Il Presidente di Ispra Stefano Laporta in audizione alla Commissione Ecomafie martedì 7 maggio 2019 con l’affermazione “la situazione dei Sin non è brillante” ha reso noto che i 2/3 dei Siti di interesse nazionale italiani (Sin) sono fermi alla caratterizzazione.
Gli interventi di bonifica sono stati avviati o completati solo su 1/4 dei 41 grandi siti contaminati individuati dal Ministero sul territorio italiano – i cui nomi echeggiano frequentemente sulle pagine dei quotidiani: Bagnoli, Brescia Caffaro, Casale Monferrato, Cengio e Saliceto, Crotone, Gela, Porto Marghera, Porto Torres, la valle del fiume Sacco. Su due terzi di questi siti, sono state fatte soltanto le analisi preliminari.
Per una superficie totale di 171.268 ettari a terra e di 77.733 ettari a mare (esclusi 6 siti con caratteristiche peculiari) ad oggi la caratterizzazione di suoli e acque sotterranee è stata completata per il 66% delle superfici. Gli interventi di bonifica o messa in sicurezza risultano approvati per il 12% dei suoli e il 17% delle acque sotterranee, mentre queste attività si sono concluse per il 15% dei suoli e il 12% delle acque sotterranee.
Le problematiche che rallentano o arrestano le procedure o portano a fasi di stasi sono state individuate nella frammentazione e nei cambiamenti di proprietà dei terreni, che rendono difficile risalire ai responsabili degli inquinamenti, e nella normativa farraginosa e contraddittoria con sovrapposizioni di competenze.
Il presidente della Commissione Ecomafie, il deputato Stefano Vignaroli (M5S) incoraggia: “Di bonifiche nelle aree Sin la Commissione si è occupata anche nella scorsa legislatura, e continua a mantenere alta l’attenzione sul tema. In gran parte delle nostre inchieste, infatti, stiamo incontrando aree Sin: approfondiremo lo stato delle procedure di ripristino ambientale e le cause dei ritardi. Questa audizione rientra in un più ampio rapporto di preziosa collaborazione con Ispra, che comprende anche la fornitura di dati e informazioni tecniche”.