In molti si chiedono se l’ “isola di plastica”, come viene chiamata, esista anche da noi. Spoiler: sì, c’è, ma più che un’isola è una vera e propria “zuppa” di plastica, che per via delle correnti, insieme a materiale organico di vario tipo, si accumula nel Mar Tirreno, nella zona tra Elba-Corsica-Capraia, all’interno del Santuario dei Cetacei.
L’abbiamo visitata.
Bottiglie, contenitori in polistirolo usati per la pesca, flaconi, buste e bicchieri di plastica… per lo più imballaggi che vengono usati per pochi minuti, ma restano in mare per decenni, hanno accompagnato la nostra navigazione, mentre stavamo percorrendo il Tirreno per monitorare lo stato di inquinamento dei nostri mari insieme al CNR-IAS di Genova e l’Università Politecnica delle Marche durante il nostro tour Mayday.
La plastica ha davvero il dono dell’ubiquità, è ovunque, anche in quelle aree che sulla carta dovrebbero essere protette, come il Santuario Pelagos. In questo tratto di mare, di alto valore naturalistico per la presenza di molti cetacei, per una convergenza di correnti, si crea un vortice di plastica. Abbiamo effettuato dei campionamenti con i ricercatori a bordo per verificare anche la presenza di microplastiche: i risultati saranno noti nei prossimi mesi.
La verità è che l’unico modo per salvare i nostri mari e le specie che lo popolano è fare la guerra all’usa e getta, arrivando a ridurre drasticamente la produzione di plastica!