“E’ entrata in vigore la legge sulla mobilità ciclistica, che rende obbligatori i finanziamenti per le ciclovie nazionali e gli itinerari urbani. Si tratta di un altro provvedimento di grande importanza sul fronte ambientale varato da questo Governo. Il ricorso massiccio all’auto privata per gli spostamenti è fallimentare e soprattutto non più sostenibile. E grazie anche a questa nuova norma abbiamo cercato di procedere sulla strada della mobilità sostenibile con i fatti e non con semplici dichiarazioni d’intenti”. A dichiararlo è stato l’onorevole Silvia Velo, sottosegretario del Ministero dell’ambiente.
“Una legge che per quanto riguarda la mobilità urbana consentirà di ridurre traffico e inquinamento – specifica l’onorevole Velo -, considerando anche che quotidianamente le cosiddette polveri sottili avvelenano l’aria che respiriamo e ci avvelenano, e che consente di sviluppare l’attività turistica, risorsa enorme per l’Italia e ancora assai poco sfruttata. Sono stati stanziati 14,8 milioni di euro alle Regioni per 70 percorsi e piste ciclabili ed entro sei mesi il Ministero delle infrastrutture dovrà elaborare il piano generale per lo sviluppo della mobilità ciclistica, che dovranno poi adottare le stesse Regioni e i Comuni. La rete denominata “Bicitalia” sarà lunga almeno 20mila chilometri e interconnessa con le reti infrastrutturali. Una vera rivoluzione verde”.
La legge 2/2018 sulla mobilità ciclistica era stata approvata il 22 dicembre scorso dalla Commissione Trasporti del Senato in sede deliberante. Il disegno di legge era stato presentato dai dem Umberto Decaro e Paolo Gandolfi. Per la nuova norma si era battuta a lungo la Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab). La legge prevede che il Ministero delle Infrastrutture entro sei mesi dall’entrata in vigore prepari un piano triennale della mobilità ciclistica. Lo stesso dovranno fare anche le Regioni e i Comuni. Sono previsti fondi per 500 milioni su 6 anni dal 2016. In particolare, i Comuni devono mettere in atto strumenti urbanistici per realizzare le velostazioni, gli stalli per bici e approvare regolamenti edilizi che consentano il parcheggio delle bici negli spazi condominiali. Si possono installare portabiciclette a sbalzo sugli autobus. La nuova norma prevede che siano individuate e realizzate le ciclovie di interesse nazionale che costituiranno la rete ciclabile nazionale ‘Bicitalia’, non inferiore a 20 mila chilometri, integrata al sistema ‘EuroVelo’. Le prime ciclovie nazionali individuate sono: VenTo, da Venezia a Torino lungo il Po; la Ciclopista del Sole da Verona a Firenze; il romano Grab, Grande raccordo anulare delle biciclette; la ciclovia dell’Acquedotto pugliese; la ciclovia del Garda; la Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia; la ciclovia Adriatica, da Venezia al Gargano; la ciclovia della Magna Grecia, da Potenza a Pachino, in Sicilia; l’anello della Sardegna, da Santa Teresa di Gallura a Cagliari, Alghero e Sassari; la Tirrenica da Ventimiglia a Fiumicino. La legge, nota la Fiab, “fissa il principio generale che il Codice della strada che non deve più garantire solo la “fluidità del traffico”, ma da oggi in poi dovrà anche garantire la mobilità sostenibile e la circolazione dei velocipedi”.