Oggi, 11 dicembre 2020 il Ministero dell’Ambiente ha prescritto a una parte dei soggetti responsabili della gestione degli Pneumatici fuori uso (Pfu) in Italia le modalità per intervenire nella situazione di emergenza rappresentata dalle giacenze presso i gommisti sul territorio nazionale.
Destinatari della direttiva, a firma di Laura D’Aprile, direttore generale per l’Economia Circolare, sono tutte le forme associate e i sistemi individuali con immesso superiore a 200 tonnellate l’anno.
Il provvedimento obbliga i soggetti responsabili alla raccolta di una quota aggiuntiva del 15% rispetto al target fissati dal DM 182/2019, con conseguente eventuale adeguamento del contributo ambientale fissato. Tale quota integrativa al target potrà essere ulteriormente incrementata fino al 20% con l’emissione di un nuovo provvedimento.
L’allarme di Confartigianato a novembre
L’allarme era stato lanciato a inizio novembre dagli autoriparatori e i gommisti di Confartigianato. Gli operatori denunciavano carenze e disservizi nel ritiro di pnenumatici e Pfu da parte dei Consorzi abilitati. I livelli di guardia raggiunti avevano spinto il presidente di Confartigianato Autoriparazione, Alessandro Angelone, a scrivere al ministro dell’Ambiente per sollecitare un intervento, arrivato oggi.
Ecopneus condivide il provvedimento
“Condividiamo appieno il provvedimento del ministero dell’Ambiente e siamo già al lavoro per la sua immediata applicazione” commenta Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus. La società senza scopo di lucro per il rintracciamento, raccolta, trattamento e recupero di Pfu è costituita dai principali produttori operanti in Italia. “Il provvedimento, ci dà l’obbligo formale e ci permette di intervenire nell’unico modo possibile per affrontare immediatamente un problema che da mesi, con particolare criticità, pesa sugli operatori della sostituzione dei pneumatici, ma che da anni investe anche il lavoro di Ecopneus”.
Il tema degli extra quantitativi rispetto agli obiettivi di raccolta è da sempre al centro dell’attenzione di Ecopneus. Ogni sforzo è teso a individuare possibili soluzioni per assicurare la completa raccolta dei PFU generati nel mercato del ricambio e prevenire le emergenze. L’eccessivo stoccaggio presso i gommisti e l’abbandono dei PFU nell’ambiente, sono minacce reali alla tutela ambientale e alla salute dei cittadini.
“Una situazione complicata, cui abbiamo fatto fronte nel tempo. Ogni anno, dal 2011, raccogliamo ben oltre l’obiettivo di legge, fino al +10%, per un totale di 130.000 tonnellate ad oggi” spiega Corbetta. Ecopneus ha anche avviato il progetto Cambio pulito, che tra il 2015 e il 2019 ha coinvolto i principali soggetti nazionali responsabili della raccolta dei PFU, le associazioni di categoria dei gommisti e dei produttori di pneumatici, con il coordinamento di Legambiente.
Tracciare per combattere i commerci irregolari
Grazie al provvedimento emesso oggi, nei prossimi mesi la situazione di attuale congestione di molti punti di sostituzione pneumatici andrà progressivamente ad alleviarsi e risolversi. Resta però più che mai indispensabile arrivare a un sistema di tracciamento e controllo che permetta di combattere l’ingresso irregolare di pneumatici nel mercato nazionale.
La dimensione dell’immissione irregolare, nelle stime degli operatori del settore, è di 30/40mila tonnellate ogni anno in tutta Italia. Cifre che ne fanno il primo nodo da affrontare, per proteggere l’ambiente, la salute e il lavoro degli operatori onesti.