L’industria delle comunicazioni nel 2025 potrebbe consumare un quinto dell’elettricità mondiale, ostacolando il raggiungimento degli obiettivi climatici, a causa della crescita esponenziale della domanda di server, che nei data center memorizzano i dati digitali provenienti da miliardi di smartphone, tablet, computer e oggetti connessi a internet. A dirlo è un nuovo studio statunitense anticipato dal Guardian.
Nonostante gli sforzi messi in campo da colossi come Google, Microsoft, Facebook e Apple per alimentare con energie rinnovabili le proprie attività, il settore dell’Ict, cioè le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, rischia di dare un contributo non indifferente al surriscaldamento del Pianeta. Stando allo studio, potrebbe generare fino al 3,5% delle emissioni globali nel 2025, cifra che potrebbe salire al 14% nel 2040.
Per il ricercatore svedese Anders Andrae, autore di un rapporto sui consumi energetici dell’Ict, la domanda di potenza di calcolo generata nel mondo da dispositivi connessi a internet, email, streaming di video in alta risoluzione, videocamere di sorveglianza e smart Tv aumenta del 20% all’anno.
Senza miglioramenti significativi nell’efficienza energetica, Andrae prevede che l’industria Ict nel 2025 userà il 20% dell’elettricità globale ed emetterà fino al 5,5% della CO2 mondiale. Il consumo di elettricità passerà dai 200-300 twerawattora attuali a 1.200-3.000. I data center, da soli, potrebbero emettere 1,9 miliardi di tonnellate di CO2, il 3,2% del totale globale.