CIAL – Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio da venticinque anni opera nel nostro Paese per garantire la raccolta e il riciclo degli imballaggi in alluminio, nell’ambito del sistema nazionale per la gestione del packaging.
Venticinque anni di sviluppo e crescita delle raccolte differenziate e del riciclo degli imballaggi, con trend costanti e coerenti con l’evoluzione di sistemi e modelli di gestione, sempre più avanzati sia dal punto di vista della pianificazione sia da quello delle tecnologie, hanno determinato non solo il conseguimento di tutti gli obiettivi di legge previsti ma, anche, il consolidamento di una riconosciuta e meritata leadership del nostro Paese in Europa.
Un risultato eccellente che denota, inoltre, come tutto ciò sia stato possibile grazie al contributo e all’azione combinata di istituzioni, imprese, comuni, operatori e cittadini.
Gli stessi che oggi si trovano davanti a nuove e ancora più ambiziose sfide, come quelle indicate dal pacchetto sull’economia circolare adottato dal Parlamento Europeo e, in particolare, dal progetto legislativo che contiene le norme del pacchetto rifiuti.
La nuova sfida, oggi, più che quantitativa è qualitativa e riguarda la necessità di disporre di un atteggiamento e di un approccio nuovo e innovativo dal punto di vista culturale per agevolare la transizione dall’economia lineare a quella circolare e consolidare, quindi, le importanti performance e trend di crescita degli ultimi anni, introducendo gli strumenti e le azioni necessarie per determinare l’ordinarietà e la consuetudine di un nuovo modello di produzione, consumo e gestione di risorse e di energia.
Le finalità, i principi e gli orientamenti di quella che oggi viene chiamata Economia Circolare, sono ormai acquisiti e rendono pienamente consapevoli tutti gli attori coinvolti, inclusi i cittadini, del grande valore sociale, economico e ambientale, generato e condiviso universalmente, e in grado di garantire nuove forme di crescita e prosperità. E in questo proprio l’alluminio svolge un ruolo da protagonista, addirittura propulsivo all’interno del nostro sistema economico, per garantire e favorire, direttamente e indirettamente, uno sviluppo realmente sostenibile.
I vantaggi per l’industria
L’industria dell’alluminio è oggi riconosciuta come modello di riferimento, affine e coerente con i principi della Circular Economy, impiega materia prima derivante, ormai, al 100% dal riciclo. L’alluminio è sempre più percepito come un materiale “permanente”, con il quale è difficile competere quando si parla di performance e di costi industriali, ambientali ed energetici. La logica del loop, ossia del recupero perpetuo, consente nel nostro caso di mantenere costanti nel tempo le performance chimico-fisiche del materiale e di recuperarle ogni volta. Chi altro può vantare simili proprietà? Non certo i materiali da fonti rinnovabili o derivate da fonti fossili.
Questo perché il processo di riciclo dell’alluminio consente un risparmio energetico pari al 95%. Il 5% residuo è quanto serve per ottenere nuovi prodotti in alluminio da alluminio già esistente. In altre parole, è come dire che l’alluminio che abbiamo estratto nell’ultimo secolo è ormai sufficiente per tutti i nostri usi e consumi. E, visto che tecnicamente l’alluminio non si consuma, ne abbiamo a sufficienza per i secoli a venire e potremmo non avere più bisogno di miniere di bauxite, come dimostrato dal nostro Paese negli ultimi anni.
Un punto importante non è tenuto normalmente in considerazione: l’alluminio, come anche altri metalli, sono elementi e quindi non possono essere distrutti. Infatti il pianeta terra non ha subito alcuna perdita di elementi metallici: semplicemente sono stati spostati e appaiono in forme diverse. L’alluminio è un materiale che può essere trasformato in imballaggi e questi utilizzati per molte altre applicazioni, per produrre altri prodotti in altri settori dall’edilizia, all’automobilistico, all’aerospaziale, ecc. Una volta che queste applicazioni raggiungono la fine del loro ciclo di vita, l’alluminio utilizzato può essere riciclato e riutilizzato per essere applicato nella produzione di un altro prodotto. Ciò dà luogo ad un circolo virtuoso. In questo senso si capisce bene il perché la definizione di materiale permanente ha un valore non solo linguistico ma, addirittura, economico nel dibattito europeo sull’economia circolare.
Metal to metal loop
In questo scenario CIAL oggi è impegnato in numerosi progetti che hanno come obiettivo quello di evidenziare la principale caratteristica che regola la gestione degli imballaggi post consumo e dell’alluminio in generale: lo schema “metal to metal loop” e il concetto di metallo permanente. I principi dell’economia circolare sono saldamente intrecciati con i valori dell’alluminio e viceversa, mi viene da dire. Da anni ormai il nostro Consorzio persegue l’obiettivo “zero discarica, 100% recupero” e pone un’attenzione particolare, accanto alla raccolta differenziata, i cui margini di miglioramento e consolidamento paiono ormai guidati da una tendenza irreversibile, al recupero di tutte quelle frazioni fini, come accessori, imballaggi e manufatti di piccole dimensioni che, “scartati” dagli impianti di selezione, fino a poco tempo dovevano necessariamente essere smaltiti tramite i termovalorizzatori. Si tratta di quantità considerevoli di alluminio, così come emerso da periodiche analisi effettuate su questo tipo di materiale, che grazie alla disponibilità di idonee tecnologie per il trattamento potrà quindi rappresentare una grande opportunità per recuperare materiali altrimenti destinati a smaltimento.
