatto di R3 è stato maggiore, emerge come i luoghi di raggruppamento della distribuzione registrino, per la quasi totalità delle regioni, un andamento negativo decisamente peggiore rispetto ai centri di raccolta comunali. Si può sicuramente ipotizzare che questo fenomeno sia dovuto all’attività di sostituzione che ha caratterizzato il periodo di erogazione del “Bonus tv”, che per caratteristiche intrinseche dei luoghi di raccolta citati ha portato i cittadini a conferire maggiormente laddove avevano la possibilità diretta di acquistare il nuovo prodotto e lasciare quello obsoleto.