Sono passati solo otto anni da quanto lo tsunami del marzo 2011 devastò le coste giapponesi, e dalla viva voce del ministro dell’ambiente Yoshiakui Harada arriva una notizia preoccupante: la società Tokyo Electric Power, che gestisce la centrale nucleare giapponese di Fukushima gravemente danneggiata in quelle drammatiche ore, potrebbe riversare nell’Oceano Pacifico acqua radioattiva. Secondo Harada “si tratta dell’unica opzione possibile”, senza però chiedersi le conseguenze sulla flora e sulla fauna marina, come il pescato che rischia di essere venduto in tutto il mondo. La ragione è che dopo aver stoccato più di un milione di tonnellate di acqua contaminata proveniente dai condotti di raffreddamento dei reattori, la società non sa più dove metterli.
Tocca al governo decidere, ma presto
Come riporta Repubblica, il ministro ha dichiarato: “L’unica soluzione è quella di versarla in mare e diluirla. Il governo ne discuterà, ma vorrei offrire la mia semplice opinione”. Fortunatamente, prima di prendere una decisione così grave, il governo consulterà un rapporto degli esperti. Intanto il segretario di gabinetto giapponese Yoshihide Suga ha ribadito che quella del ministro dell’ambiente è solo un’opinione personale.
Il tempo per la decisione però è breve: lo spazio per immagazzinare l’acqua finirà definitivamente entro il 2022.