Ecco i sette ministri dell’Ambiente che parteciperanno al G7 di Bologna:
ITALIA
Gian Luca Galletti (nato nel 1961), ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare dal 22 febbraio 2014. Ha detto: “Vorrei che a Bologna si affermasse un principio fondamentale: nelle politiche ambientali, o si vince insieme, o si perde tutti”.
CANADA
Catherine McKenna (nata nel 1971), ministra dell’Ambiente e del Cambiamento climatico dal 4 novembre 2015. Nell’ottobre scorso, quando il parlamento canadese ha ratificato l’accordo di Parigi, ha detto: “Questo è davvero un grande giorno. Dopo 10 anni di inazione, di mancate iniziative serie per fronteggiare i cambiamenti climatici, alla fine noi lo stiamo facendo”.
FRANCIA
Nicolas Hulot (nato nel 1955), ministro della Transizione ecologica e sociale dal 17 maggio 2017. Giornalista, scrittore, poi star televisiva e paladino dell’ambiente molto amato dai francesi. Al passaggio delle consegne del dicastero la ministra uscente, Segolene Royal, ha detto “lascio il ministero in buone mani”. Ha appena lanciato un appello ai ricercatori americani “a venire in Francia a lavorare sul clima”.
GERMANIA
Barbara Hendricks (nata nel 1952), ministra dell’Ambiente e della sicurezza nucleare dal 17 dicembre 2013. In un comunicato congiunto insieme ad altri sei ministri del governo Merkel, riferendosi alla decisione di Trump di abbandonare l’accordo, ha detto che “Gli Stati Uniti danneggiano loro stessi, noi europei e tutti gli altri Paesi del mondo. Chi nega il cambiamento climatico e non lo combatte, non solo dovra’ avere sempre piu’ a che fare con tempeste, siccita’ e inondazioni, ma questa strategia ‘senza di me’ ostacola anche la crescita economica e il progresso tecnico”.
GIAPPONE
Koichi Yamamoto (nato nel 1947), ministro dell’Ambiente dal 3 agosto 2016. Ha espresso dubbi sul raggiungimento dei propositi dell’Accordo di Parigi senza la partecipazione degli Stati Uniti. Lo ‘strappo’ del presidente Usa Donald Trump, secondo Yamamoto rappresenta una vera delusione: il presidente Usa “ha voltato le spalle al progresso della razza umana”.
GRAN BRETAGNA
Andrea Leadsom (nata nel 1963), ministra dell’Ambiente e le politiche agricole dal 14 luglio 2016. L’anno scorso, mentre era ancora in campagna elettorale per la Brexit, ha detto che anche se il Regno Unito lascerà l’Unione europea questo non dovrà interrompere l’impegno britannico per la lotta ai cambiamenti climatici e per la decarbonizzazione. “E’ un dovere che abbiamo verso le future generazioni”.
STATI UNITI
Scott Pruitt (nato nel 1968), direttore dell’Agenzia per la protezione ambientale (Epa) dal 17 febbraio 2017. Da sempre scettico del cambiamento climatico, di recente ha riconosciuto che “le attivita’ umane contribuiscono in qualche misura al cambiamento climatico” ma e’ “difficile misurarne l’impatto”. Sull’accordo di Parigi ha detto che è “un mucchio di parole” e che “Spetta agli altri leader mondiali decidere se sedersi al tavolo per rinegoziarlo o un rinegoziare nuovo accordo sul clima”.