Insomma, obiettivi sempre più ambiziosi di riciclo e una crescente richiesta di materiali e applicazioni durevoli, impongono che proprio un materiale come l’alluminio, per definizione durevole e permanente, venga raccolto e recuperato anche nelle sue componenti più piccole e fini, dopo la selezione e il trattamento dei materiali da raccolta differenziata, con importanti benefici in termini economici, sociali e ambientali. In linea con gli obiettivi e gli scenari indicati nel nuovo pacchetto sull’economia circolare.
La Direttiva europea
La Direttiva europea definisce “prevenzione” le misure adottate prima che una sostanza, un materiale o un prodotto diventino un rifiuto e che quindi sono in grado di ridurre: la quantità dei rifiuti (anche attraverso il riutilizzo dei prodotti o l’estensione del loro ciclo di vita); gli impatti negativi dei rifiuti prodotti sull’ambiente e la salute umana; il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti. I principi indicati sono ovviamente fondamentali per garantire un impatto contenuto dei rifiuti e per garantirne una gestione ottimale in tutte le fasi dalla produzione, alla distribuzione, al consumo, fino alla raccolta, al trattamento, alla preparazione per il riciclo, al recupero. Sono ovviamente principi che hanno un valore importante per orientare le attività e accrescere la consapevolezza verso nuovi e più moderni stili di vita e di consumo. E sono ovviamente principi che, a seconda dei settori, dei mercati e, in particolare, dei materiali hanno un peso e un’urgenza differente. Con riferimento all’alluminio, viste le sue caratteristiche tecniche e ambientali, la quantità e la qualità del materiale circolante sotto varie forme e impieghi nei diversi settori di mercato è evidente che il peso e l’urgenza di tali prescrizioni è prossima allo zero. Probabilmente dalla parte negativa dello zero. L’alluminio potrebbe essere indicato come modello di riferimento proprio come oggi di fatto è – superando quindi questi principi – rispetto ai valori alla base dell’economia circolare. Leggero, leggerissimo, per niente inquinante o impattante dal punto di vista ambientale o rispetto ad altri materiali con cui viene raccolto, riciclabile al 100% e all’infinito. Comunque venga raccolto o recuperato si presenta sempre qualitativamente integro e facile da riciclare. Insomma, se oltre il 75% dell’alluminio da sempre prodotto è tutt’ora in circolo vuol dire che è davvero uno dei pochi materiali “amico dell’ambiente”. Ma è anche amico dell’economia, simbolo di leggerezza, purezza, progresso e risparmio di materia e di energia, se consideriamo le mille applicazioni e i mille contributi imprescindibili che ad ognuna di queste sa offrire. E’ simbolo di modernità e futuro proprio come quelle industrie e quelle economie che, come la nostra, da tempo hanno chiuso il cerchio, quello dell’economia circolare, appunto, basando totalmente la propria produzione sul riciclo.
Possiamo affermare quindi che l’alluminio oggi è un partner strategico dell’economia circolare, non solo in quanto filiera industriale del materiale fine a se stessa, se così possiamo dire, ma anche per il contributo che, in nuove applicazioni o sostituzioni di materiali meno “green”, può garantire per favorire questo nuovo e irreversibile processo definito dalle politiche e dai progetti legislativi del parlamento Europeo.
LE 5 regole per la raccolta dell’alluminio
CIAL ha evidenziato 5 semplici regole alla base di una corretta raccolta di imballaggi in alluminio:
- Non solo lattine – Nella raccolta differenziata dell’alluminio, oltre alle più note lattine per bevande, vanno inseriti anche: vaschette e scatolette per il cibo, anche quelle per il cibo per animali, bombolette spray, tubetti per creme, conserve e prodotti sanitari e cosmetici, il foglio sottile come l’involucro del cioccolato e il rotolo da cucina, tappi, capsule e chiusure varie.
- Mai da solo – L’alluminio non si raccoglie (quasi) mai da solo ma con la plastica e/o il vetro.
- Anche sporchi, purché vuoti – Ai fini del riciclo non è necessario sciacquare o lavare i contenitori di alluminio. Basterà rimuovere bene i residui di cibo o del prodotto contenuto.
- Piccoli ma preziosi – L’alluminio è prezioso, grazie al riciclo che consente enormi risparmi dal punto di vista energetico e ambientale. Per questo motivo anche le sue componenti più piccole, ad esempio i tappi a vite delle bottiglie d’acqua, vino, liquori e conserve, o anche i coperchi dei vasetti dello yogurt, vanno raccolti e recuperati.
- Compatta e appallottola – Per facilitare le fasi del riciclo, è sempre utile separare l’alluminio dagli altri materiali (togliere il tappo dalla bottiglia, staccare il coperchio dal vasetto dello yogurt…). E compattare/appallottolare insieme i pezzi più piccoli e sottili.
