Si riapre la vicenda del glifosato, erbicida sospettato di essere dannoso per la salute, che sul finire del 2017 ha infiammato lo scontro tra i Ventotto dell’Ue, incapaci fino all’ultimo di trovare un accordo sul rinnovo dell’autorizzazione. La proroga della licenza di cinque anni, arrivata in extremis lo scorso novembre, non è andata giù al Parlamento europeo, che chiedeva invece di eliminare gradualmente il commercio e l’utilizzo del glifosato entro la fine del 2022.
Ora gli eurodeputati vogliono vederci chiaro e capire quale sia stato l’iter esatto che ha portato al via libera. Per farlo, i capigruppo dell’Eurocamera hanno annunciato l’istituzione di una commissione speciale per esaminare le procedure di autorizzazione dell’Unione sui pesticidi. L’obiettivo è scoprire se l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) abbiano subito pressioni dalla Monsanto, casa produttrice del controverso pesticida, per fornire valutazioni positive orientate a garantirne il rinnovo della licenza. “Non possiamo permetterci nemmeno l’ombra del dubbio”, ha detto la vicepresidente dei Socialisti e Democratici (S&D), Kathleen Van Brempt. L’ultima valutazione sull’erbicida sospetto di essere dannoso per la salute è arrivata a dicembre dall’Epa, l’agenzia statunitense per la protezione ambientale.
‘Probabilmente non cancerogeno’ è il giudizio statunitense, che nello scontro scientifico si inserisce a suffragio delle analisi di Efsa ed Echa, ma in contrasto con altre istituzioni come l’Oms. “Grazie al duro lavoro di attivisti e ambientalisti, la questione del glifosato e di altri pesticidi nocivi è stata portata in primo piano nel dibattito politico”, fanno sapere i Verdi, che chiedono a gran voce di “esaminare il lavoro delle agenzie europee” affinché “siano irreprensibili nella valutazione delle sostanze potenzialmente pericolose”. La commissione speciale sarà composta da 30 membri e lavorerà per nove mesi. Prima della riunione costituente, prevista nel marzo 2018, dovrà però incassare il via libera di tutta l’Eurocamera, riunita in plenaria a Strasburgo, a febbraio.
Nodo della questione la tutela della salute pubblica e dell’ ambiente che, proseguono i Verdi, “deve prevalere su qualsiasi altra considerazione e richiede la totale indipendenza del lavoro scientifico”.