Nei Paesi Bassi, dal 2026, scatterà l’obbligo di installare pompe di calore al posto delle caldaie a gas, o di connettersi alle reti di teleriscaldamento. Un obbligo agevolato da sussidi per abbassare i costi a carico dei privati.
La decisione punta ad annullare entro quattro anni tutte le forme di riscaldamento basate sui combustibili fossili. Al momento c’è già un sussidio del 30% per l’acquisto di questi sistemi di riscaldamento sostenibili. Inoltre, fino al 2030, verranno stanziati 150 milioni di euro all’anno per supportare i proprietari di casa nella sostituzione.
A livello europeo, la data finale per l’immissione sul mercato di caldaie a combustibili fossili autonome è stata fissata al 2029. L’obiettivo 2026 dei Paesi Bassi è stato annunciato nella stessa settimana in cui l’esecutivo olandese ha posto la sua firma sull’accordo – sottoscritto anche da Germania, Danimarca e Belgio – per “trasformare” il Mare del Nord in una enorme centrale elettrica green da almeno 150 gw di capacità eolica offshore.
Le pompe di calore – che in Italia rientrano nel Superbonus 110% ma sono ancora poco diffuse – ricavano l’energia dall’ambiente (acqua, sottosuolo o aria esterna) e la rilasciano nelle abitazioni, sotto forma di calore ad alta temperatura, tramite uno scambiatore di calore.
Esistono anche pompe di calore ibride: impianti di riscaldamento con più generatori di calore alimentati da fonti energetiche eterogenee (rinnovabili e non): anche queste soluzioni sono connesse a minori emissioni e bollette più snelle. In più, rientrano tra le opzioni al momento più adatte ai condomini.
La novità delle pompe di calore obbligatorie entro il 2026 è la punta dell’iceberg delle politiche di decarbonizzazione attuate dai Paesi Bassi: dalla carbon tax crescente nel tempo sui settori dell’energia elettrica e dell’industria a un vasto programma di sussidi per le nuove tecnologie green, passando per gli incentivi dedicati alle auto elettriche e alla mobilità attiva.
