Rivoluzione in vista nella gestione dei rifiuti in Toscana: porte aperte ai privati, addio alla termovalorizzazione e potenziamento del recupero di materia.
Si parte con un bando per raccogliere le manifestazioni d’interesse degli operatori decisi a realizzare impianti di recupero con l’utilizzo di tecnologie moderne. E si procede poi con l’approvazione del nuovo Piano regionale dell’economia circolare (Prec) che promette di capovolgere la concezione stessa di gestione dei rifiuti com’è stata fino a oggi, per recupere terreno sugli obiettivi europei.
“Vogliamo aumentare ulteriormente la raccolta differenziata (l’obiettivo è 80-85% al 2035), incrementare il riciclo di materia (il target è 65% al 2035) e puntare alla riduzione degli scarti anche attraverso il potenziamento degli impianti di trattamento verso vere e proprie fabbriche dei materiali. Oltre a questo intendiamo sottrarre rifiuti non riciclabili alle discariche per destinarli a recupero in impianti di economia circolare, guardando con favore ad alcune proposte che mi sono state anticipate dai gestori che si stanno orientando verso le fabbriche di idrogeno o metanolo” sottolinea l’assessore all’Ambiente Monia Monni.
Il bando
Entro metà ottobre la Regione pubblicherà un bando, aperto fino a gennaio 2022, per raccogliere le manifestazioni d’interesse degli operatori decisi a realizzare impianti di recupero con l’utilizzo di tecnologie moderne.
L’edizione toscana del Sole24ore ne anticipa i dettagli.
Possono partecipare i grandi gestori, pubblici e privati, di rifiuti ed energia, dalla Toscana e da fuori regione, proponendo impianti, progetti e luoghi idonei, in base a criteri stabiliti. Gli impianti potranno essere solo di un certo tipo, i luoghi dove insediare gli impianti dovranno rispettare i vincoli già definiti dai passati piani regionali (anche quelli ambientali e paesaggistici) e quindi dovranno essere aree con destinazione d’uso specifiche (servizi o industriali).
Le tariffe per il costo dello smaltimento saranno definite all’origine da Regione e singolo Ato di appartenenza. La rivoluzione, infatti, punta molto sulla quota di rifiuti solidi urbani che al momento non viene riciclata da filiere del riuso. Una parte considerevole, se si pensa che il 20 % del 60 % di media raccolto con la differenziata finisce in discarica o nei termovalorizzatori esistenti.
Il Piano
Le linee strategiche del Piano regionale dell’economia circolare (Prec) saranno presentate martedì 21 settembre dall’assessore all’Ambiente, Monia Monni, al Consiglio regionale per il dibattito. Il piano sarà al centro del confronto con le associazioni di categoria, sindacati, comuni, cittadini e non si escude l’ipotesi di un Cts, un comitato tecnico scientifico, a garanzia delle associazioni di cittadini.
Come osserva La Nazione, si tratta di un piano particolarmente atteso per cercare di risolvere il problema relativo all’eccessivo ricorso alle discariche regionali e anche fuori regione (11mila tonnellate all’anno) con costi altissimi. La mancata autonomia gestionale del trattamento dei rifiuti ricade inevitabilmente anche sui costi della Tari.
L’addio alla termovalorizzazione sarà definitivo. La tecnologia ideale, nelle intenzioni del Piano, è quella che recupera carbonio generando metanolo o idrogeno. Si sottolinea anche il no a nuove discariche perché “l’ottica non può che essere quella di una progressiva riduzione di quelle esistenti fino ad arrivare al 10 % nel 2035”.
Lo scenario che si apre in Toscana prevede quindi impianti da chiudere, altri che rimangono in attività, altri ancora che nascono, in base alle offerte che arriveranno alla Regione. Stop definitivo agli inceneritori di Livorno e di Montale mentre restano in azione per i prossimi anni i termovalorizzatori di San Zeno ad Arezzo (Aisa) con ampliamento autorizzato dalla Regione e quello di Poggibonsi (Sienambiente) in modo che la zona sud della Toscana fin d’ora abbia una certa autonomia nello smaltimento e recupero.
I nuovi impianti
Gli impianti nuovi secondo le ipotesi dovrebbero essere tre: probabilmente due nella Toscana Centro (province di Firenze, Prato, Pistoia) e uno sulla costa.
Il modello di riferimento potrebbe essere l’impianto che Alia ha in progetto di realizzare a Montale (area ex incenitore) insieme a tre Comuni (Montale, Montemurlo, Agliana): un gassificatore senza fuoco che recupera carbonio che raffinato dà vita a metanolo e a idrogeno. Grazie alla sua tecnologia, un impianto di questo tipo potrebbe essere utile anche per il settore tessile che ha gravosi problemi di smaltimento degli scarti industriali (circa 30mila tonnellate all’anno di rifiuti speciali).
Raccomandazione particolare è rivolta alla qualità dell’aria: coloro che realizzano i nuovi impianti devono assicurare il non incremento di emissioni rispetto al periodo precedente alla richiesta di procedura di valutazione di impatto ambientale.
I tempi per il varo del Prec saranno ridotti grazie a una modifica della legge regionale che sposta dal Consiglio alla Giunta il processo di redazione: il Piano verrà poi sottoposto (entro 60 giorni) alle osservazioni di cittadini e istituzioni; e sarà infine trasmesso, accompagnato dall’istruttoria delle osservazioni, al Consiglio regionale per la definitiva approvazione.
L’obiettivo finale è creare un’industria del riciclo che generi impatti positivi in termini ambientali, ma anche sociali e economici: la strada da fare è lunga e comprende la crescita della raccolta differenziata (l’obiettivo è 80-85% al 2035), l’aumento del riciclo di materia (il target è 65% al 2035) e la diminuzione dei rifiuti prodotti.