Firmato in Puglia un accordo pilota tra Carabinieri e il consorzio di bonifica Capitanata per il recupero ambientale delle discariche abusive bonificate e il loro pieno ritorno nel circuito della legalità.
L’intesa è stata sottoscritta dal generale dei Carabinieri, Giuseppe Vadalà (in qualità di commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale) e dal consorzio di bonifica Capitanata, con sede a Foggia. L’impegno degli enti consorziali è mirato, soprattutto, alla rinaturalizzazione dei siti sequestrati nell’ambito di più ampi progetti per la valorizzazione dei territori.
La vicenda, a livello nazionale, prende avvio negli anni ’70 ed è del 1986 il 1° Censimento delle cave abbandonate e delle discariche abusive, redatto dai carabinieri forestali, che registrano circa 5000 discariche illecite, presenti sul territorio nazionale. Dopo aver richiamato, dal 2003, l’Italia a bonificare celermente tali scempi, l’Unione europea apre, nel 2013, una procedura d’infrazione, cui la corte di giustizia europea fa seguire, l’anno dopo, una multa di 120 milioni di euro, successivamente riparametrata con una sanzione semestrale pari a 200.000 euro per ogni sito irregolare. Così, nel 2017, il Governo, preso atto di aver pagato fino ad allora multe per circa 200 milioni di euro, decide di nominare un commissario straordinario per bonificare le aree irregolari e ridurre progressivamente l’ammontare della sanzione comunitaria. Al nuovo referente istituzionale vengono affidati 81 siti da bonificare, ridotti in due anni di lavoro a 42, pari ad una sanzione comunitaria annuale scesa a 16.800.000 euro.
“Siamo orgogliosi di poter contribuire all’azione del commissario straordinario per restituire, alle comunità, territori decontaminati – afferma Francesco Vincenzi, presidente dell’ANBI, associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue – Non è solo un recupero ambientale e di legalità, ma anche un’azione economica, che in soli due anni ha comportato, grazie a 34 siti disinquinati e sottratti alla procedura d’infrazione, un risparmio annuo di 13.600.000 euro, rimasti quindi nelle disponibilità del nostro Paese”.
“Da anni, l’azione dei consorzi di bonifica è sottoposta a un protocollo di legalità, siglato a livello nazionale – conclude Massimo Gargano, direttore generale di ANBI – Fare presto e bene è un obbiettivo, che ci accomuna con la mission del commissario straordinario, di cui condividiamo anche il metodo di coinvolgere il più ampio spettro di soggetti territoriali, perché solo impegno e professionalità possono far conseguire i risultati, che l’Unione europea, ma anche la comunità nazionale, si aspettano”.