Nei negozi Naturasì la rivoluzione plastic free è partita
I sacchetti riutilizzabili per l’ortofrutta, quelli per gli sfusi, la riduzione della vendita di bottiglie di plastica e il commercio di prodotti sfusi. Una lotta contro la plastica monouso che NaturaSì, l’azienda dei negozi biologici, ha iniziato nel giugno 2018, assieme a Legambiente, con cui ha lanciato i primi 100 mila sacchetti riutilizzabili per frutta e verdura. Dopo poco più di un anno l’azienda ha moltiplicato le sue iniziative su tutto il territorio nazionale, cominciando a coinvolgere gradualmente i 500 punti vendita NaturaSì e CuoreBio.
Domani è la giornata internazionale contro i sacchetti di plastica, istituita nel 2009 da MSC – The Marine Conservation Society, una società inglese no profit dedicata alla conservazione dell’ecosistema marino. Una giornata per sensibilizzare, per capire che il divieto dei sacchetti non biodegradabili, la messa al bando dei cotton fioc, delle posate, dei piatti e dei bicchieri – oltre alle cannucce – monouso, è un inizio ma non è ancora sufficiente. L’Europa è il secondo produttore al mondo di plastica dopo la Cina, ed è ancora troppo elevato il dato sulla plastica dispersa in natura: 100 milioni di tonnellate, di cui tra le 10 e le 20 finiscono negli oceani.
Per ridurre l’uso della plastica NaturaSì è andata oltre il biologico, e da marzo ha inserito in oltre 60 negozi erogatori di acqua del sindaco, eliminando progressivamente l’acqua in plastica. Poi è stato il turno di alcuni prodotti sfusi, come il riso, la frutta secca e altri cereali. Ben 22 prodotti che progressivamente lasceranno lo spazio a scaffale nelle loro confezioni tradizionali e verranno sostituiti con appositi erogatori per gli sfusi. Oltre cento punti vendita coinvolti. E prima ancora, addirittura nel 2008, la vendita “alla spina” dei detersivi certificati ICEA, con un risparmio dell’80% della plastica.
“NaturaSì ha portato avanti la sua piccola rivoluzione per il bene del Pianeta e per tutelare gli ecosistemi, soprattutto quello marino”, afferma Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì. “Siamo andati oltre il biologico perché non è sufficiente produrre un alimento sano, occorre sviluppare pratiche che abbiano il minor impatto ambientale possibile. E i risultati ci danno conferma che le nostre scelte a favore dell’ambiente sono condivise da un numero crescente di cittadini”, conclude.
Un totale di 6.500 chili di plastica l’anno evitati per il commercio dei prodotti oggi sfusi. 1 milione e 300 mila bottiglie di plastica per l’acqua. Un risparmio di emissioni di CO2 che, con queste scelte, non saranno emesse nell’atmosfera. E un beneficio per il cliente, che per ogni prodotto “liberato” dalla plastica può contare su un concreto risparmio in termini di spesa (-20% sul costo dei detersivi, 10 centesimi al litro il costo dell’acqua “del sindaco”, opportunamente trattata).
In Italia, l’introduzione di sacchetti riutilizzabili ha prodotto una riduzione del 55% di quelli usa e getta, ma la strada è ancora lunga. Legambiente ha recentemente ricordato che nel 2017 sono stati eliminati 4 shopper su 5 non ecologici, ma i rifiuti, anche quelli che si trovano nelle spiagge e nei mari, per la maggior parte dei casi sono di plastica. Anche perché il nostro Paese, già leader del consumo pro capite annuo di bottiglie di plastica, usa tra i nove e i dieci miliardi di sacchetti di plastica l’anno, circa 150 a testa. Con una concreta riduzione rispetto agli anni passati, ma con evidenti problemi legati al riutilizzo della plastica in ogni sua forma.