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La plastic tax? Un’imposta che va contro l’economia circolare

ASSORIMAP scrive al Ministro Costa per chiedere maggiore coinvolgimento delle parti economiche nella definizione delle strategie green del Paese.

Il settore del riciclo delle materie plastiche in Italia conta 400 aziende con oltre 5.000 addetti, con una produzione di riciclato da rifiuti di imballaggi plastici provenienti dalla raccolta differenziata che sfiora le 700 mila tonnellate, senza contare le decine di migliaia di tonnellate di riciclato da pre-consumo provenienti dagli scarti industriali.

Questo intero settore, storicamente affermato nel nostro Paese, le cui aziende rappresentano un’eccellenza, potrebbe essere messo in seria difficoltà dall’introduzione della plastic tax, proposta dal Governo nel Documento programmatico di bilancio 2020. Si tratta di un’imposta pari a 1 Euro/Kg sugli imballaggi in plastica a partire dal 1° giugno 2020 che – secondo il Governo – intende promuovere la sostenibilità ambientale.

ASSORIMAP suscita forti dubbi sui “benefici” ambientali di un nuovo contributo (oggi le imprese ne versano già uno – il contributo ambientale CONAI sugli imballaggi) e in una lettera al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa spiega i motivi per cui la plastic tax andrebbe in realtà nella direzione contraria alla sostenibilità:

  • Spesso gli imballaggi in plastica sono la soluzione ambientalmente più sostenibile in termini di utilizzo di risorse, consentendo con pochi grammi di imballaggio il trasporto di beni in condizioni di massima sicurezza, anche alimentare; le alternative a tali imballaggi sono sicuramente più impattanti dal punto di vista dell’utilizzo di materia per unità di peso trasportato e meno sicure dal punto di vista del contatto alimentare;
  • Esistono molti casi di utilizzo circolare della plastica che viene raccolta, selezionata e riciclata per produrre nuovi beni ed imballaggi in sostituzione di materia prima vergine, con un consistente risparmio in termini anche solo di CO2; avendo la plastic tax finalità di promozione della sostenibilità ambientale, non si capisce perché questo debba gravare anche su imballaggi prodotti, anche solo in parte, con della plastica riciclata che garantisce evidenti risparmi proprio sull’impatto ambientale;
  • Il settore del riciclo della plastica, in caso di un’applicazione dell’imposta che non tenga conto dei punti sopraelencati, verrebbe letteralmente cancellato, in quanto tale gravame colpirebbe sia il prevalente mercato di approvvigionamento dei riciclatori, rappresentato dalle raccolte differenziate di imballaggi in plastica, sia il principale mercato di sbocco dei prodotti riciclati, rappresentato dalla produzione di imballaggi, in un’ottica di circolarità;
  • Oltre che nel riciclo della plastica, bisogna ricordare che l’Italia è uno dei leader mondiali anche nella produzione di tecnologia per tale attività. L’applicazione del tributo senza alcuna differenziazione troverebbe quindi anche una pesante conseguenza su questo indotto d’eccellenza per l’economia italiana.

ASSORIMAP è consapevole della necessità di imprimere una svolta all’economia italiana verso una maggiore sostenibilità, ma ritiene che tale obiettivo vada raggiunto con il coinvolgimento di tutte le parti economiche, auspicando un immediato confronto con il Ministero competente.