Il dossier presenta i dati relativi ai quantitativi di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche gestite nel corso del 2016 dagli Impianti di Trattamento, aziende adibite al recupero e al riciclo dei RAEE secondo un trattamento specifico in base alle caratteristiche del singolo rifiuto. I dati sono acquisiti annualmente dal Centro di Coordinamento RAEE, come previsto dall’art. 33 del Decreto Legislativo 49/2014.
Nel 2016 sul territorio nazionale hanno operato un totale di 940 Impianti che si occupano di RAEE iscritti all’elenco gestito dal Centro di Coordinamento RAEE che comprende sia impianti dediti al trattamento per il recupero delle materie prime sia impianti che ne fanno l’immagazzinamento in attesa dell’invio ad un impianto di trattamento. Gli impianti sono situati nel Nord Italia per 665 unità, nel Centro Italia per 148 e per 127 nell’area Sud e Isole. Il dato complessivo evidenzia una diminuzione di 17 unità rispetto al 2015, dovuta principalmente alla chiusura delle attività di immagazzinamento.
A fronte di 876.757 tonnellate di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche immesse sul mercato e dichiarate al Registro AEE nel triennio 2013-2015, nel 2016 gli Impianti autorizzati hanno trattato 358.273 tonnellate di RAEE, di cui il 79% – pari a 281.956 t – provenienti da RAEE domestici e il 21% – pari a 76.317 t – da RAEE professionali. Nel complesso la dichiarazione 2016 registra un incremento dell’8,75% dei RAEE trattati rispetto all’anno precedente. In particolare, ben 281.956 tonnellate dei RAEE di origine domestica sono state trasportate dai Sistemi Collettivi associati al Centro di Coordinamento RAEE agli Impianti di Trattamento in Italia e all’estero, con una predominanza delle tipologie di rifiuti appartenenti al Raggruppamento 2 – Grandi Bianchi (86.480 t), in crescita del 24,9% rispetto al 2015 e al Raggruppamento 1 – Freddo e Clima (76.950 t) in crescita del 5,9%. I RAEE di origine professionale, pari a 76.317 tonnellate, hanno riguardato apparecchiature dismesse appartenenti a tutte le categorie merceologiche individuate dalla direttiva europea.
I dati raccolti permettono di monitorare la situazione del Paese alla luce dei nuovi obiettivi di raccolta stabiliti dalla Direttiva Europea 2012/19/UE a salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente e della salute umana. L’Italia nel 2016 ha raggiunto un tasso di ritorno del 40,86% complessivo, purtroppo insufficiente a raggiungere il target europeo che prevede il ritorno del 45% della media dell’immesso del triennio precedente entro il 2016. Il prossimo traguardo prevede il ritorno del 65% entro il 2019.
”Dalla seconda edizione del Rapporto sulla gestione dei RAEE emerge un resoconto molto positivo delle attività messe in campo dal 2016 ad oggi da tutti gli operatori coinvolti nella gestione e nel trattamento di questa particolare tipologia di rifiuti, che consentono di rendere operative le previsioni contenute nell’Accordo sul Trattamento dei RAEE – commenta Fabrizio Longoni, Direttore Generale del Centro di Coordinamento RAEE – Nel complesso i dati registrati nel corso dell’anno risultano soddisfacenti, ma purtroppo non sono stati sufficienti a raggiungere il target europeo di ritorno del 45% rispetto alle AEE immesse sul mercato fissato nel 2016. I risultati raggiunti dimostrano che la strategia del “fare sistema” è vincente e va perseguita con determinazione in vista degli sfidanti obiettivi europei previsti per il 2019 e dell’uscita del decreto sul trattamento adeguato. Sia i quantitativi originati dai RAEE professionali, sia quelli domestici dovranno essere incrementati con particolare attenzione alle attività di chi ha il compito di effettuare la raccolta. L’impiantistica italiana è pronta ad affrontare la sfida di un incremento dei volumi da gestire”.
Infine, i dati provenienti dagli Impianti di Trattamento consentono, se confrontati con quelli forniti dai Sistemi Collettivi, di fare delle considerazioni sulla presenza di flussi di RAEE che giungono direttamente agli impianti senza avvalersi del sistema organizzato dal Centro di Coordinamento RAEE. Questi quantitativi non esistono! Risulta quindi chiaro che tutti i quantitativi di RAEE che sono generati non sono correttamente identificati e sfuggono al sistema di gestione regolato dalla legge andando ad alimentare il traffico illegale dei rifiuti, fonte di inquinamento ambientale e di distorsione economica. Ultimo, ma non meno importante, questo causa l’impossibilità per l’Italia di raggiungere i target imposti dalla Comunità Europea.