Curlisi (dg CIB): “Biogasfattobene puo’ intervenire positivamente sul 50% delle emissioni agricole. Obiettivo 10% di gas rinnovabile in rete e un piano per lo stoccaggio di carbonio nei terreni agricoli”
Il settore agricolo può fornire un contributo determinante nel prossimo Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC). Lo ha ribadito con forza CIB – Consorzio Italiano Biogas nel corso di un convegno tenutosi stamane all’Hotel Nazionale a Roma con l’organizzazione del Coordinamento FREE.
Il PNIEC, in via di definizione, inquadra l’agricoltura esclusivamente come una voce passiva che contribuisce alle emissioni di gas serra.
“Sebbene i dati riportati nel Piano – commenta Christian Curlisi, direttore CIB – ribadiscano che l’agricoltura sia un settore emissivo, contribuendo per circa il 9% alle emissioni complessive, occorre anche considerare che per ridurre efficacemente le emissioni si dovrà assegnare un ruolo di primo piano alla stessa agricoltura, ponendo le condizioni affinché essa possa dispiegare il proprio potenziale di mitigazione”.
“La diffusione del modello di produzione agricola integrata con la digestione anaerobica con produzione di biogas e biometano – spiega Curlisi – può intervenire positivamente sul 50% delle emissioni agricole di gas serra, riducendole. Secondo elaborazioni CIB su dati ISPRA, infatti, la digestione anaerobica potrebbe agire positivamente su oltre 14.500 mega tonnellate di CO2eq all’anno delle complessive 30 mila prodotte dalle attività agricole, grazie alla valorizzazione di effluenti zootecnici, alla riduzione drastica dei fertilizzanti chimici, all’ottimizzazione del riciclo dei nutrienti e all’adozione di tecniche avanzate di coltivazione”.
Uno degli output più importanti del processo di digestione anaerobica da matrici agricole è il digestato che può migliorare la resilienza dei terreni ed essere utilizzato in luogo dei fertilizzanti chimici.
“Non esiste alcun fertilizzante di sintesi capace di sostituire gli effetti di miglioramento della fertilità del suolo indotti dalla sostanza organica”, chiarisce il direttore CIB Curlisi aggiungendo che: “Il confronto tra dati emissivi dei fertilizzanti di sintesi e il digestato sono impressionanti: sostituendo i fertilizzanti di sintesi con il digestato, si possono ridurre fino a 10 kg di CO2eq per metro cubo di digestato usandolo con un’efficienza compresa tra il 50 e l’80%. Sostenendo adeguatamente questa pratica, si può arrivare a un’efficienza del 100% e ottenere una riduzione doppia, ovvero circa 20 kg di CO2eq per metro cubo di digestato”.
La richiesta di intervento sul PNIEC avanzata dal CIB si articola in tre punti: “Stante la potenzialità italiana di 80 TWh di gas rinnovabile – spiega Curlisi – riteniamo che il PNIEC possa puntare a un obiettivo del 10% di gas rinnovabile in rete al 2030 e debba, dunque, prevedere un obiettivo di incentivazione per l’impiego di biometano nei trasporti pesanti, marittimi, nella meccanica agricola, nel trasporto aereo e ferroviario, in modo da imprimere una forte accelerazione al processo di decarbonizzazione dei trasporti difficilmente elettrificabili. Inoltre, riteniamo che il PNIEC debba confermare forme di incentivazione per il biogas agricolo nella generazione distribuita in assetto cogenerativo. Infine, dovrebbero essere previste azioni mirate a favorire un piano per la ricarbonizzazione dei terreni agrari italiani attraverso lo sviluppo delle doppie colture, la concimazione organica e la diffusione dell’agricoltura conservativa e di precisione”.
Secondo CIB, tali misure garantirebbero di produrre energia flessibile e rinnovabile che potrebbe, a sua volta, favorire una maggiore penetrazione delle altre fonti rinnovabili nella rete elettrica; di raggiungere gli obiettivi FER nei trasporti e, poiché il biogas è promotore di sviluppo e innovazione in agricoltura e lungo tutta la filiera, di ottenere importanti ricadute in termini di occupazione, investimenti e ricerca.