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Plastica: coniugare ambiente, innovazione, occupazione si può

Sostegno al riciclo, ricerca sui materiali, formazione delle imprese, educazione dei consumatori. L’industria italiana delle plastiche in cammino verso gli obiettivi della circular economy.

Un percorso per l’industria italiana della plastica capace di coniugare crescita economica, innovazione e sostenibilità ambientale e sociale, che si snoda attraverso il massimo impegno per l’impiego di plastica riciclata di qualità, la formazione degli addetti del settore sulla progettazione sostenibile dei prodotti e un accompagnamento delle imprese alla industrializzazione sostenibile. Questa la piattaforma di lavoro lanciata oggi da Federazione Gomma Plastica e Unionplast con la Prima Conferenza nazionale sul futuro sostenibile delle plastiche tenutasi a Milano presso la sede de Il Sole 24 Ore. Primo di una serie di strumenti, un credito d’imposta per le imprese che utilizzano almeno il 30% di plastica riciclata nei propri prodotti, con premialità crescente in base al livello di difficoltà, proposta lanciata dal Presidente di Unionplast Luca Iazzolino e condivisa con il Tavolo Permanente per il Riciclo di Qualità, iniziativa cui partecipano Federazione Gomma Plastica, IPPR, Corepla, ENA, ISPRA e Legambiente, con il fine di incrementare quantità e qualità dei materiali plastici riciclati.

Il settore della trasformazione della plastica in Italia ha un valore di oltre 30 miliardi di euro; nel 2018 sono state trasformate circa 6.8 Milioni di tonnellate di resine termoplastiche delle quali circa il 15%, ovvero 1 milione di tonnellate, sono plastiche riciclate provenienti dall’economia circolare. Un dato che testimonia l’impegno delle imprese per la sostenibilità e un trend in aumento, come confermato da IPPR-Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo, che in 14 anni ha portato alla certificazione a marchio Plastica Seconda Vita 3095 prodotti incorporanti una media del 90% di plastica riciclata, di cui 1.600 solo negli ultimi due anni.

Il futuro deve vedere un potenziamento dell’eco-progettazione, del riciclo, specie quello di qualità, della ricerca sui materiali non di origine fossile, insieme a una educazione dei cittadini a non abbandonare i rifiuti nell’ambiente – dichiara Luca Iazzolino, Presidente Unionplast. Dobbiamo essere consapevoli che in un momento storico come questo, in cui sale la disoccupazione, c’è un calo della produzione e delle vendite e la crescita ha segno negativo prefigurando uno scenario di possibile recessione, un provvedimento come quello del bando dei prodotti in plastica monouso e una guerra indiscriminata alle plastiche senza alcun riguardo al ruolo di questi materiali nella società, possono avere effetti ancora più deleteri sull’economia. Penalizzare violentemente questo comparto industriale, che rappresenta il 22% dell’industria europea del settore, non produrrà effetti positivi sull’ambiente, visto che il problema del marine litter proviene soprattutto dall’Asia; meglio sarebbe lavorare a fianco delle nostre 5.000 aziende per aiutarle nella transizione sostenibile, salvaguardando le eccellenze tecnologiche e imprenditoriali che rappresentano e le 110.000 persone che vi lavorano, spesso in territori a basso tasso occupazionale. Questa è la proposta che facciamo al Governo.

IPPR ha promosso un’indagine su 60 soggetti della filiera italiana, dalle aziende di prima trasformazione alla GDO, sugli ostacoli da superare per migliorare l’economia circolare, tra cui spiccano la scarsa informazione dei consumatori sulla qualità dei materiali riciclati, una visione distorta circa gli impatti ambientali delle materie plastiche, il rafforzamento del GPP (gli acquisti verdi della PA) e le politiche di approvvigionamento della GDO. Sul fronte economico rappresentano una barriera l’incomprimibilità dei costi fissi per i riciclati, la disparità di costi di acquisto di rifiuti selezionati, la poca disponibilità di materiale riciclato di qualità con costi artificiosamente alti rispetto al materiale vergine. Le direttive sull’economia circolare non sono giudicate aderenti all’effettiva situazione di mercato e tecnologica e la normativa per le plastiche monouso è giudicata un’azione che difficilmente contribuirà a risolvere le criticità dell’inquinamento ma che al contrario potrebbe portare ad una demonizzazione di alcuni settori merceologici. Accordo unanime si registra su misure di agevolazione fiscale come il credito d’imposta per promuovere l’impiego di plastiche riciclate, la riduzione/esenzione dei contributi ambientali, riduzioni dell’Iva sul prodotto finale o strumenti di finanza agevolata per la ricerca sulle frazioni plastiche ad oggi ancora non riciclate.

Partner della conferenza IPPR – Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo, Montello S.p.A. e Corepla.

Tutti i materiali della conferenza sono disponibili al link: https://plastics4p.it/press-room/