Con lo sviluppo del Biogasfattobene® al 2030 si potrebbe assorbire nei suoli una quota di CO2 aggiuntiva equivalente ai gas di scarico prodotti in 1 anno da 6 milioni di auto e mitigare il 70% delle emissioni agricole in Italia
“Promuovere il pieno utilizzo del biogas esistente, stimolare lo sviluppo del biometano e favorire tecnologie e pratiche agronomiche che consentano la ricarbonizzazione dei suoli” sono queste le linee direttrici per favorire la transizione verso un modello circolare di produzione agricola, tracciate dal Presidente Piero Gattoni, in audizione presso la commissione Attività produttive della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle prospettive di attuazione e di adeguamento della Strategia energetica nazionale al Piano Nazionale Energia e Clima per il 2030.
L’agricoltura può partecipare attivamente alla soluzione della crisi climatica grazie alle forti potenzialità di contenimento delle emissioni, di supporto al greening delle reti di distribuzione del gas e di bilanciamento rinnovabile del sistema elettrico italiano.
Il presidente Gattoni, intervenendo in rappresentanza degli oltre 900 soci del Consorzio ha disegnato una strategia per il settore. “Va valorizzato appieno il potenziale di produzione di biogas esistente ponendo un obiettivo di utilizzo di gas rinnovabile pari al 10% del consumo attuale di gas naturale. È urgente favorire la riconversione a biometano degli impianti esistenti per ottenere un biocarburante avanzato 100% made in Italy e promuovere l’utilizzo di metano rinnovabile negli usi industriali – dichiara Gattoni – senza trascurare l’attuale patrimonio di produzione elettrica programmabile, che può essere usato per integrare la penetrazione delle rinnovabili non programmabili, come solare ed eolico. Infine – aggiunge Gattoni – vanno promosse tecnologie e pratiche agronomiche di ricarbonizzazione dei terreni agrari italiani attraverso la concimazione organica con il digestato, la fertirrigazione e la diffusione dell’agricoltura conservativa e di precisione”.
Oggi il biogas agricolo con il 77% degli impianti e il 68% della potenza istallata genera ben l’82% dell’energia elettrica complessiva da biogas.
“Grazie a oltre 4 miliardi di investimenti e oltre 12 mila posti di lavori stabili generati, il Green New Deal per il settore agricolo è già iniziato” conclude Gattoni. “L’attuale bozza del PNIEC, tuttavia, sottostima notevolmente il potenziale del settore al 2030. Chiediamo che nel PNIEC sia mantenuta la traiettoria di crescita delle bioenergie in linea con gli scenari della SEN a tutela di un patrimonio acquisito, che, oltre a rafforzare le produzioni agricole di eccellenza e a favorire gli investimenti in innovazione, ha creato un polmone verde che potrà contribuire attivamente a incrementare la fertilità dei suoli e a decarbonizzare la nostra agricoltura”.
PER APPROFONDIRE
Alcuni dati per capire l’importanza dell’agricoltura del Biogasfattobene® promossa da CIB per la lotta al cambiamento climatico:
Attraverso il modello del biogasfattobene l’agricoltura può riorganizzare il ciclo dei nutrienti e l’utilizzo del suolo diventando carbon negative. Tale approccio innovativo permette di incrementare la produzione primaria dei terreni, produrre carbonio addizionale nel suolo e, grazie all’utilizzo del digestato, accrescere il tenore della sostanza organica nei suoli. Con il miglioramento delle rotazioni delle colture e l’intensificazione ecologica dell’agricoltura con il ricorso alla c.d. doppia coltura (secondo raccolto), secondo studi CIB, si può arrivare a un sequestro dall’atmosfera di CO2 aggiuntivo di 8 tonnellate per ettaro. Al 2030, si potrebbe arrivare a una superficie di doppie colture di 900.000 ettari per un totale complessivo di 8 megatonnellate di CO2 sequestrata, che compenserebbero le emissioni di CO2 generate dalla percorrenza media annua di circa 6 milioni di auto. Con l’uso del digestato, che valorizza gli effluenti zootecnici, in sostituzione dei fertilizzanti di sintesi si eviterebbero 675.000 tonnellate di CO2eq, con un’efficienza d’uso del digestato al 50%. Con investimenti aggiuntivi in innovazione si potrebbe arrivare a un’efficienza d’uso del digestato del 100% e dunque a evitare 1.247.000 tonnellate di CO2eq. Complessivamente, il sistema potrebbe incidere sul 70% delle emissioni del settore primario, riducendole. Secondo CIB, inoltre, la produzione elettrica da biogas, grazie all’attuale alimentazione del digestore (30% colture, 60% effluenti zootecnici e 10% sottoprodotti) e ad alcune pratiche disposte anche per legge (copertura delle vasche di stoccaggio del digestato) è già oggi sostenibile secondo le indicazioni della RED2. Secondo la RED2, infatti, sono sostenibili le produzioni che riducono di almeno il 70% le emissioni rispetto al combustibile fossile di riferimento. Già ora la riduzione delle emissioni della produzione di energia elettrica da biogas è dell’81%, quindi perfettamente in linea con le indicazioni europee.