Nella Pac dopo il 2020 l’intervento su ambiente e clima sarà la parte più rilevante di piani strategici nazionali, mentre continuerà il riequilibrio della distribuzione degli aiuti tra nuovi e vecchi Stati membri: sono alcuni elementi della politica agricola comune (Pac) post 2020 illustrate dal commissario Ue all’agricoltura Phil Hogan in un’intervista all’Ansa rilasciata in occasione della presentazione della comunicazione di Bruxelles sulla nuova Pac.
“I piani strategici nazionali sono un superamento del greening” dice Hogan, riferendosi al pagamento verde obbligatorio molto criticato sia dagli agricoltori che dagli ambientalisti. “Il greening è il simbolo dell’approccio a ‘taglia unica’ per cui a Bruxelles decidiamo anche come misurare gli alberi. Non ha funzionato e vogliamo migliorare, superando il greening per fare meglio sull’ambiente”. Nel documento sul futuro della Pac si afferma che la convergenza del valore degli aiuti a livello Ue continuerà, premiando i nuovi Stati membri ma riducendo il sostegno per altri, come l’Italia. “Continueremo a muoverci in quella direzione – ha detto Hogan – ma al tempo stesso ci sarà la flessibilità necessaria. Ho parlato della questione con il ministro italiano e sono sicuro che il punto di vista italiano sarà tenuto in conto. Ricordiamoci che il vostro paese e gli altri che si sentono penalizzati da questa misura, parteciperanno alla decisione finale”. Quanto all’ipotesi di co-finanziamento dei pagamenti diretti, il commissario ha sottolineato che “è solo una delle opzioni prese in considerazione, ma credo che molti paesi membri avranno difficoltà ad accettarla. Starà a loro decidere nell’ambito del negoziato sul bilancio” post 2020.
Hogan ha quindi negato che ci si stia avviando verso una “rinazionalizzazione” delle politiche agricole: “gli obiettivi saranno comuni e decisi a livello Ue, i paesi si occuperanno dell’applicazione. Vogliamo ridurre la burocrazia – ha poi aggiunto – utilizzando le tecnologie satellitari per alleggerire gli oneri di controllo” per programmi che “saranno di 7 anni e che svilupperemo insieme alle amministrazioni nazionali. Il nostro referente sarà l’amministrazione centrale, sarà poi suo compito dialogare con le regioni”. I piani nazionali, secondo il commissario, serviranno anche a definire la figura di agricoltore ‘attivo’ quale beneficiario esclusivo degli aiuti Pac. “L’obiettivo a livello Ue sarà far arrivare i fondi a chi fa davvero agricoltura, starà agli Stati membri presentare proposte credibili” per individuare i beneficiari. La nuova Pac guarderà anche al fenomeno migratorio, così importante per l’Italia. “La popolazione mondiale è in crescita, soprattutto in Africa, ed è importante pianificare ora un intervento per affrontare il boom demografico e le cause della migrazione alla radice. La cooperazione in agricoltura può dare un contributo importante per assicurare sviluppo nei paesi da dove arrivano i migranti”.