La decisione presa in pieno accordo con l’ATO e i Comuni brianzoli
Giù quindici torri dell’acquedotto malconce e in disuso. Sono situate nella zona Ovest del bacino. Ecco i comuni interessati.
Giù quindici torri dell’acquedotto
Per decenni hanno fornito la pressione necessaria per portare l’acqua nelle case e nelle fabbriche.
In molti casi, sono diventati parte integrante del paesaggio urbano dove, per altezza, svettavano sopra gli altri edifici.
Sono i serbatoi pensili, più conosciuti come torri piezometriche o, meglio ancora, come torri dell’acquedotto. Oggi, molte di esse hanno perso la loro funzione e sono state sostituite da sistemi di pompaggio più moderni ed efficienti.
E se, al mancato utilizzo si aggiungono la senescenza e l’usura, ecco che questi manufatti non hanno più ragione d’essere.
BrianzAcque, gestore del servizio idrico integrato nell’ambito del proprio bacino di competenza in pieno accordo con l’Ambito Territoriale Ottimale e i Comuni, ne ha quindi deciso la demolizione.
Dove sono le torri che saranno abbattute
Quindici, in totale le torri da abbattere, per lo più situate nella zona Ovest del bacino servito.
Le prime a cadere, nella seconda metà del 2019, saranno quelle di Barlassina in via Rossini e di Seveso in via Trento e Trieste e Monte Bianco. L’ufficio progettazione e pianificazione della monoutility dell’acqua brianzola, ha stilato un calendario che oltre alle 3 dell’anno in corso, prevede di raderne al suolo 4 nel 2020 e altrettante nel 2021/2022con il completamento dell’operazione nel 2023.
I manufatti destinati a scomparire si trovano a:
- Agrate Brianza (via don Minzoni);
- Bovisio Masciago (via Roma);
- Cesano Maderno (via dei Mille e via San Bernardo);
- Lentate sul Seveso (via Asiago);
- Muggiò (via Battisti);
- Varedo (via Tommaseo e Piazza Biraghi;
- Cogliate (piazza papa Giovanni XXIII°);
- Vimercate (Via Motta, Tasso e Villanova);
“L’obiettivo precipuo – chiarisce il Presidente di BrianzAcque, Enrico Boerci – è di quello di liberare aree occupate da serbatoi divenuti inutili e in qualche caso anche pericolosi per restituirle alle Amministrazioni Comunali, che potranno ripensare quegli stessi spazi in contesti di riqualificazione urbana”.
Come si svolgerà la demolizione
“Gli interventi di demolizione – spiega l’ing. Massimiliano Ferazzini, direttore del settore progettazione e pianificazione dell’azienda – si susseguiranno con metodologie diversificate che terranno conto della tipologia delle singole strutture, dello stato di conservazione, del contesto in cui sono inserite, sempre in condizioni di massima sicurezza”.