L’Italia deve rispettare le regole Ue contro il rumore ambientale, e tracciare le necessarie mappe acustiche e i piani anti-rumore. E’ il monito lanciato dalla Commissione Ue, che ha aggravato la procedura d’infrazione aperta contro l’Italia con l’invio di un parere motivato.
Il rumore ambientale è infatti la seconda causa di decessi prematuri dopo l’inquinamento atmosferico. La direttiva Ue del 2002 prevede che gli stati membri adottino mappe acustiche sull’esposizione al rumore nei maggiori centri, lungo gli assi stradali e ferroviari principali e in prossimità degli aeroporti più importanti. Queste sono la base per definire i piani d’azione antirumore.
Bruxelles ha aperto l’infrazione nel 2013 e nel 2016 ha inviato una seconda lettera di messa in mora. Oggi mancano ancora mappe strategiche per 17 agglomerati e 22 strade, e devono essere adottati piani d’azione per 32 agglomerati, 858 strade e un asse ferroviario. Da qui la decisione di inviare un parere motivato. L’Italia ha ora due mesi per rispondere, altrimenti rischia di finire alla Corte Ue.