Sono stati stanziati i 250 milioni di fondi europei per bonificare il sito della ex discarica di Malagrotta, a Roma. Lo rende noto il presidente della Commissione Ecomafie, Stefano Vignaroli secondo cui “è finalmente un passo concreto per salvaguardare cittadini, ambiente e salute”.
Il finanziamento arriva d’urgenza dopo settimane di lavoro sinergico per evitare la maxi multa europea. Il Lazio rischia infatti di vedersi comminare una sanzione milionaria dalla Corte di giustizia europea, che ha già aperto una procedura di infrazione sull’invaso all’estrema periferia Ovest di Roma.
Preso atto delle difficoltà finanziare della E. Giovi srl, la società proprietaria della discarica, la Regione ha chiesto al Consiglio dei ministri le risorse per la messa in sicurezza ed il capping del sito. Così è arrivato l’accordo e il finanziamento: 249.976.321 euro pescati dal Fondo sviluppo e coesione dal ministero, con il vincolo di termine lavori entro il 31 dicembre 2025.
Per quella data, come si legge in un documento della Struttura di missione per le procedure di infrazione della presidenza del Consiglio dei ministri, il capping della discarica dovrà essere “concluso, collaudato e rendicontato”.
I 250 milioni di euro saranno messi a disposizione dal Ministero della Transizione ecologica, mediante il Fondo Coesione e Sviluppo, mentre la Regione sarà il soggetto attuatore attraverso il Commissario unico Giuseppe Vadalà, che sarà incaricato di gestire tutte le fasi dell’affidamento e dell’apertura dei cantieri.
Malagrotta, trent’anni di discarica
Vignaroli ricorda che si tratta della “più grande discarica d’Europa, chiusa ma mai bonificata. Un vero e proprio ecomostro”. Dopo trent’anni di accumulo dei rifiuti romani, Malagrotta è stata chiusa nel 2013, durante l’amministrazione Marino. Ma la bonifica e la copertura non sono mai partite. Questa la ragione principale della multa pendente.
La corsa ai ripari
“Nelle ultime settimane tutte le istituzioni competenti hanno lavorato in sinergia per reperire le risorse economiche e promuovere i procedimenti tecnici e amministrativi con l’obiettivo di accelerare sulle operazioni di capping della discarica, fornendo indicazioni chiare su tempi e responsabilità: è stato infatti definito un preciso cronoprogramma che prevede la conclusione degli interventi e la rigenerazione dell’area entro il 2025” dichiara Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio.
Per non perdere altro tempo la regione Lazio, “preso atto delle difficoltà rappresentate da Roma Capitale nell’assumere il ruolo di ‘Soggetto Attuatore’ dell’intervento in questione” ha deciso di puntare su un Commissario unico: Giuseppe Vadalà. Il generale di brigata dei carabinieri forestali, è chiamato ad operare con l’ausilio di una task force altamente specializzata.
“Avvieremo da subito un percorso di confronto con i Municipi interessati e con i residenti della Valle Galeria per costruire insieme a loro un programma di interventi per la realizzazione di un grande parco e di aree attrezzate, per fare in modo che quella che per decenni ha rappresentato un grave vulnus ambientale diventi una nuova opportunità per la riqualificazione di questo territorio” aggiunge Sabrina Alfonsi, Assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti del Comune di Roma.
Bonifica e capping
A Malagrotta sono tante le operazioni da mettere in campo. Servono nuovi pozzi per estrarre il percolato; ne va creata una rete di raccolta, con la realizzazione di depositi temporanei. Poi il percolato va trattato.
Terminate queste operazioni si deve quindi procedere con il capping, vale a dire con la copertura superficiale finale e la sistemazione ambientale dell’ex discarica.
Una procedura in danno
“Questi fondi per la bonifica saranno reclamati in danno al proprietario di Malagrotta secondo il principio di chi inquina, paga” ha dichiarato Stefano Vignaroli, in riferimento alla E. Giovi, società privata legata alla famiglia Cerroni.