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Inceneritore: boom di rifiuti speciali

Sono i rifiuti speciali (non urbani, prevalentemente di derivazione industriale), a rappresentare la nuova frontiera dello smaltimento. Rifiuti speciali che, pare soprattutto a seguito della chiusura della via cinese, rappresentano un sovrappiù non solo per le aziende che li producono, ma anche per le aziende come Hera che li smaltiscono e da questi guadagnano, tanto.

Anche se in contesti differenti, pur in provincia di Modena, per fare posto ai rifiuti speciali, si arriva così, come a Medolla, a riaprire discariche chiuse, o ad espanderle  (come a Finale ) andando nei fatti in contrasto a quelle logiche e quelle politiche regionali che tendevano, come per anni è stato fatto, alla chiusura delle discariche stesse e non certo al loro rilancio. Poi ci sono i dati dell’inceneritore di Modena a confermare l’emergenza e la saturazione degli impianti. Perché i dati aggiornati (gli ultimi disponibili), allo scorso ottobre, confermano l’incenerimento di una quantità record di rifiuti speciali, anche rispetto agli anni passati. Ma soprattitto il superamento dei valori previsti dall’autorizzazione dell’impianto di via Cavazza. Ovvero 60.000 tonnellate rispetto alle 50.000 consentite, quota parte delle 240.000 tonnellate massime conferibili. Lo scorso anno erano 48.000. Quest’anno dodicimila tonnellate in più. Che vanno a compensare la quantità minore di rifiuti urbani non differenziati conferiti all’inceneritore.

Se nel 2018 erano 126 mila le tonnellate di rifiuti urbani inceneriti (dei quali 98000 prodotti e conferiti dalla provincia di Modena), ad ottobre 2019 la quantità era scesa a 107 mila, di cui 89mila derivanti dalla provincia di Modena. Di fatto a fronte dello sforzo dei cittadini di produrre meno rifiuti e di differenziarli, a Modena non c’è una adeguata attività di riciclo nemmeno della plastica che come più volte dimostrato a Modena, più che altrove, finisce nell’inceneritore continuando ugualmente a bruciare e ad emettere inquinanti, compensando con una quota di 10.000 tonnellate in più rispetto all’anno scorso, e portandola oltre al massimo consentito, la quantità di rifiuti speciali, provenienti non solo dalla provincia di Modena ma da tutta Italia.