Raccolta di scarti delle associazioni ambientaliste sabato in terraferma e centro storico: 200 chili di plastica e 650 di indifferenziato. In laguna concentrazione di plastiche pari a 5 volte di quella dell’Adriatico
A confermarlo ci sono le analisi. Nelle acque del canal Grande, all’altezza del ponte di Rialto, ci sono inquinanti correlati ai carburanti, e alla loro combustione, e microinquinanti derivanti dalla presenza di plastica. I campioni prelevati sono stati sottoposti ad analisi gascromatografica, una tecnica di chimica analitica. In laguna si trovano parti di imballaggi, lubrificanti, elementi legati alle gomme e componenti dei poliammidi e poliesteri, composti tipici del tessile. Sabato sera a Ca’ Sagredo presentati i risultati di due diverse analisi: quella di Legambiente e quella dell’Istituto Tecnico e Tecnologico Montani di Fermo, nelle Marche, sui campionamenti effettuati da Plastic Free Venice Lagoon, non solo a Venezia ma anche al Lido, per la tracciatura di micro-inquinanti e in particolare di microplastiche.
Sigarette e calze
«Abbiamo coinvolto la cittadinanza per analizzare dati da portare alle amministrazioni e sensibilizzare la popolazione – afferma Paolo Franceschetti di Legambiente Venezia – creando due campagne di monitoraggio in città, cui hanno partecipato anche gli studenti del liceo Benedetti-Tommaseo. Nel 2015 sono stati censiti 5412 rifiuti, nel 2016 siamo passati a 6755 rifiuti, di cui oltre l’85% legato alla plastica. Dall’ex ospedale al Mare alla diga di bocca di porto del Lido, il 30% delle plastiche sono riconducibili a parti di pacchetti di sigarette. C’è meno concentrazione di plastica rispetto al nazionale ma più vetro – spiega Franceschetti -. Una percentuale non indifferente, 4,27% di rifiuti deriva da attività di pesca: in particolare calze per la raccolta dei mitili (ne sono state raccolte 150 tonnellate). Quasi 5 mila calze al mese, abbiamo calcolato, siano finite in acqua».
La concentrazione
Le analisi di Legambiente e Itt marchigiano hanno rivelato che la laguna di Venezia presenta 5 volte la concentrazione di plastiche del mare più inquinato da queste, cioè l’Adriatico. A Venezia basta un po’ di vento perché un rifiuto, che altrove verrebbe raccolto, finisca nei canali. Al Lido è stata inoltre rilevata una forte presenza di materiale edile. Promotori dell’incontro il consigliere dell’associazione veneziana albergatori, Ava, Gherardo Toso (presidente Plastic Free Venice Lagoon) e Davide Poletto, vice presidente Plastic Free Venice Lagoon. Tra gli ospiti l’assessore Massimiliano De Martin. «L’analisi gascromatografica – spiega Teresa Cecchi dell’Itt di Fermo – permette di rilevare sostanze volatili e non volatili, quindi ciò che si respira sopra l’acqua e ciò che si trova nell’acqua. Ci si è focalizzati sui microinquinanti derivanti dalla presenza di plastica in laguna. Fra essi spiccano composti che interferiscono con il sistema endocrino, mimano gli ormoni sessuali femminili e nell’uomo possono portare a sterilità».
Il CleanUp
A questa indagine si ispira anche la giornata del CleanUp di Venezia, di sabato. Insieme a Gherardo Toso e Davide Poletto, un centinaio di volontari ha lavorato tutto il giorno a Venezia, e alcuni gruppi a Mestre, Marghera e Murano, a una raccolta dei rifiuti. Nel pomeriggio si sono aggiunte altre persone. Queste le associazioni: Lagoon, Legambiente, Fare Verde, Poseidone, Green Building Council Italia, Venice Calls, Real Kayak experience, Row Venice, Prontopia, Associazione Veneziana Albergatori, Alternativamente, Jonix, Unione Sportiva Remiera Francescana, Remiera Casteo, Generazione 90, Venezia Verde, Yacht Club Venezia – Marina di Sant’Elena, Avpcs, Cantieri Biasin, Comunità Islamica di Venezia e Provincia, Ocean Space, Classic Boats Venice, One Ocean. Anche Vittorio Sgarbi si è unito al gruppo Legambiente, mentre alcuni turisti, che ai Giardini di Castello hanno visto i lavori in corso, si sono aggregati alla raccolta. «Gran parte del materiale raccolto è indifferenziato – ha detto Davide Poletto – solo il 10-12% è riciclabile. È stato trovato materiale di ogni tipo, batterie di barche abbandonate, computer, cavi, cablature, tessuti, eternit, ruote, gomme. Abbiamo trovato un disastro nella zona di Fincantieri» ha detto Manolo Titton di Fare Verde. Plastic Free Venice Lagoon, con altre associazioni, ha raccolto e conferito alla chiatta dell’ospedale materiale raccolto in sacca di Sant’Alvise. Più di 10 sacchi da 120 litri di plastica pura, auna certa ora, ma poi il carico è aumentato. Molto materiale raccolto anche ai Giardini della Biennale. Dati definitivi degli scarti recuperati: Murano Sacca San Mattia, plastica 97,52 chili, 560,30 indifferenziata. Sant’Alvise, plastica 63.6 chili, 11 sacchi, indifferenziata 14,50 chili. Castello, plastica 22,30 chili, 9 sacchi, indifferenziata 53,70 chili. Dorsoduro, plastica 21.60 chili, 5 sacchi, ndifferenziata 19 chili. Totale: 200 chili di plastica e 650 di indifferenziato.
Buone pratiche
In alcuni alberghi è in atto un cambio di abitudini contro la plastica monouso. Esempi di buone pratiche sono stati presentati da Gioele Romanelli di hotel Flora, Casa Flora e hotel Novecento e Gianni Serrandrei dell’hotel Saturnia, che hanno proposto un approfondimento sulla riduzione di plastiche monouso e sulla sostenibilità nel settore alberghiero veneziano. Dall’acqua gratuita e i dispenser di sapone, shampoo, marmellate e yogurt, per eliminare tutte le piccole confezioni di plastica, alla distribuzione di borracce in acciaio e mappe (rigorosamente su carta ricavata dalle alghe) delle fontanelle in città. «Se pensiamo a bagnoschiuma, balsami, creme, tutte in bottigliette di plastica, ci rendiamo conto che è una follia – dice Serrandrei – . Siamo partiti da questo, poi abbiamo ampliato la sensibilizzazione convincendo anche fornitori e chi consegna, come la lavanderia che ci porta le spugne in sacchi di plastica, a cambiare modalità. Ci stiamo impegnando. Abbiamo informato i nostri clienti che l’acqua di Venezia è buona». Con questa operazione all’hotel Flora e all’hotel Novecento si stima di risparmiare 36.000 bottiglie di plastica all’anno.