Un intervento degli esperti dell’Istituto che hanno contribuito alla redazione del documento
L’analisi degli studi di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) condotti negli anni ha permesso di evidenziare la scarsa considerazione che è stata data ad una corretta valutazione dell’impatto sulla salute determinato da fattori di rischio associati a opere/impianti/progetti per le popolazioni esposte residenti nei territori limitrofi. Conseguentemente la nuova Direttiva VIA 2014/52/CE pone una maggiore enfasi sugli impatti determinati su “popolazione e salute” intervenendo sull’impostazione prevalentemente ambientale data in precedenza alla procedura VIA.
Il recepimento italiano della Direttiva, con il D.Lgs 104 del 16 giugno 2017, accoglie questo aspetto esplicitandolo nella richiesta di condurre obbligatoriamente una Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) per i nuovi impianti appartenenti alla categorie dei grandi impianti di combustione (>300 MWth), le raffinerie di petrolio greggio, gli impianti di gassificazione e di liquefazione e i terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto, ovvero per gli impianti che possono determinare forti impatti sul territorio in relazione alla loro attività produttiva. Lo studio VIS e la predisposizione di un dossier tecnico è a carico dei proponenti e dovrà essere valutato dalla Autorità Competente preposta al rilascio delle autorizzazioni. In questo contesto il legislatore attribuisce all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) il compito di i) scrivere le linee guida su come condurre una VIS; ii) valutare gli studi prodotti dai proponenti per il dossier e di iii) verificare, nella fase post-operam di esercizio, la conduzione del monitoraggio sanitario (da affiancare a quello ambientale) previsto e predisposto nella fase ante-operam, per il controllo delle stime previsionali condotte.
Le Linee Guida (LG) sono state redatte dall’ISS, approvate dal Ministero della Salute e pubblicate in GU n. 126 del del 31 maggio 2019. Successivamente sono state anche pubblicate in un rapporto Istisan reperibile online e liberamente scaricabili.
Il gruppo di lavoro, nell’elaborare il documento, ha fatto riferimento all’approccio integrato che l’ISS ha sempre adottato nel condurre studi di valutazione di impatto sulla salute determinato dall’esposizione a fattori di rischio ambientale, attraverso procedure che sono consolidate e accettate a livello Europeo e Internazionale. L’approccio descritto pone un particolare rilievo al percorso logico delle azioni valutative, insieme alla forte integrazione tra le diverse expertise tecnico-scientifiche che entrano in gioco. Avere un quadro completo della situazione ante-operam è assolutamente cruciale perché fornisce una accurata conoscenza del territorio e della qualità ambientale, da cui deriva una “realistica” valutazione dell’esposizione della popolazione preesistente all’opera, così come dalla conoscenza dello stato di salute della popolazione esposta (per cui il riferimento principale è la metodologia sviluppata in SENTIERI – Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio di Inquinamento), discenderà una corretta valutazione prospettica di impatto sanitario. Lo stato di salute ante operam sarà soprattutto riferito a quegli indicatori di salute, provenienti da studi tossicologici e/o epidemiologici descritti nella letteratura scientifica, connessi ai fattori di rischio che si presuppone siano associati all’insediamento e al funzionamento dell’opera in esame.
Poiché la procedura riguarda una valutazione prospettica degli effetti sulla salute e benessere umano connessi ai fattori di rischio associati all’opera, per identificare le misure atte a prevenire, eliminare o rendere minimi gli impatti negativi sulla salute prima che questi si verifichino effettivamente, nella maggioranza dei casi la VIS procederà con una valutazione di rischio di tipo tossicologico con approccio basato sul peso dell’evidenza (Weight of Evidence) che tenga conto anche dei dati epidemiologici disponibili. Nei casi in cui sia possibile disporre di relazioni dose-risposta provenienti da dati epidemiologici si potrà procedere ad una valutazione attraverso indicatori di health impact assessment. Per il controllo dei potenziali effetti sulla salute segue, infine, la pianificazione di un monitoraggio sulla salute per quegli indicatori ambientali-sanitari correlati agli impatti del progetto. Il monitoraggio sarà principalmente finalizzato a comprendere l’esposizione reale della popolazione e, con metodologie di tipo epidemiologico, a verificare le potenziali modifiche dello stato di salute della popolazione in un confronto ante e post operam. Una novità della linea guida è anche l’inclusione di una procedura di valutazione ecotossicologica che esprime la sua maggiore potenzialità nelle fasi di screening e monitoraggio, per descrivere, tramite opportuni indicatori, lo stato di qualità ambientale prima e dopo la realizzazione dell’opera e rilevare precocemente effetti di miscele o di inquinanti non direttamente monitorati. Il documento sottolinea anche la necessità di integrare la descrizione dei profili di salute generali e specifici ante operam, con valutazioni sulle ricadute socioeconomiche dell’opera, in particolare per le comunità che risultino interessate da un aumento di esposizioni potenzialmente rischiose o che possano beneficiare di effetti potenzialmente ‘positivi’.
Il percorso di valutazione dell’impatto sanitario, che si colloca all’interno di un processo valutativo autorizzativo, richiede di instaurare rapporti di scambio e collaborazione tra il proponente e gli Enti territoriali che possiedono i dati ambientali e sanitari indispensabili alla realizzazione dello studio di VIS. Questo aspetto delicato, soprattutto per la definizione delle specifiche responsabilità che ne possono derivare, richiede la definizione di una procedura efficace e riconosciuta applicabile a tutto il territorio nazionale. Tale esigenza è evidente anche sulla base di quanto emerso negli studi di VIS che l’ISS ha avuto modo di consultare e valutare nei mesi successivi alla pubblicazione delle LG. Per andare incontro alle necessità di confronti fattivi tra proponente e Enti territoriali, è necessario predisporre attività formative e di verifica delle procedure di VIS, in particolare con le strutture che trattano i dati sanitari, affinché sul territorio italiano, in modo sempre più omogeneo, possano essere conseguiti livelli di conoscenza e disponibilità degli indicatori di salute utili a questi studi.
Sebbene l’applicazione della VIS sia obbligatoria per i grandi impianti, sempre più spesso i territori rappresentano la necessità di applicare questa procedura anche per le valutazioni e le autorizzazioni di impianti di competenza regionale. Per andare incontro a questa necessità, si stanno realizzando alcune collaborazioni a livello territoriale per verificare come le LG possano essere tradotte in linee guida regionali secondo le necessità dei territori.
È stata quindi predisposta un’Azione Centrale del programma CCM 2019 promosso dal Ministero della Salute, che vede il coordinamento dell’ISS e la collaborazione di alcune Regioni Italiane, per rendere più agile l’applicazione delle LG attraverso: la sperimentazione della applicazione delle LG in collaborazione con i territori; lo sviluppo di allegati tecnico-scientifici per aiutare l’armonizzazione nell’applicazione delle LG; lo sviluppo di procedure per meglio definire le modalità di collaborazione tra proponenti ed enti locali.
Indubbiamente la VIS rappresenta una procedura delicata, per gli argomenti che tocca, e complessa per la definizione degli impatti diretti ed indiretti potenzialmente ascrivibili alle attività delle opere/impianti/progetti sui territori. Tuttavia solo la sua applicazione, condotta con rigoroso metodo scientifico, può consentire il superamento di molti conflitti territoriali, per trovare il giusto equilibrio tra sviluppo sostenibile e tutela della salute.
Testo di M. E. Soggiu, L. Achene, E. Beccaloni, F.M. Buratti, M. Carere, I. Lacchetti, R. Pasetto, E. Testai – Dipartimento Ambiente e Salute- ISS-Roma