Mortalità da veleni ancora alta: «Riparta subito la bonifica»
Lo scorso 2 settembre la giunta regionale avrebbe dovuto approvare un importante piano di studi ed approfondimenti sui 4 Sin di Massa-Carrara, Livorno, Piombino e Grosseto-Orbetello. La votazione del documento, però, è stata rimandata. Un però peccato, perché lo studio, realizzato dagli uffici regionali in collaborazione con Coordinamento regionale ambiente e salute, Agenzia regionale di sanità, Cnr, Ispro e le tre Asl toscane, avrebbe permesso di approfondire l’esame della situazione sanitaria del nostro territorio, che, oltre 30 anni dopo la dismissione degli impianti, anche a causa delle mancate bonifiche, sta ancora pagando un tributo altissimo in termini di malattie oncologiche a Farmoplant, Fibronit, Rumianca, Ferroleghe, Italiana Coke ed altre industrie attive all’epoca del polo chimico. Questo era già emerso, nero su bianco, nel quinto aggiornamento dello studio epidemiologico nazionale Sentieri, coordinato dall’Istituto superiore di sanità, che a Massa-Carrara aveva confermato eccessi di mortalità e di ricoveri ospedalieri per malattie tumorali e non tumorali e ben 314 casi di malformazioni congenite dal 2002 al 2015, spesso riconducibili all’inquinamento chimico residuo della zona industriale.
Se ne è tornati a parlare all’apertura della tre giorni di “F come Scienza”, festival organizzato al parco della Rinchiostra dall’associazione culturale “murAperte”, in occasione della tavola rotonda “La salute della comunità”. All’evento, dopo l’intervento del sindaco Francesco Persiani, hanno partecipato Gigliola Ciacchini, responsabile provinciale dell’Arpat, Fabrizio Bianchi, responsabile dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr a Pisa, Fabio Costantino Scirocco, cardiologo dello studio radiologico Mergoni, Alberto Rutili, dell’associazione Medici per l’ambiente ed Aldo Di Benedetto, della direzione generale del ministero della Salute. A moderare il dibattito è stata Liliana Cori, ricercatrice del Cnr.
«Alle generazioni più giovani -ha detto il sindaco Persiani- il nome Montedison/ Farmoplant oggi dice poco o niente. Quest’opera di rimozione della memoria è molto grave, perché dimostra che negli ultimi 30 anni si è voluto calare un velo di silenzio pesante su un problema che invece continua ad interessare tutti. Ci sono voluti molti anni, ma adesso le risorse per le bonifiche sono finalmente disponibili. Ora occorre mantenerle e partire per davvero». Il dottor Bianchi, che studia la situazione apuana dal 1984, anno in cui partecipò al gruppo di lavoro sull’incendio scoppiato alla Rumianca con fuoriuscita di diossina, ha fatto il punto sulla situazione ambientale del nostro territorio, caratterizzata da eccessi significativi di mortalità generale rispetto alla media regionale per tumori (stomaco, laringe, polmone, pleura, fegato, vescica), per malattie del sistema circolatorio, digerente e respiratorio. «Massa Carrara – ha spiegato l’esperto- è sempre stato uno dei siti più impattati. Tra i vari fattori di rischio, assume un’importanza rilevante l’esposizione occupazionale e lavorativa. I maschi, inoltre, risultano assai più colpiti delle femmine». Attualmente disponiamo di dati su tutti i comuni, ma occorre uno studio micro-geografico, che studi la situazione più nel dettaglio. «Per eliminare il pericolo che continua a gravare sulla salute della popolazione apuana, -ha concluso Bianchi- dovranno essere completamente bonificate le aree ancora inquinate presenti nel Sin/Sir».