Le prime rilevazioni. Ma i risultati completi tra una settimana
Non sarebbero sostanze tossiche quelle bruciate, martedì notte, nell’incendio che ha devastato un capannone di 1.400 metri quadrati pieno di rifiuti speciali e industriali in via Sabin a Seguro di Settimo Milanese, nella sede di Effec2 Srl, azienda autorizzata a smaltirli. Incendio che alle otto e mezza era stato domato, mentre i vigili del fuoco hanno proseguito il lavoro abbattendo i fumi derivanti dalle operazioni di smassamento e cercando di raffreddare le ceneri.
Il capannone è a pericolo di crollo. L’incendio avrebbe interessato la parte di rifiuti non pericolosa: carta, legno e plastica. I tecnici di Arpa, come ha reso noto in mattinata il Comune di Settimo, hanno installato un’apparecchiatura di campionamento dell’aria sul tetto di un capannone attiguo e i risultati saranno disponibili nel giro di una settimana. Ma nel frattempo, con un’apparecchiatura portatile, hanno effettuato rilevazioni in “real time” e non ha riscontrato picchi di sostanze pericolose.
Le rilevazioni sono state eseguite fino all’Auditorium comunale, al centro sportivo di via Di Vittorio, al centro commerciale Settimo di via Reiss Romoli e alla scuola polivalente di Seguro in piazza don Milani (struttura, cortile esterno, perimetro del giardino). «Le analisi preliminari su aria e acqua non hanno evidenziato la presenza di inquinanti», scrive il Municipio in una nota di aggiornamento.
«No a Terra dei Fuochi in Lombardia»
I titolari dell’azienda si sono recati sul posto e hanno fornito le documentazioni ad Arpa e agli investigatori. Secondo quanto riportato, negli scorsi mesi avevano ricevuto regolari controlli da parte delle autorità. Immediate le reazioni dal mondo politico. Paolo Grimoldi, deputato della Lega, ha sottolineato che «nell’area tra Milano, il suo hinterland e la provincia di Pavia questo è l’ennesimo rogo di un deposito di rifiuti». Così il suo collega di partito alla Camera Fabrizio Cecchetti: «Non vorremmo che qualcuno avesse deciso di trasformare la periferia milanese in una nuova Terra dei fuochi. Per nessuna ragione al mondo i cittadini possono continuare a vivere nell’ansia quotidiana di essere coinvolti in una vera e propria emergenza ambientale».
Per Massimo De Rosa (consigliere regionale M5S) «dobbiamo sapere quanti rifiuti produciamo e quali impianti lavorano allo smaltimento e in quali quantità, di modo da capire i motivi dell’esubero che porta allo stoccaggio e al conseguente rogo. L’obiettivo è trovare soluzioni che permettano di chiudere il ciclo vita dei prodotti attraverso il riciclo e il riutilizzo, limitando in questo modo la permanenza nei centri di stoccaggio».
Anagrafe dei rifiuti, più coordinamento, mappa degli stabilimenti
E proprio martedì, all’ora di pranzo, si è tenuta una (già programmata) conferenza stampa della commissione antimafia di Regione Lombardia dedicata alla questione rifiuti e roghi. Monica Forte (M5S), Alex Galizzi (Lega), Angelo Orsenigo (Pd) e Michele Usuelli (+Europa) hanno illustrato le proposte elaborate dalla commissione nei mesi di indagine sul tema: dalla mappatura geolocalizzata degli stabilimenti di stoccaggio (e di quelle aree dismesse che possono rappresentare luoghi a rischio) al monitoraggio anche attraverso telecamere termiche (che possono segnalare l’inizio d’un incendio) e droni, dall’anagrafe pubblica dei rifiuti speciali della Lombardia (per individuare il percorso dalla produzione del rifiuto allo smaltimento) ad un maggior coordinamento sia in Lombardia (con tutti gli enti di controllo) sia tra le diverse Regioni.