Alluminio e alimenti: non demonizzare
L’Istituto Superiore di sanità ha pubblicato nel dicembre 2019 lo studio sull’esposizione del consumatore all’alluminio per contatto alimentare, mettendo così una parola definitiva e rassicurante sulla migrazione: l’uso corretto di utensili e imballi in questo materiale è sicuro per la salute dei consumatori.
È inutile demonizzare l’alluminio e bisogna considerare che è naturalmente presente in molti alimenti e nei farmaci. EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha imposto il limite di assunzione settimanale di alluminio pari a 1mg/kg di peso corporeo.
Gli studi effettuati su alimenti e preparazioni, anche in condizioni estreme, dimostrano che è molto difficile superare le soglie stabilite. In Italia, poi, a livello legislativo non siamo secondi a nessuno. Per l’alluminio abbiamo il Decreto 76 del 18 aprile 2007, una legge specifica che spiega le condizioni di utilizzo, allerta di non metterlo a contatto con cibi fortemente acidi o salati, di non utilizzarlo oltre le 24 ore di conservazione se non a temperatura refrigerata.
Il settore comunque produce anche vaschette verniciate protette con un coating polimerico che sono fatte apposta per conservare i cibi acidi e salati senza problemi.
In più l’alluminio è conforme alle buone pratiche di fabbricazione del 2004, che partono dal principio che qualunque materiale che va a contatto con l’alimento non deve cedere sostanze nocive, non deve cambiarne la chimica o apportare cambiamenti delle caratteristiche organolettiche.
In più l’industria dell’alluminio ha predisposto anche le linee guida volontarie, condivise con l’Istituto Superiore di Sanità, che hanno l’obiettivo di tutelare la salute del cittadino, con dichiarazioni di supporto e conformità.
Ogni lotto spedito viene controllato nella sua composizione chimica dettata nel Decreto 76 del 2017.
CIAL – CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI ALLUMINIO
CIAL nasce nel 1997 con l’obiettivo di avviare al recupero e al consequenziale riciclo gli imballaggi di alluminio giunti al termine del loro ciclo vitale e provenienti dalla raccolta differenziata effettuata dai singoli Comuni. Il Consorzio, senza fini di lucro, riunisce i protagonisti dell’intera filiera industriale: dai produttori di materia prima ai fabbricanti di imballaggi fino agli utilizzatori finali, ai recuperatori, ai riciclatori. Tutte le imprese consorziate, pur operando in autonomia, condividono una responsabilità di ruolo per raggiungere, insieme, i più sfidanti traguardi nelle dinamiche del sistema di gestione dei rifiuti nel nostro Paese.
Di pari passo, muovendosi in autonomia o agendo in collaborazione con la Pubblica Amministrazione, il Consorzio promuove azioni e iniziative su tutto il territorio nazionale tese a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza del riciclo dell’alluminio, preziosa materia prima, la cui la rivalorizzazione garantisce indiscussi vantaggi economici, sociali e ambientali. Un’attività a 360° che ha permesso di raggiungere e superare gli obiettivi quantitativi di raccolta previsti dalla normativa europea*, rendendo l’Italia un esempio per tutta l’Europa.
È per un’industria pulita, per il rispetto dell’ambiente, per l’eliminazione delle discariche e per la valorizzazione economica delle risorse riutilizzabili che CIAL opera da oltre 20 anni. Obiettivi nobili ereditati quasi ‘geneticamente’ dalle qualità intrinseche dell’alluminio stesso.
Le imprese consorziate – CIAL riunisce le imprese italiane che producono alluminio, che producono e utilizzano imballaggi di alluminio, nonché quelle che recuperano e riciclano imballaggi in alluminio post-consumo.
Attualmente sono ben 250 le realtà consorziate, suddivise in diverse categorie:
- Cat. A – produttori e importatori di alluminio destinato alla fabbricazione di imballaggi;
- Cat. B – fabbricanti, trasformatori ed importatori di imballaggi vuoti in alluminio;
- Cat. C – utilizzatori di imballaggi in alluminio;
- Cat. D1 – recuperatori di rifiuti di imballaggio in alluminio;
- Cat. D2 – riciclatori di rifiuti di imballaggio in alluminio
Aderire al Consorzio è semplice: è sufficiente compilare e inoltrare la richiesta scaricabile direttamente dal sito.
In squadra col CONAI
CIAL è uno dei sei Consorzi nazionali che aderiscono a CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, che indirizza le attività di recupero dei principali materiali da imballaggio: acciaio, carta, legno, plastica, vetro e, per l’appunto, alluminio.
A tutte le aziende che – attraverso il proprio Consorzio di filiera – aderiscono al CONAI viene richiesto il versamento del cosiddetto Contributo Ambientale, il cui ammontare complessivo viene utilizzato per sostenere la Pubblica Amministrazione nella gestione dei rifiuti. Anche le consorziate CIAL, dunque, sono tenute a versare tale contributo (attualmente pari a 15 euro/ton) garantendo così al Paese la totale copertura dei costi del sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi di alluminio.