Giornata Mondiale del Suolo, Cic presenta ad Assisi i numeri del biowaste in Italia
Un totale di 7,1 milioni di tonnellate di rifiuti organici (tra umido, verde e altre matrici organiche) raccolti nel 2016, pari al 41,2% di tutta la raccolta differenziata nazionale, con un aumento di oltre un milione di tonnellate rispetto all’anno precedente; umido in aumento del 15%; 18 nuovi impianti di trattamento e una filiera che vale 1,8 miliardi di euro di fatturato e che potrebbe arrivare a generare 13.000 posti di lavoro (VIDEO).
In occasione del convegno “Dalla terra alla Terra. Il suolo tra cambiamenti climatici e nuovi stili di vita” in corso ad Assisi per celebrare la Giornata Mondiale del Suolo, il Consorzio Italiano Compostatori (Cic) sottolinea la crescita del settore del biowaste in Italia, perché “promuovere la raccolta dei rifiuti organici significa difendere il suolo: il compost ottenuto è un fertilizzante naturale che restituisce sostanza organica alla terra”, spiega Alessandro Canovai, presidente Cic.
“Nel 2016 – aggiunge – sono stati ricavati 1,9 milioni di tonnellate di compost ed evitata l’immissione in atmosfera di 3,8 milioni di CO2”. L’appuntamento di Assisi è anche l’occasione per il Cic, per festeggiare i 25 anni dalla fondazione ponendo l’attenzione sul suolo, risorsa fondamentale da cui dipendono sicurezza alimentare, conservazione della biodiversità e regolazione dei cambiamenti climatici.
Tra le buone pratiche per difendere il suolo c’è infatti proprio la raccolta differenziata dell’organico e l’impiego del compost di qualità, fertilizzante naturale che oltre a restituire sostanza organica alla terra gioca un ruolo fondamentale nel contenimento delle emissioni. Ma vediamo i dati presentati dal Cic, a partire dall’aumento del 15% dell’umido.
Secondo i dati del Rapporto Rifiuti Ispra 2017, del 52,5% dei rifiuti prodotti entrati nel circuito della raccolta differenziata (RD) nel corso del 2016, ben il 41,2% è costituito da rifiuti organici, che continuano a rappresentare la frazione più importante per la RD.
“L’umido trattato in Italia continua a crescere, con 528.000 tonnellate in più rispetto al 2015 (+15%) – spiega Massimo Centemero, direttore del Cic- Il dato conferma le previsioni che il Cic ha elaborato negli scorsi anni, con una crescita media negli ultimi 10 anni di 10 punti percentuali all’anno”.
Al primo posto per quantità di frazione organica raccolta si conferma la Lombardia, con 1,3 milioni di tonnellate annue: continuano gli effetti positivi dall’entrata a regime della raccolta differenziata dell’umido nella città di Milano; il Veneto recupera una posizione e si piazza al secondo posto sfiorando le 800.000 tonnellate. Seguono l’Emilia Romagna e Campania con circa 700.000 tonnellate ciascuna.
A livello nazionale, vengono intercettati 107,6 kg procapite di rifiuto organico ogni anno (+7 kg rispetto al 2015): il dato più elevato si mantiene quello del Nord (128,6 kg/ab), seguito dal Centro (111,2 kg/ab) e dal Sud, che da 70,2 kg/ab sale a 77,3 kg/ab. “Obiettivo adesso è superare i 150 kg/ab/anno al 2025, con 9.150.000 tonnellate di rifiuto organico raccolte”, sottolinea il presidente del Cic Alessandro Canovai.
Per quanto riguarda il riciclaggio dell’organico, gli impianti di trattamento per la trasformazione del rifiuto organico in compost sono passati da 308 a 326 (+6%): il 65% al Nord, il 14% al Centro e il 21% tra Sud e Isole. Complessivamente, il sistema impiantistico di compostaggio e di digestione anaerobica ha raggiunto una capacità potenziale di trattamento di 8.700.000 tonnellate, per ottenere compost, da utilizzare in agricoltura e nel florovivaismo, e biogas, da cui si può ricavare il biometano, la nuova frontiera del settore del recupero dei rifiuti organici.
“La crescita del numero di impianti è ovviamente positiva, tuttavia è doveroso constatare come da questo punto di vista si continui ad avere un divario tra il Nord e il Centro-Sud – commenta Canovai- Continuiamo a chiedere alla politica, soprattutto adesso che si avvicinano le elezioni, di lavorare a un piano infrastrutturale del settore del recupero e riciclo del rifiuto organico, puntando ad obiettivi eccellenti per l’economia circolare”.
Secondo le stime del Cic, poi, dai rifiuti organici raccolti nel corso del 2016 sono stati ricavati 1,9 milioni di tonnellate di compost e 415 GW di energia, ottenuti da circa 210 milioni di normal mc di biogas prodotto negli impianti integrati di DA&Compostaggio, contribuendo a stoccare nel terreno 600.000 tonnellate di sostanza organica e permettendo di risparmiare 3,8 milioni di CO2 equivalente/anno rispetto all’avvio in discarica.
Senza dimenticare la qualità: il 33% del compost prodotto in Italia nel 2016 ha fatto parte del Programma di controllo di qualità “Compost di Qualità CIC”.
Infine, le ricadute economiche e occupazionali del settore biowaste: nel 2016, secondo le proiezioni del Consorzio Italiano Compostatori, il volume d’affari generato dal biowaste è stato pari a 1,8 miliardi di euro di fatturato, mentre i posti di lavoro generati sono 9.800 (+9% rispetto all’anno precedente): in pratica 1,5 posti di lavoro ogni 1.000 t di rifiuto organico.
“La filiera del rifiuto organico coinvolge numerose attività, dai servizi di raccolta e trasporto, ai servizi di studio, ricerca e progettazione e delle tecnologie per il trattamento del rifiuto organico. Con una raccolta differenziata a regime in tutta Italia si potrebbe arrivare a 13.000 addetti e 2,56 miliardi di euro – conclude Centemero – Raccogliere e trasformare gli scarti organici in compost inoltre può essere uno dei modi per contribuire in modo significativo alla difesa del suolo: è un’azione concreta che rientra tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”.